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Ok nuovo piano rifiuti Emilia Romagna. Bessi (Pd): Passo in avanti su sostenibilità ed economia circolare

Intervista di Energia Oltre al relatore del provvedimento Gianni Bessi: “Un Piano per e con i cittadini, per una transizione ecologica moderna ed economicamente vantaggiosa. Il lavoro non si conclude con l’iter legislativo, ma è appena iniziato”

L’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna ha approvato il nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti e per la bonifica delle aree inquinate 2022-2027 che prevede raccolta differenziata all’80%, riciclaggio al 66% e stop alla pianificazione di nuove discariche per i rifiuti urbani indifferenziati. Il valore del ciclo dei rifiuti in regione è di 850 milioni di euro (comprendendo tutte le risorse regionali, statali e del Pnrr).

L’assessorato di riferimento che ha curato la predisposizione del piano è guidato dall’assessora Irene Priolo, e la fase di discussione e approvazione dell’importante atto è stato seguito da una nota conoscenza di ENERGIA OLTRE: Gianni Bessi (Partito democratico) che è stato il relatore di maggioranza. Con lui facciamo il punto del lavoro non facile che è arrivato alla sua conclusione.

Bessi, il Piano regionale di gestione dei rifiuti e per la bonifica delle aree inquinate 2022-2027 è stato finalmente approvato.

“È stato un lavoro lungo e complesso di analisi, recepimento delle osservazioni di istituzioni locali, imprese e cittadini, come anche delle controdeduzioni della Giunta. Da questo lavoro che la commissione ambiente ha portato avanti con grande spirito di collaborazione, sono nati emendamenti che hanno migliorato il documento. Ne è valsa la pena perché il Piano che abbiamo approvato è coerente con l’obiettivo di fornire a istituzioni, imprese e cittadini uno strumento che permetta alla nostra Regione di puntare sullo sviluppo sostenibile, sull’economia circolare, sulla transizione ecologica. E quest’ultima, lo ricordo, non è più un’opzione su cui dibattere, ma una necessità da realizzare senza perdere tempo”.

Qual è la sua caratteristica principale?

“Rispetto al precedente è un passo avanti, perché contiene novità che puntano a compiere un’accelerazione nel campo dello sviluppo sostenibile e dell’economia circolare. Ed è un Piano con obiettivi ambiziosi perché non si limita a definire procedure per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, ma punta a fare crescere e sostenere l’economia che si basa sulla gestione dei rifiuti stessi, che non vengono più considerati solo uno ‘scarti’ ma risorse, materie da trattare e da recuperare. E in quest’ottica sono anche la base per creare attività economiche e posti di lavoro”.

Ci può riassumere gli obiettivi del Piano?

“In primo luogo puntiamo ad azzerare entro il 2027 la percentuale di smaltimento in discarica dei rifiuti urbani, che già nel 2020 è arrivata all’1,16%. Un altro obiettivo fondamentale è poi l’equilibrio tra autosufficienza nello smaltimento, principio di prossimità̀ e promozione dell’economia circolare per un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Il principio dell’autosufficienza regionale, previsto dall’art. 16 della Direttiva quadro in materia di rifiuti, è una priorità per una qualsiasi politica ambientale che voglia essere efficace”.

E qui entra in ballo la raccolta differenziata.

“Esatto. Il Piano prevede che si arrivi all’80% nel 2025, come stabilito nel Patto per il Lavoro e per il Clima. A questi si accoppia un aumento della qualità della raccolta, in modo che si possa raggiungere una quantità di rifiuti riciclati sempre maggiore e una minimizzazione degli scarti. Più è alta la qualità della raccolta differenziata, più sarà possibile aumentare le percentuali del riciclaggio. In quest’ultimo caso, l’obiettivo di preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio è del 66% al 2027. L’Emilia-Romagna è l’unica regione in Italia che intende diminuire fino a 120 kg/abitante al 2027 i rifiuti non inviati a riciclaggio”.

E i rifiuti speciali?

“Qui il Piano prevede una riduzione al 2027 del 5 per cento per unità di Pil, per quelli non pericolosi, e del 10 per cento, sempre per unità di Pil, per quelli pericolosi. A questo si aggiunge un’importante riduzione del conferimento in discarica, pari a un meno 10% con riferimento ai dati 2018, cioè circa 700.000 tonnellate, per arrivare nel 2027 a circa 640.000 tonnellate”.

Un altro elemento importante è la tariffa puntuale.

“È un elemento fondamentale di questo processo di riduzione della quantità di rifiuti prodotta, perché con la sua applicazione in sostanza ciascuno sarà̀ chiamato a pagare per quanto butta via. Dal 2023 sarà in vigore nei Comuni che hanno già effettuato la trasformazione del servizio, mentre dal 2024 nei restanti Comuni emiliano romagnoli: chi l’ha già applicata ha ottenuto una produzione pro capite di rifiuti indifferenziati inferiore ai 150 chilogrammi all’anno per abitante”.

E quale sarà la strategia per le bonifiche?

“Oltre a una comunicazione più puntuale verso i cittadini, il Piano prevede, sia per quanto riguarda la prevenzione sia quando l’inquinamento è avvenuto, di puntare sulla qualità degli interventi di bonifica, utilizzando le tecniche migliori, gestendo i rifiuti prodotti dagli interventi in modo sostenibile. Inoltre, sono state messe a punto strategie per gestire i casi di inquinamento diffuso e il recupero ambientale con anche la rigenerazione dei Brownfield”.

Tutte queste azioni avranno anche un impatto sull’economia dei territori?

“Il comune denominatore, a cui ho accennato in precedenza, è che il rifiuto è una risorsa e non più uno scarto. Raggiungere l’autosufficienza regionale non è solamente un risparmio, perché i rifiuti vengono trattati tutti in casa nostra, ma produce ricchezza, ha una potenzialità economica ancora da esplorare. La Regione accompagnerà le imprese nel cammino della transizione ecologica e verso l’economia circolare, nel cambiamento verso modelli di produzione e consumi sostenibili, nello sviluppo di nuove filiere green, sia clima/energia sia industriali di recupero dei materiali, nell’accelerazione nel percorso di transizione per il superamento delle plastiche monouso, nella diminuzione della produzione dei rifiuti”.

Quali sono le ricorse a disposizione?

“Circa 43 milioni e mezzo, a cui si aggiungono oltre 32 milioni e mezzo per la bonifica di siti inquinati e altre risorse, ancora da assegnare, destinate dal PNRR alla gestione del ciclo dei rifiuti e all’impiantistica”.

Servirà anche un’integrazione fra i soggetti coinvolti.

“Certo. Soprattutto per quanto riguarda il recupero dei differenti materiali sono necessarie strutture industriali specializzate: per ogni fase vanno individuati i soggetti che debbono occuparsene, le tecnologie, le fasi di verifica: insomma vanno create le condizioni per privilegiare le tecniche di recupero e di riutilizzo. Ci tengo a fare questa precisazione perché l’idea di transizione che è alla base del Piano non è monolitica, ma formata da tante transizioni differenti, da tanti processi ognuno dei quali ha bisogno di regole e strumenti appropriati. E da una capacità poi di riunire tutte le parti in un sistema efficiente, che tenga conto delle specificità delle singole transizioni, ognuna delle quali fa riferimento a processi economici vivi, costituiti da centri di ricerca e imprese, da rapporti territoriali”.

Non sarà facile tenere insieme tutte le differenti transizioni.

“È una sfida, ma siamo preparati. Dietro a questo Piano c’è una lunga esperienza di programmazione e di messa in pratica di buone prassi. E poi ci sono professionalità a tutti i livelli che ci permetteranno di avere successo nel modello di transizione: migliaia di donne e uomini che ogni giorno operano in questa direzione, che fanno in modo che i settori legati alla sostenibilità siano moderni ed efficienti. Possiamo contare su una solida base fatta di tecnologie e di capitale umano di altissimo livello, che ci permettono di fare sistema e di continuare sulla strada dell’innovazione”.

In conclusione, come definirebbe il Piano in una frase?

“Un Piano per e con i cittadini, per una transizione ecologica moderna ed economicamente vantaggiosa. Il lavoro non si conclude con l’iter legislativo, ma è appena iniziato”.

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