Con otto progetti che vanno dal maxi aereo cargo WindRunner al dissalatore del fiume Tara, dall’energia all’utilizzo di siti industriali dismessi per farne hub di colture agricole in ambiente controllato, Taranto prova ad aprire nuovi spazi e nuove opportunità di sviluppo. Se ne è parlato ieri con Confindustria Taranto in un meeting al Senato nella sala Caduti di Nassirya, moderato dal direttore de Il Sole 24 Ore Fabio Tamburini, nel quale ha presentato le nuove iniziative.
Nonostante le progettualità per Taranto, preme il nodo dell’ex Ilva. Si tratta di un problema che necessita di risposte non solo industriali, ma anche occupazionali, visto che il passaggio dagli altiforni ai forni elettrici nell’ambito della decarbonizzazione, sacrificherà molti posti di lavoro. Secondo quanto si legge su Il Sole 24 Ore, la gara per la vendita dell’ex Ilva si presenta “difficile”, dice il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, per il quale “dobbiamo lavorare tutti insieme per capire come dare una risposta occupazionale a chi non può averla più nel settore siderurgico”.
QUESTIONE RIGASSIFICATORE
Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha annunciato che “Confindustria sarà affianco al ministro Urso per l’ex Ilva. Noi faremo di tutto per la decarbonizzazione, che sarà fondamentale”. Poi, rivolgendosi al sindaco di Taranto, Piero Bitetti, che parla di “reputation” della città, invitando ad una narrazione che non nasconda i problemi ma evidenzi anche le potenzialità del capoluogo Orsini ha aggiunto: “Sindaco, lei ha parlato di ‘reputation’ della città, ed è vero, però deve esserci anche la ‘reputation’ della città di non lasciare 12-15mila persone a casa. Capisco che la nave rigassificatrice sia un problema per il territorio, però noi su questo stiamo perdendo delle grandi opportunità. Non mi compete la parte politica – ha rilevato Orsini -, ma oggi questo Paese ha bisogno di avere l’acciaio e di quel tipo di acciaio che esce dall’Ilva. L’Ilva è per noi è un asset strategico, soprattutto ora che stiamo pensando ad un piano per la Difesa. Serve quindi una grande responsabilità sociale e ambientale perché le due cose stanno insieme”.
POLO DEL DRI IN CALABRIA
Il ministro Urso, dopo aver “preso atto” della posizione espressa dal Comune di Taranto contro la nave di rigassificazione ha rilanciato la realizzazione del piano originariamente previsto per la città pugliese “altrove”. E il riferimento è al polo del Dri e agli impianti di preridotto destinati ad alimentare i nuovi forni elettrici che adesso probabilmente saranno realizzati in Calabria nell’area portuale di Gioia Tauro, che sarebbe disposta ad accogliere la nave gasiera.
INVESTIMENTI FATTI IN ALTRE REGIONI
Nel suo intervento Urso ha citato anche Renexia “che intendeva investire a Taranto, ma ha dovuto rinunciare e ha deciso di andare in Abruzzo. Bisogna creare un contesto favorevole all’accoglienza. Se il contesto locale è respingente, si va ad investire nelle altre aree del Paese” ha rilevato il ministro.