Ieri nell’informativa al Consiglio dei ministri, il vicepremier Matteo Salvini ha precisato di voler «far partire i lavori del Ponte al più presto» dopo la presentazione delle motivazioni della Corte dei Conti. Ma ha anche attaccato i giudici contabili. Qual è la strategia del ministro?
Il dossier del Ponte è passato nelle mani di Palazzo Chigi. Pubblicamente il governo ostenta sicurezza, ma la premier, per sicurezza, ha chiesto ai suoi di studiare le carte. Una scelta che potrebbe rallentare i piani del ministro Salvini, che dal canto suo rassicura sulla fattibilità dell’infrastruttura e sull’inizio dei lavori a gennaio o in primavera.
LE DUE SOLUZIONI
Come riporta La Stampa, Salvini ieri in Cdm ha prospettato due soluzioni possibili, senza però entrare nello specifico. La prima, più breve, porterà all’apertura dei cantieri a gennaio. L’altra, più lunga, sposterà l’avvio dei lavori al 21 marzo. Quali siano queste “due soluzioni”, Salvini non lo ha spiegato. Quel che è certo è che ora tutto passa nelle mani della premier Meloni, la quale dovrà decidere di superare i rilievi della Corte dei Conti con una forzatura o correggere i problemi senza andare allo scontro con i giudici contabili. Nel primo caso, le alternative principali sul tavolo della premier sono due: assumersi la responsabilità politica della costruzione dell’opera o dichiararla “di interesse strategico nazionale”.
OPERA DI INTERESSE STRATEGICO NAZIONALE
Una delle soluzioni, già pronta secondo La Stampa, sarebbe far ricadere il Ponte sullo Stretto tra le “opere di interesse strategico nazionale”. Così facendo il governo metterebbe le ali al progetto, archiviando lo stop dei magistrati. Una prospettiva questa non abbracciata da tutti i Fratelli d’Italia, soprattutto dopo la notizia arrivata in serata dalla Procura di Palermo: nell’inchiesta sugli appalti truccati che coinvolge l’ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro, un intero capitolo degli accertamenti è dedicato agli interessi suscitati dal progetto del Ponte. Cuffaro aveva stretto un patto in Sicilia con la Lega in vista delle prossime elezioni. Al momento, non è emerso alcun legame tra le due cose, ma lo spiffero arrivato dalla procura non aiuta a rasserenare gli animi.
LA FUGA DI NOTIZIE ALLA STAMPA
Sempre durante l’informativa in Cdm, Salvini si è lamentato del fatto che i giudici contabili avrebbero «anticipato alla stampa lo stop al progetto del Ponte». Metterli nel mirino in pieno Consiglio dei ministri potrebbe essere il segno che il leghista vuole spingere il governo verso uno scontro con la Corte dei conti. Un espediente per gettarsi alle spalle i rilievi dei giudici e accelerare l’apertura dei cantieri.
IL NO DELLA CORTE DEI CONTI: ANTICIPATO DA MOLTI INDIZI
Il sospetto che i leghisti si sarebbero schiantati contro la decisione della Corte dei Conti, tra gli uomini più vicini a Giorgia Meloni circolava da questa estate. Nelle interlocuzioni informali emergeva che le richieste dei magistrati di consegnare il materiale a scaglioni cadevano spesso nel vuoto. Anzi, sono state presentate carte non protocollate, non firmate, link esterni che rimandano a documentazioni della Società Ponte sullo Stretto di Messina. Tutti i problemi sui quali la Corte dei Conti non è passata oltre. La palla passa ora a Giorgia Meloni.


