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Passaporto Digitale e Riciclo: L’Italia svolta sulle batterie, cosa prevede il decreto all’esame del Parlamento

Il Governo vara il testo per l’adeguamento al Regolamento UE: più responsabilità ai produttori e nuovi, stringenti, obiettivi di raccolta per un’economia davvero circolare. Sanzioni fino a 150.000 euro per chi non si adegua.

L’Italia si prepara a una vera e propria rivoluzione nella gestione delle batterie. È stato trasmesso alla Presidenza della Camera dei Deputati, in data 10 novembre 2025, lo schema di decreto legislativo che ridisegna completamente la normativa nazionale su batterie e loro rifiuti, allineandola al nuovo e ambizioso Regolamento (UE) 2023/1542. Il provvedimento, identificato come “Atto del Governo n.344”, introduce un quadro normativo che copre l’intero ciclo di vita degli accumulatori, dal design sostenibile fino alla gestione del fine vita, con l’obiettivo di promuovere la mobilità verde, l’energia pulita e la neutralità climatica. Il testo, che ora passa al vaglio delle commissioni parlamentari (Ambiente, Attività produttive, Bilancio e Politiche dell’Ue), abroga la vecchia direttiva 2006/66/CE e il relativo decreto di recepimento del 2008, segnando un punto di svolta per il settore.

RESPONSABILITÀ ESTESA: CHI INQUINA, PAGA E GESTISCE

Il pilastro del nuovo impianto normativo è il principio della “responsabilità estesa del produttore” (EPR). I produttori di batterie, sia in forma individuale che collettiva, avranno la piena responsabilità finanziaria e organizzativa per l’intero ciclo di vita dei loro prodotti. Questo significa che dovranno farsi carico non solo dei costi di raccolta differenziata, trasporto e riciclo, ma anche delle campagne di informazione e sensibilizzazione. Il contributo finanziario versato sarà modulato in base a criteri di sostenibilità come la ricaricabilità, il contenuto di riciclato e l’impronta di carbonio.

OBIETTIVI DI RACCOLTA PIÙ AMBIZIOSI

Il decreto fissa nuovi e più stringenti obiettivi di raccolta per diverse categorie di batterie. Per le batterie portatili, si dovrà raggiungere il 63% entro il 31 dicembre 2027 e il 73% entro il 2030. Anche per le batterie dei mezzi di trasporto leggeri (come bici e monopattini elettrici), i target sono stati definiti con precisione: 51% entro il 2028 e 61% entro il 2031. Il Centro di Coordinamento Batterie, la cui denominazione viene confermata, avrà il compito di monitorare il raggiungimento di questi obiettivi e adottare misure correttive in caso di inadempienze.

UNA NUOVA GOVERNANCE PER L’INTERA FILIERA

Per garantire l’efficace attuazione del regolamento, viene istituito un “Tavolo nazionale batterie” con funzioni consultive. Questo organo sarà composto da rappresentanti dei ministeri competenti (Ambiente e Sicurezza Energetica, Imprese e Made in Italy, Salute, Interno), di enti tecnici come ISPRA e ACCREDIA, e delle principali associazioni di categoria. La vigilanza sul mercato sarà affidata al Ministero dell’Ambiente, che si avvarrà della collaborazione delle Camere di Commercio e della Guardia di Finanza, mentre il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sarà l’autorità nazionale di notifica per gli organismi di valutazione della conformità.

PASSAPORTO DIGITALE E OBBLIGHI DI DILIGENZA

Tra le novità più significative spicca, a decorrere dal 18 febbraio 2027, l’introduzione del “passaporto della batteria” per i mezzi di trasporto leggeri, le batterie industriali sopra i 2 kWh e quelle per veicoli elettrici. Si tratta di un registro elettronico che fornirà informazioni dettagliate sul modello e sulla singola batteria, accessibile tramite un codice QR. Vengono inoltre introdotti stringenti obblighi di diligenza per gli operatori economici, che dovranno adottare strategie per individuare, prevenire e mitigare i rischi sociali e ambientali legati all’approvvigionamento e alla lavorazione delle materie prime.

SANZIONI PIÙ SEVERE PER I TRASGRESSORI

Il decreto legislativo delinea un quadro sanzionatorio severo per garantire il rispetto delle nuove regole. Le sanzioni amministrative pecuniarie andranno da 10.000 a 150.000 euro per chi immette sul mercato batterie non conformi ai requisiti di etichettatura e marcatura. I produttori che non provvedono a organizzare un sistema di raccolta e ritiro rischiano multe da 36.000 a 120.000 euro. Sanzioni sono previste anche per i distributori che non effettuano il ritiro gratuito dei rifiuti di batterie e per i sistemi di gestione che non adempiono agli obblighi informativi.

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