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E-diesel

Perché l’e-diesel illude il trasporto marittimo (fino al 2050)

L’e-diesel non potrà sostituire il diesel tradizionale nei trasporti marittimi per almeno 26 anni. Il paper dell’Istituto di Oxford per gli Studi Energetici “E-diesel nel settore navale: prospettive e sfide”

Sostituire il diesel tradizionale con l’e-diesel nei trasporti marittimi è un’utopia, almeno fino al 2050. È quanto scrivono i ricercatori dell’Istituto di Oxford per gli Studi Energetici nel paper intitolato “E-diesel nel settore navale: prospettive e sfide”. Oggi sono ancora molte le sfide che i carburanti sintetici devono superare prima di diventare una reale alternativa ai combustibili fossili nei trasporti marittimi. Come possono diventare competitivi?

QUANDO GLI E-DIESEL SARANNO COMPETITIVI?

La transizione green della logistica è un tassello chiave del puzzle della decarbonizzazione. Un obiettivo difficile da raggiungere senza il contributo dell’e-diesel, secondo il paper. Tuttavia, di questo passo i costi di questi carburanti rimarranno elevati fino al 2030, per poi scendere leggermente intorno al 2050.

Oggi i costi di produzione sono ancora elevati e manca un quadro regolatorio chiaro. Di conseguenza, l’e-diesel non riesce ad essere competitivo rispetto al diesel marino tradizionale. A questo si aggiunge l’inefficienza dal punto di vista energetico. Ma non tutto è perduto, secondo i ricercatori. Infatti, un intervento tempestivo dei diversi governi potrebbe favorire la redditività economica e l’ingresso sul mercato dei carburanti sintetici. Intervento che potrebbe tradursi, ad esempio, in incentivi per la filiera. In particolare, incertezza, indadeguatezza e mancanza di coordinamento internazionale sono i tre problemi che affliggono il quadro normativo degli e-diesel. Il divario dei Paesi in via di sviluppo complicano ulteriormente la situazione.

ECCO COSA SERVIRÁ

Domanda di energia elettrica, approvvigionamento di anidride carbonica e utilizzo delle risorse sono fattori che incideranno in maniera decisiva sulla diffusione dell’e-diesel, secondo il report.

Il costo livellato dell’elettricità (LCOE) giocherà un ruolo cruciale in questa partita. La riduzione dell’LCOE, i progressi tecnologici e la creazione di economie di scala contribuiranno a ridurre i costi, ma non saranno sufficienti a renderli più competitivi rispetto ai carburanti tradizionali prima del 2050. Per favorire la diffusione dei carburanti sintetici, il contributo delle rinnovabili alla produzione di elettricità, oggi minimo rispetto alle fonti fossili, dovrebbe aumentare sensibilmente nei prossimi anni. Ma potrebbe non essere sufficiente. Infatti, l’analisi dei Paesi con costi più competitivi per eolico e fotovoltaico prevede che nessuno riuscirà ad abbassare abbastanza il prezzo da permettere un’economicità degli e-fuel.

E-DIESEL, GLI ALTRI PROBLEMI

I ricercatori dell’Istituto di Oxford sottolineano la necessità di implementare cicli di carbonio chiusi, tenendo al tempo stesso in considerazione l’impatto ambientale sulle comunità e sull’ambiente locali.

La cattura d’aria diretta (DAC) è il metodo che assicura un ciclo del carbonio completamente chiuso per la produzione di combustibili elettronici liquidi, secondo i ricercatori.

“DAC ricicla tutta la CO2 che produce, in modo che quando viene utilizzato il combustibile sintetico, viene rilasciata solo la CO2 atmosferica precedentemente estratta. Inoltre, i vantaggi del DAC si estendono alla sua flessibilità di posizionamento, non richiede terreni coltivabili. La sua indipendenza di localizzazione gli permette di attingere a quantità di CO2 atmosferiche significative
per i processi di sintesi”, si legge nel report.

Il problema è che oggi questo metodo è scarso e costoso, ma si stima una progressiva diminuzione del prezzo da qui al 2030. A proposito dell’impronta ambientale e sociale, poi, la siccità e l’elevato fabbisogno di suolo rappresentano un ostacolo da non sottovalutare, secondo il report.

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