Advertisement Skip to content
GNL

Perché il controverso price cap sul gas potrebbe portare meno GNL all’Unione Europea

L’Europa sta costruendo dei terminal galleggianti per accogliere più carichi il prossimo anno, ma per gli analisti potrebbe non esserci abbastanza offerta di GNL, quando la domanda asiatica rimbalzerà

Dopo mesi di negoziati, lunedì scorso l’Unione Europea finalmente ha deciso di fissare un tetto massimo al prezzo del gas naturale per proteggere i consumatori da picchi di prezzo eccessivi e limitare l’inflazione e i danni industriali alle economie europee. Tuttavia, secondo gli analisti il price cap potrebbe limitare la capacità dell’Europa di continuare ad attingere la maggior parte delle forniture globali di GNL.

Alcuni Stati UE – come la Germania e l’Olanda – avevano delle riserve su un tetto massimo al prezzo del gas, preoccupati che un intervento sul mercato ed un price cap avrebbero portato via il vantaggio chiave dell’Europa nell’attirare la fornitura di GNL, ovvero i prezzi più alti rispetto all’Asia. Secondo i funzionari UE, la Germania ha accettato di sostenere il tetto massimo solo dopo che l’Unione europea ha accettato di accelerare le regole di autorizzazione per i progetti di energia rinnovabile.

IL PRICE CAP IN VIGORE DAL 15 FEBBRAIO 2023

I ministri europei dell’Energia hanno raggiunto un accordo politico su un regolamento che stabilisce un cosiddetto “meccanismo di correzione del mercato”, che entrerà in vigore il 15 febbraio 2023. Il meccanismo scatterà se il prezzo del mese prima sul titolo TTF – il riferimento chiave in Europa – supererà i 180 euro per MWh per tre giorni lavorativi, e se il prezzo TTF del mese successivo sarà di 35 euro superiore ad un prezzo di riferimento per il GNL sui mercati globali per gli stessi tre giorni.

Lunedì scorso il contratto TTF per gennaio è stato scambiato a circa 110 euro per MWh. Tuttavia, l’UE ha stabilito che, se si verificassero dei rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento, la Commissione europea sospenderà il price cap. “L’accordo odierno indica chiaramente che l’Europa non è disposta a pagare alcun prezzo per il gas e che è in grado di agire unita per garantire la propria sicurezza energetica”, ha dichiarato il commissario europeo per l’Energia, Kadri Simson.

IN UE IMPORTAZIONI DI GNL DA RECORD

La più grande preoccupazione di alcuni Paesi UE – scrive Tsvetana Paraskova su Oilprice – è che un price cap e simili interventi sul mercato rendano il mercato del gas meno trasparente e possano privare l’Europa dell’approvvigionamento di GNL che quest’anno, finora, è arrivato facilmente.

L’incentivo dell’UE a liberarsi dalla dipendenza dal gas russo e a sostituire i volumi che la Russia non fornisce più ha reso l’Europa la destinazione preferita dei carichi di GNL a contratto flessibile, in particolare quelli provenienti dagli Stati Uniti. Negli ultimi mesi, oltre il 70% di tutte le esportazioni di GNL degli USA è stato diretto in Europa, e l’America sta inviando volumi record all’Unione europea.

Secondo le stime dell’Oxford Institute for Energy Studies (OIES), tra gennaio e novembre, le importazioni di GNL nell’UE e nel Regno Unito insieme sono aumentate del 65% su base annua. Le sole importazioni dagli Stati Uniti sono aumentate del 176%, mentre le importazioni da altre fonti sono cresciute del 27%. Nello stesso periodo, le esportazioni globali di GNL sono cresciute solo del 5,5%, con quasi la metà della crescita proveniente dagli States.

“Il punto focale qui è che le importazioni europee di GNL sono cresciute più rapidamente dell’offerta globale e, in particolare, le importazioni europee dagli Stati Uniti sono cresciute più rapidamente delle esportazioni totali USA”, hanno osservato i ricercatori dell’OIES nella loro Quarterly Gas Review di dicembre.

Secondo l’OIES finora quest’anno la capacità dell’Europa di attrarre la maggior parte dell’offerta di GNL è stata aiutata dagli alti prezzi europei, dal calo della domanda di GNL in Asia – inclusa la Cina – e dalle minori importazioni di GNL in Brasile, dove la capacità idroelettrica ha ottenuto risultati migliori del previsto.

La Cina ha assistito ad un crollo senza precedenti delle sue importazioni di GNL e gli acquirenti cinesi sono rimasti in gran parte lontani dagli acquisti spot poiché le scorte prima dell’inverno erano adeguate e la domanda era scarsa a causa dei lockdown dovuti al Covid, che hanno rallentato la domanda industriale e la crescita economica. La bassa domanda cinese e i prezzi proibitivi per altri acquirenti asiatici – come il Pakistan o il Bangladesh – hanno creato quindi delle condizioni favorevoli per gli acquisti di GNL in Europa.

LE PREVISIONI DEL MERCATO GNL NEL 2023

Nelle ultime settimane, tuttavia, la domanda in Asia ha iniziato a crescere, la Cina è tornata sul mercato spot del GNL per il prossimo anno e l’allentamento delle restrizioni Covid in Cina potrebbe intensificare la concorrenza sul mercato del GNL tra i bacini dell’Atlantico e del Pacifico.

L’Europa sta costruendo dei terminal galleggianti di importazione di GNL per accogliere più carichi il prossimo anno, ma per gli analisti potrebbe non esserci abbastanza offerta di GNL per l’Europa, quando la domanda asiatica rimbalzerà. “Anche con un previsto aumento di 35 miliardi di metri cubi della fornitura di GNL nel 2023, è probabile che l’Europa debba affrontare una crescente concorrenza per la fornitura dai mercati asiatici, in particolare dalla Cina, e qualsiasi problema di fornitura di GNL non farà che aggravare la situazione”, hanno scritto i ricercatori dell’OIES.

La scorsa settimana, i prezzi spot del GNL in Asia per la consegna di febbraio sono aumentati dell’1%, a 38 dollari per milione di unità termiche britanniche (MMBtu), hanno riferito a Reuters fonti del settore. Secondo quanto riferito, il gigante cinese CNOOC ha acquistato da 4 a 6 carichi di GNL per la consegna il prossimo anno, in uno dei più grandi acquisti spot di quest’anno.

Tra i segnali di aumento della domanda dall’Asia, il tetto massimo del prezzo del gas nell’UE potrebbe comportare più rischi che benefici. Lunedì scorso l’UE ha dichiarato che il limite sarà sospeso se i rischi supereranno i benefici. “L’esclusione dei contratti day-ahead e infra-day dal meccanismo consentirà alle aziende europee di acquistare il gas di cui hanno bisogno a breve termine, ma lascerà comunque i consumatori esposti agli aumenti dei prezzi, e potrebbe impedire agli importatori di acquistare gas che deve essere acquistato in anticipo, come i carichi di GNL che hanno mantenuto l’Europa ben rifornita finora quest’inverno”, ha affermato Jacob Mandel, senior associate per i mercati energetici globali di Aurora Energy Research.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su