Tra i compiti dell’agenzia, autorizzare il passaggio inoffensivo di sommergibili in immersione nelle acque territoriali, definire regole per la conduzione dei mezzi subacquei e promuovere lo sviluppo della capacità nazionale di soccorso ed estrazione di persone da mezzi subacquei civili sinistrati
Un ente per vigilare sulla sicurezza subacquea e, quindi, sui fondali marini. È questo il senso dell’“Agenzia per la sicurezza subacquea” (ASAS), il nuovo organismo che il governo intende creare e affidare al ministro per le Politiche del Mare, Nello Musumeci.
L’AGENZIA PER LA SICUREZZA SUBACQUEA (ASAS)
Lo scopo dell’iniziativa del governo Meloni è operare una riorganizzazione delle competenze relative alle attività subacquee, e per farlo l’esecutivo è pronto ad assumere 39 dipendenti, tra cui un direttore generale, che dovrà essere indicato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, d’intesa con il ministro Musumeci.
Se la sede resta ancora da individuare, il costo per la costituzione dell’agenzia è noto: 8,6 milioni di euro per il primo anno. Dopo la fase iniziale, l’esborso sarà di circa 6,5 milioni di euro, che verranno attinti – come spiega l’articolo sulle disposizioni finanziarie – dai fondi previsti per la legge di Bilancio. Secondo le previsioni di spesa, per l’ASAS nei prossimi tre anni la spesa supererà i 20 milioni di euro.
A quanto si evince leggendo il testo, all’ASAS verrà data ampia autonomia organizzativa, come la possibilità di reclutare consulenti attraverso “assunzioni a tempo determinato, con contratti di diritto privato, di soggetti in possesso di alta e particolare specializzazione debitamente documentata, individuati attraverso adeguate modalità selettive”.
LE ATTIVITÀ DELL’ASAS
Tra i compiti dell’agenzia vi sarà autorizzare il passaggio inoffensivo di sommergibili in immersione nelle acque territoriali, definire regole tecniche per il comando e la conduzione dei mezzi subacquei e promuovere lo sviluppo della capacità nazionale di soccorso ed estrazione di persone da mezzi subacquei civili sinistrati.
L’ASAS dovrà inoltre coordinare la cooperazione internazionale ed europea nella materia subacquea in raccordo con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e si avvarrà delle strutture di Marina Militare, Capitanerie di Porto-Guardia Costiera e Guardia di Finanza.
Tra le finalità dell’agenzia appare una serie di adempimenti tecnici istituiti dalla riforma voluta dal governo, tra cui, ad esempio, “la regolazione del libretto personale informatico degli operatori subacquei e iperbarici”.
LA POSIZIONE DELLE CAPITANERIE DI PORTO
A sollevare i dubbi sull’opportunità di fondare il nuovo ente è stato il Comando delle Capitanerie di Porto. L’ammiraglio ispettore capo Nicola Carlone, in audizione al Senato, ha parlato infatti di “duplicazioni procedurali, conflitti di competenza e rallentamenti operativi che si potrebbero determinare in assenza di un meccanismo efficace di coordinamento tra ASAS e le altre autorità già operanti nel settore”, così come del pericolo di “sovraregolamentazione e di incertezza attuativa”.
LE PROSSIME TAPPE DELL’ASAS
Il progetto dell’ASAS in realtà era iniziato già nel settembre 2024, con l’approvazione del disegno di legge in Consiglio dei ministri. Dopo un lungo iter parlamentare, solo a metà aprile 2025 è approdato in Commissione Ambiente al Senato.
Successivamente, a metà maggio è stato nominato il relatore Simone Petrucci, senatore di Fratelli d’Italia, che ha dato il via al ciclo di audizioni. Infine, il 5 giugno è scaduto il termine per presentare gli emendamenti. Ora il provvedimento dovrà ottenere l’approvazione di Senato e Camera, con l’obiettivo – auspica il governo – di consegnare la nuova agenzia ASAS al ministro Musumeci entro fine anno.