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Biden

Perché il Pentagono rischia di far deragliare i piani per l’eolico offshore di Biden

L’opposizione del Pentagono potrebbe mettere a rischio il programma del Presidente Joe Biden di installare 30 gigawatt di energia eolica offshore – equivalenti a 30 reattori nucleari – entro la fine del decennio

Transizione energetica e operazioni militari rischiano di scontrarsi negli Stati Uniti. Il Pentagono ha infatti lanciato un allarme che riguarda proprio i piani dell’amministrazione Biden sui progetti eolici offshore lungo la costa atlantica centrale degli Stati Uniti, avvertendo che quasi tutti i nuovi terreni destinati allo sviluppo delle rinnovabili sono in “conflitto” con le operazioni militari.

VASTE AREE ALTAMENTE PROBLEMATICHE PER LA DIFESA IN CASO DI REALIZZAZIONE DI IMPIANTI EOLICI OFFSHORE

Le mappe condivise con gli operatori del settore e visionate da Bloomberg News mostrano infatti vaste aree rosse che la Marina e l’Aeronautica hanno giudicato “altamente problematiche”, che coprono terreni che il Dipartimento degli Interni ha concesso l’anno scorso per il leasing al largo delle coste di North Carolina, Virginia, Maryland e Delaware.

Le preoccupazioni del Dipartimento della Difesa, che si aggiungono ad altri ‘attriti’ identificati dalla Guardia Costiera degli Stati Uniti, stanno spaventando tuttavia gli sviluppatori di energia rinnovabile e gli Stati della costa orientale degli Stati Uniti che contano sui parchi eolici del medio Atlantico per raggiungere gli obiettivi climatici di energia pulita.

A RISCHIO IL PIANO BIDEN DA 30GW DI ENERGIA EOLICA OFFSHORE ENTRO LA FINE DEL DECENNIO

Per farla breve, l’opposizione del Pentagono potrebbe mettere a rischio il programma del Presidente Joe Biden di installare 30 gigawatt di energia eolica offshore – equivalenti a 30 reattori nucleari – entro la fine del decennio e gli obiettivi statali di Maryland e Virginia recentemente rivisti e rafforzati, per lo sviluppo e gli impianti di produzione legati alla nascente industria eolica statunitense.

Lo scontro rappresenta l’ultima minaccia per la nascente industria che è già alle prese con le sfide della catena di approvvigionamento, i prezzi alti e l’opposizione delle comunità costiere.

I DUBBI DEL PENTAGONO

Il Pentagono ha individuato i problemi da affrontare con le turbine eoliche offshore che verrebbero installate sul fondale marino nelle acque dell’Atlantico in prossimità di molte delle operazioni e strutture, tra cui il poligono di bombardamento di Dare County, nella Carolina del Nord, utilizzato per l’addestramento degli equipaggi dei jet da combattimento, e una stazione di armamento a Yorktown, in Virginia. Queste aree sono documentate in modo chiaro in una mappa della Marina e dell’Aeronautica, datata 6 ottobre 2022 e distribuita questo mese agli operatori del settore e ai funzionari degli Stati interessati.

Quattro delle sei potenziali aree di locazione per l’eolico offshore delineate dall’ufficio per l’energia oceanica lo scorso novembre sono completamente ombreggiate di rosso, compresi due appezzamenti in acque profonde che potrebbero richiedere turbine galleggianti. I restanti due appezzamenti, in giallo, sono identificati come richiedenti ulteriori studi. Le aree ritenute più prioritarie dal Pentagono coprono gran parte delle potenziali aree di locazione al largo delle coste del Maryland e della Carolina del Nord, scrive Bloomberg.

NON È LA PRIMA VOLTA CHE IL DIPARTIMENTO DELLA DIFESA SI SCONTRA CON QUELLO DEGLI INTERNI

Non si tratta della prima volta che i due settori si scontrano: simili preoccupazioni del Dipartimento della Difesa hanno contribuito a far deragliare i piani per la concessione di petrolio offshore nelle acque vicino alla costa della Virginia circa un decennio fa. E dopo che nel 2019 il Pentagono ha messo in guardia il Dipartimento degli Interni contro il leasing per l’eolico offshore vicino alla costa della California, ci sono voluti circa tre anni per risolvere la questione. Senza dimenticare che ritardi significativi potrebbero rendere più difficile per gli sviluppatori ottenere i crediti d’imposta per questo genere di opere prevista dall’Inflation reduction act Usa.

C’È FIDUCIA DI POTER RISOLVERE LA SITUZIONE

L’ufficio per l’energia oceanica si è detto fiducioso di poter risolvere la controversia. L’agenzia “ha un lungo rapporto di lavoro” con il Dipartimento della Difesa “e insieme abbiamo decontestualizzato e identificato con successo le aree che hanno portato a 27 contratti di locazione lungo la costa atlantica, che coprono oltre 2,1 milioni di acri”, ha dichiarato nel suo comunicato l’ente americano. “Continueremo questa collaborazione mentre cerchiamo di identificare nuove aree di locazione nell’Atlantico centrale”.

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