Advertisement Skip to content
Rinnovabili

Perché in Germania non piacciono i sussidi alle rinnovabili in bolletta

Nel 2020 record di 31 miliardi di euro per finanziare l’energia ‘green’ in Germania. In Italia nel 2020 si stima un peso di 12 miliardi di euro in bolletta. La Spagna separerà gradualmente il finanziamento delle rinnovabili dalle bollette e lo trasferirà nei bilanci dei fornitori e delle compagnie

La Germania ha pagato una somma record per promuovere l’elettricità verde lo scorso anno. La causa? La crisi innescata dal coronavirus che ha impattato in modo più difficile su impianti eolici, solari e biomasse.

SUSSIDI DIRETTAMENTE IN BOLLETTA SONO PUNTO DI ATTRITO

L’aumento dei costi per sostenere le energie rinnovabili è diventato un punto di attrito in molti paesi soprattutto ora che si avvertono le difficoltà economiche della lotta al Covid-19. I sussidi, come avviene anche in Italia, vengono pagato direttamente dai consumatori in bolletta elettrica, contribuendo a rendere i costi energetici al dettaglio tedeschi i più alti in tutto il continente europeo.

31 MILIARDI NEL 2020

Secondo quanto emerge da un’analisi di Bloomberg, che cita i dati dati pubblicati dagli operatori di rete tedeschi, il fiume di denaro incanalato verso l’energia ‘green’ è salito a quasi 31 miliardi di euro nel 2020. La quota di energia verde nel mix energetico della Germania è salita al 46% lo scorso anno da circa il 43% nel 2019.

OBIETTIVO TAGLIARE DI UN TERZO I COSTI PER I CONSUMATORI

Nei prossimi due anni, il governo prevede di tagliare un terzo dei costi che i consumatori pagano utilizzando parte del bilancio nazionale per condividere l’onere. Il consenso tra i partiti sta emergendo in Parlamento e tra le lobby come il gruppo industriale BDI sul fatto che l’attuale regime di finanziamento verde non può essere sostenuto in questo decennio.

IL PICCO NEL 2022-23

Si prevede che i costi delle sovvenzioni, raggiungeranno il picco nel 2022-2023 prima di stabilizzarsi. La Germania è passata a un sistema di aste per espandere la capacità eolica e solare nel 2017, abbandonando il sistema dei tassi di remunerazione garantiti, o tariffe incentivanti, per tutti i nuovi progetti di energie rinnovabili nel tentativo di domare l’aumento della spesa.

IN ITALIA LA RIPRESA DELLE RINNOVABILI NEL 2020

Una situazione simile si registra anche in Italia: innanzitutto bisogna registrare un ritorno alla crescita del fotovoltaico nonostante la crisi dovuta al COVID-19: nel primo semestre di quest’anno le nuove installazioni sono aumentate del 12% rispetto allo stesso periodo del 2019, con una previsione di nuova capacità installata in tutto il 2020 pari a circa 0,8 GW. Nel biennio 2021-2022 il fotovoltaico guiderà la crescita di tutte le energie rinnovabili anche grazie agli incentivi fiscali, tra cui il superbonus del 110%, secondo quanto emerge dal report ‘Renewables 2020’ dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), al quale ha contribuito anche Enea. Inoltre, sul fronte dell’eolico, se la nuova capacità installata nel 2020 si stima sarà di circa 0,2 GW, con una riduzione del 55% rispetto al 2019, nel 2022 dovrebbero entrare in funzione 0,9 GW relativi alle aste in corso.

IN ITALIA 12 MILIARDI DI ONERI IN BOLLETTA PER LE RINNOVABILI

A ottobre Arera ha stimato la dimensione del fabbisogno totale di competenza 2020 degli oneri di sistema sui 14 miliardi di euro l’anno, di cui circa 12 miliardi di euro per il supporto alle fonti rinnovabili (c.d. Componente ASOS), all’interno dei quali operano le agevolazioni a sostegno delle imprese energivore che, in base alle scelte di politica industriale attuate dal Governo, hanno diritto ad uno sconto sulla componente tariffaria ASOS per circa 1,5 miliardi di euro (stima riferita all’anno 2020).

L’Autorità ha più volte segnalato al Parlamento e al Governo l’opportunità di un intervento legislativo volto al trasferimento alla fiscalità generale degli oneri generali di sistema. In particolare, l’Autorità ritiene che debbano essere fin da subito eliminati dalla bolletta elettrica gli oneri non direttamente connessi agli obiettivi di sviluppo ambientalmente sostenibile e quelli finalizzati al contrasto della povertà energetica.

LA SPAGNA HA DECISO DI SEPARARE IL FINANZIAMENTO DELLE RINNOVABILI DALLE BOLLETTE

Una strada che è stata invece percorsa dalla Spagna: il governo ha recentemente proposto una nuova legge che separerà gradualmente il finanziamento delle energie rinnovabili dalle bollette dei consumatori e lo trasferirà nei bilanci dei fornitori e delle compagnie petrolifere e del gas.

Il meccanismo comporterebbe la creazione del Fondo Nazionale per la Sostenibilità del Sistema Elettrico (FNSSE la sigla spagnola) per sostenere il costo dei sussidi rinnovabili, che nel 2019 ammontavano a 7,2 miliardi di euro, circa il 16% delle bollette domestiche.

Il fondo dovrebbe essere gestito dall’Istituto per la diversificazione e il risparmio energetico (IDAE) e nel corso di cinque anni dovrebbe sostituire i costi fissi inclusi nelle bollette dei clienti.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su