Che cosa si è detto alla seconda giornata dell’OMC Med Energy 2023 di Ravenna sulle soluzioni in campo per la decarbonizzazione. Gli interventi degli esponenti di Eni, Sace, Noc, Assorisorse, Baker Hughes, Saipem
Il messaggio fondamentale che emerge dalla seconda giornata dell’OMC Med Energy 2023 di Ravenna è chiaro. La decarbonizzazione arriverà, e deve essere portata avanti, progressivamente e con tante tecnologie. Senza puntare solo su una piuttosto che un’altra.
Lo hanno ribadito questa mattina Salvatore Giammetti di Eni, Piero Ercoli di Snam (che abbiamo intervistato a margine del panel), Filippo Abbà di Saipem, Alberto Matucci di Baker Hughes, Rajab Abdulsadek Khalifa della Noc ed Enrico Lucciola di Sace.
LA CARBON CAPTURE UNA CHIAVE PER LA DECARBONIZZAZIONE
“La CCS [Carbon capture and storage, ndr] è una chiave fondamentale per la decarbonizzazione. Ma per la strategia di lungo termine c’è bisogno di tutte le tecnologie”, dice appunto Salvatore Giammetti – Head of Carbon Capture Utilisation and Storage, Eni. “Una delle due direzioni della CCS riguarda la riduzione delle emissioni dei cosiddetti hard to abate, ma servirà mantenere la carbon neutrality e andare in negativo. L’Europa sta provando a giovare un ruolo primario sulla CCS. Il progetto Eni-Snam che riguarda proprio Ravenna è una grande opportunità per noi come aziende ma anche per l’intera industria italiana”.
LA STRATEGIA DI SAIPEM
“La nostra strategia è su efficienza ed esecuzioni. Guardiamo avanti sulle tecnologie di innovazione: la ccs, siamo l’unico player a lavorare su tutto lo spettro, l’eolico offshore è il secondo, dove c’è un problema di sostenibilità economica, la terza porzione è l’economia circolare (plastica, riciclaggio e tutto il resto), l’ultima area dove stiamo investendo molto è la robotica”, spiega Filippo Abbà – Chief Operating Technology and Innovation Officer, Saipem. “Oggi osserviamo che stiamo facendo tutto allo stesso tempo”.
COSA SERVE PER LA DECARBONIZZAZIONE INDUSTRIALE
“L’industria necessita di un percorso di accelerazione sulla transizione energetica verso basse emissioni di carbonio. La cosa positiva è che possiamo farlo ad ampio spettro in termini tecnologie. Alcune possono essere implementate immediatamente, abbiamo bisogno di tutte quante. Non ce n’è una che da sola risolve i problemi. L’idrogeno ad esempio acquisirà un ruolo sempre più importante. Ma c’è anche la carbon capture, il geotermico”. A dirlo, Alberto Matucci – Vice President Gas Technology Equipment, Industrial & Energy Technology, Baker Hughes.
IL LAVORO DELLA NOC
“Noi lavoriamo con Eni ma anche altri partner per minimizzare il gas, per stimolare le rinnovabili. anche nella ccs, per ridurre le emissioni e aumentare la produzione di energia. Investiamo nelle energie pulite, diversificando le risorse. Incoraggiamo anche i nostri partner a fare lo stesso”, dice, tra l’altro, Rajab Abdulsadek Khalifa – NOC Board Member for Exploration, Development and Planning.
CONTANO ANCHE GLI INVESTIMENTI
“Siamo consapevoli della posizione specifica in Italia. Ci chiediamo come possiamo sostenere la transizione delle aziende impegnate. La sostenibilità finanziaria e dei servizi è in cima alla nostra strategia, alle nostre decisioni. Ma anche l’impatto sull’ambiente e sulla società, a parte quello finanziario”, spiega Enrico Lucciola – Director Business Corporate, SACE.
“Stiamo supportando progetti di riciclo plastica, nelle rinnovabili. Il nostro supporto vale anche per piccole realtà aziendali nel rispetto dei parametri ESG. Infine, operiamo anche nell’ambito dell’istruzione: condividere conoscenze, saperi è fondamentale nel nostro operato che ci vede in contatto con università, nei webinar. ultimo punto: abbiamo sviluppato un progetto per supportare l’italia supply chain, sempre nell’ottica della transizione”.
L’IMPORTANZA DEL CAPITALE UMANO
Infine, Corrado Baccani – Critical Raw Materials Task Force Member, Assorisorse: “Impatto economico e questione della fornitura sono le due leve a cui guardare per gli investimenti. Il riciclo per certi materiali critici è un sogno. Ma per la transizione serve anche capitale umano: geologi, ingegneri. Chi fa esplorazioni in georisorse? In Italia abbiamo ricchezze di materiale in tante regioni”.