La Banca Mondiale avverte la Nigeria: abbandonare le riforme implica minori tassi di crescita rispetto alle altre economie emergenti
La Nigeria (leggi anche: Energia: Il Forum Internazionale dell’Energia elogia Abuja per gli obiettivi netti zero) deve porre fine al suo costoso sussidio sulla benzina entro i prossimi tre mesi (massimo, sei) e riprendere la strada delle riforme abbandonata a seguito dello scoppio della pandemia di Covid-19. È l’invito che la Banca Mondiale ha rivolto al Paese nel focus che ha dedicato alla sua economia.
Nel medesimo report si legge che l’istituzione ha rivisto la proiezione del PIL della Nigeria al 2,4% quest’anno, dall’1,8% di prima, dopo che l’economia è cresciuta di poco più del 4% nel terzo trimestre, il suo quarto aumento trimestrale consecutivo, dopo la recessione indotta dal COVID-19 nel 2020.
Nel mirino della Banca Mondiale che, come è noto, ha l’obiettivo di lottare contro la povertà e organizzare aiuti e finanziamenti agli Stati in difficoltà, il sussidio sulla benzina in quanto nei primi nove mesi del 2021 è già costato alla Nigeria 864 miliardi di naira, ovvero ben oltre 2 miliardi di dollari, esplodendo rispetto all’anno precedente. Troppo per le casse del Paese.
“Sforzi di riforma aggressivi potrebbero contribuire alla crescita più di un periodo prolungato di alti prezzi del petrolio”, si legge nel documento, che appunto sprona il governo ad adottare riforme molto più coraggiose in quanto al momento i tassi di crescita si prevedono inferiori a quelli di altre economie emergenti.
La Nigeria, che continua a faticare a imporre ordine e sicurezza nel proprio territorio, sconvolta da una forte ondata di rapimenti a scopo estorsivo, negli ultimi mesi è comunque riuscita a dimostrare di poter dire la propria nel campo della finanza maggiormente evoluta, lanciando “ENaira“, la valuta digitale della banca centrale nazionale, in partnership con Bitt Inc, fintech con sede alle Barbados.