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Turchia

Perché la Turchia è nei guai con l’approvvigionamento energetico

A meno che le piogge non tornino a riempire le dighe, la Turchia potrebbe non avere altra scelta che rinnovare i contratti del gas a condizioni sfavorevoli, solo per tenere le luci accese

Rischia di trasformarsi in un’estate da incubo la stagione energetica della Turchia che la scorsa settimana ha registrato interruzioni di corrente che hanno lasciato gran parte del paese senza elettricità per oltre un’ora.

PERCHÉ LA TURCHIA HA PROBLEMI DI FORNITURE

Il paese sta affrontando un periodo di insicurezza dal punto di vista delle forniture energetiche principalmente a causa di problemi con il settore idroelettrico, connesso con l’ondata di caldo che sta attraversando il paese e la scadenza di alcuni contratti di import gas.

Secondo quanto riferito da S&P Global Platts, i tagli sarebbero stati causati da un conflitto di interessi tra l’operatore di rete turco TEIAS e l’autorità statale per le acque DSI, responsabile della regolamentazione della fornitura di acqua potabile e dell’irrigazione per l’agricoltura.

Un improvviso picco nella domanda di elettricità ha visto l’esigenza di TEIAS di aumentare la produzione di energia idroelettrica, ma dall’altra parte il DSI ha dovuto ordinare alle dighe di fermare la produzione per preservare le scorte di acqua, che secondo fonti erano in media il 15% rispetto a quanto previsto norme. L’azione ha provocato interruzioni in tutto il paese.

LA CAPACITÀ DI GENERAZIONE TURCA

Sulla carta, la Turchia ha un’ampia capacità di generazione per soddisfare la domanda energetica, con 98.162 GW al 30 giugno. La combinazione di bassi livelli di acqua e basse velocità del vento stagionali, tuttavia, hanno comportato, tuttavia, una disponibilità di appena 45 GW contro la domanda di picco durante l’ondata di caldo di questo periodo che richiederebbe invece 60 GW.

La domanda giornaliera di energia ha battuto il record per diversi giorni in poco più di un mese, raggiungendo 1,146 TWh il 4 agosto, circa il 12% al di sopra degli 1,02 TWh registrati il 9 giugno.

La domanda di energia a luglio è aumentata del 6% su base annua a 30,24 TWh, con i 186,91 TWh registrati per i primi sette mesi dell’anno in crescita del 9,4% rispetto allo stesso periodo del 2020.

IL PROBLEMA DIGHE E GAS

Per colpa dei bassi livelli d’acqua, la produzione dalle dighe idroelettriche della Turchia è diminuita del 29,5% nei primi sette mesi dell’anno, rappresentando il 20,3% della generazione rispetto al 31,5% dello stesso periodo dell’anno scorso, con una situazione in peggioramento di mese in mese .

La combustione di gas ha invece rappresentato il 29,8% della generazione nei primi sette mesi del 2021 contro il 16,9% dello scorso anno, con una percentuale che è salita al 35,6% a luglio, contro il 23,5% di luglio dello scorso anno.

LA POLITICA ENERGETICA TURCA

Il problema delle precipitazioni è stato esacerbato dalla politica di Ankara di aumentare i prezzi del gas in cambio dell’elettricità, per ridurre il consumo di gas e contenere il deficit delle partite correnti del paese.

Nel 2014, il gas ha generato il 47,9% dell’energia elettrica della Turchia, scendendo al 18,9% nel 2019 e solo al 16,9% nei primi sette mesi dello scorso anno a causa della riduzione della domanda generata dalla pandemia.

Con gli impianti di gas a ciclo combinato della Turchia attualmente operativi a piena capacità, tuttavia, il ritorno al gas arriva probabilmente nel peggior momento possibile, proprio mentre la maggior parte dei contratti del gas legacy dell’importatore statale Botas è in fase di rinnovamento.

Un contratto da 6,6 mld di mc/anno per il gas azero si è concluso ad aprile con altri 5,3 mld di mc/anno (Nigeria Gnl 1,3 mld di mc, gasdotto Russia 4 mld di mc/anno) scaduti alla fine dell’anno. Insieme, questi contratti rappresentano il 20% dei 57,9 mld di mc/anno dell’import della Turchia.

BOTAS CERCA GNL

Nel frattempo Botas ha indetto due importanti gare per l’acquisto di Gnl dal 1 giugno e ha segnalato la sua disponibilità ad importare gas azero su base spot. “Se da un lato è improbabile che i fornitori di gasdotti turchi, Azerbaigian e Russia, lascino Ankara senza gas, con i prezzi spot del Gnl attualmente elevati, è probabile che non accetteranno però le richieste di Ankara di gas più economico a condizioni più flessibili – ha spiegato S&P Global Platts -. A meno che le piogge non tornino a riempire le dighe, Ankara potrebbe non avere altra scelta che rinnovare i contratti del gas a condizioni sfavorevoli, solo per tenere le luci accese”.

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