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Petrolio E Gas

Perché le riserve petrolifere di Big Oil potrebbero esaurirsi entro 15 anni

Il compito sta diventando sempre più impegnativo per le grandi compagnie petrolifere: gli investimenti nell’esplorazione si riducono così come le percentuali di successo.

Le riserve ‘comprovate’ di petrolio e gas del gruppo delle grandi società petrolifere stanno diminuendo a un ritmo allarmante, ciò anche a causa del fatto che i volumi prodotti non vengono completamente sostituiti con nuove scoperte. Un’analisi di Rystad Energy mostra che Big Oil ha perso il 15% dei suoi livelli di scorte lo scorso anno, con le riserve rimanenti destinate a esaurirsi in meno di 15 anni, a meno che il gruppo non faccia scoperte di nuovi giacimenti ‘più commerciali’ e più velocemente.

CALANO GLI INVESTIMENTI NELLE ESPLORAZIONI E LE PERCENTUALI DI SUCCESSO

Il compito sta diventando sempre più impegnativo per le grandi compagnie petrolifere: gli investimenti nell’esplorazione si riducono così come le percentuali di successo. “Il calo delle riserve accertate potrebbe creare serie sfide per Big Oil (ExxonMobil, BP, Shell, Chevron, Total ed Eni) per mantenere livelli di produzione stabili nei prossimi anni. Ciò a sua volta potrebbe provocare una diminuzione delle entrate costiutendo una grave minaccia per il finanziamento dei piani di transizione energetica del gruppo”.

NEL 2020 UN CALO DI 13 MLD DI BOE

Big Oil ha visto le sue riserve comprovate diminuire di 13 miliardi di barili di petrolio equivalente (boe) nel 2020. “Le società hanno fatto ricorso a oneri di svalutazione, e nemmeno l’esplorazione di quest’anno è iniziata alla grande. I volumi globali scoperti nel primo trimestre del settore sono stati pari a 1,2 miliardi di boe, il più basso degli ultimi sette anni”, ha evidenziato la società di consulenza energetica.

LE RAGIONI DELLA SITUAZIONE ATTUALE

Tra le altre ragioni che hanno originato la situazione attuale, Rystad Energy riconosce anche il crollo della domanda e dei prezzi del greggio dovuto alla pandemia di Covid-19 e una maggiore attenzione alla disciplina del capitale: elementi che hanno portato “a tagli agli investimenti che potrebbero aggravare la sfida di molti dei principali operatori – ha chiarito Rystad Energy -. Anche per le major europee, che puntano sempre di più sulla transizione energetica, i modelli di business continueranno ad essere dominati dalla vendita di petrolio e gas”.

POSSIBILE RALLENTAMENTO ANCHE PER I PIANI DI ENERGIA PULITA

“La capacità di Big Oil di generare ricavi futuri continuerà a dipendere dal volume di petrolio e gas che le società hanno a disposizione per vendere. Se le riserve non sono abbastanza alte da sostenere i livelli di produzione, le aziende avranno difficoltà a finanziare costosi progetti di transizione energetica, con conseguente rallentamento dei loro piani di energia pulita”, afferma Parul Chopra, vice presidente della ricerca a monte di Rystad Energy.

LE RISERVE PETROLIFERE DI EXXONMOBIL

Le riserve comprovate di ExxonMobil si sono ridotte di 7 miliardi di boe nel 2020, o del 30%, rispetto ai livelli del 2019. Ciò è dovuto principalmente alle riduzioni delle sabbie bituminose canadesi e delle proprietà di shale gas negli Stati Uniti. Proprio le riserve di gas comprovate di ExxonMobil sono diminuite lo scorso anno di 9 trilioni di piedi cubi, principalmente negli Stati Uniti.

LE RISERVE DI SHELL

Shell, nel frattempo, ha visto le sue riserve accertate diminuire del 20% a 9 miliardi di boe lo scorso anno. Le riserve liquide hanno rappresentato un terzo delle riduzioni totali principalmente riconducibili a progetti statunitensi e sudamericani e alla mancanza di nuove scoperte. Le riserve di gas hanno rappresentato i due terzi delle riduzioni, guidate da una revisione di 600 milioni di boe nei progetti australiani.

LE RISERVE DI CHEVRON E BP

Anche Chevron ha subito perdite delle riserve a causa delle svalutazioni, nonostante l’aggiunta di circa 2 miliardi di boe di riserve accertate nelle proprie scorte attraverso l’acquisizione di Noble Energy. Allo stesso modo, BP ha visto le sue riserve accertate totali scendere da 19 miliardi di boe nel 2019 a 18 miliardi di boe nel 2020, principalmente a causa della vendita di asset esistenti e della mancanza di nuove scoperte importanti.

LA SITUAZIONE DI TOTAL ED ENI

Total ed Eni, tuttavia, hanno potuto evitare qualsiasi riduzione delle riserve accertate nell’ultimo decennio. Total ha registrato un significativo successo esplorativo lo scorso anno nel bacino Guyana-Suriname, mentre Eni ha fatto bene grazie al successo in Africa. Chevron e Shell, d’altra parte, hanno faticato a registrare nuovi volumi scoperti. Chevron è riuscita a sostituire solo il 15% dei volumi prodotti dal 2016 al 2020, mentre Shell ha sostituito il 27%.

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