L’attività militare in Ucraina è responsabile di 51,6 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 equivalente. La maggior parte di questa cifra – 35,2 milioni di tonnellate di CO2 equivalente – è stata causata dal consumo di carburante da parte dell’esercito russo, con ulteriori 9,4 milioni di tonnellate dall’uso di carburante da parte dell’esercito ucraino
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha causato direttamente o aperto la strada all’emissione di 175 milioni di tonnellate di CO2 nell’atmosfera. È quanto afferma oggi un rapporto congiunto pubblicato dal ministero dell’Ambiente ucraino e dalle ONG climatiche. Secondo l’analisi, la stima include sia le emissioni che sono state rilasciate sia quelle che sarebbero state prodotte durante i lavori di riparazione a seguito della distruzione causata dall’invasione del febbraio 2022.
Il report ha delineato alcune delle principali attività di emissione di carbonio causate dai combattimenti. “Miliardi di litri di carburante utilizzati dai veicoli militari, quasi un milione di ettari di campi e foreste dati alle fiamme, centinaia di strutture petrolifere e di gas fatte saltare in aria e grandi quantità di acciaio e cemento utilizzati per fortificare centinaia di chilometri di prima linea”, si legge nel rapporto.
CON LA GUERRA IN UCRAINA EMISSIONI PARI A QUELLE DELL’OLANDA
La stima di 175 milioni di tonnellate equivale alle emissioni annuali prodotte da 90 milioni di automobili, ovvero dall’intera Olanda, in un anno. La guerra lanciata da Mosca ha ucciso decine di migliaia di persone e milioni di sfollati, ma ha causato anche ingenti danni ambientali, poiché due eserciti sono impegnati nella più grande guerra terrestre europea degli ultimi 80 anni.
IL “COSTO SOCIALE DEL CARBONIO”
Il rapporto – che cerca di quantificare l’impronta carbonica della guerra – è stato redatto in collaborazione dal ministero dell’Ambiente ucraino e da ricercatori climatici ucraini e di altri Paesi. Il documento ha utilizzato una misura chiamata “costo sociale del carbonio” per calcolare il costo finanziario approssimativo delle emissioni aggiuntive. “Il danno climatico totale causato dalla Russia dopo 24 mesi di guerra ammonta ad oltre 32 miliardi di dollari”, si legge.
Il rapporto afferma che le emissioni della guerra potrebbero essere suddivise approssimativamente in tre terzi: attività militare, acciaio e cemento necessari per ricostruire le infrastrutture danneggiate e l’ultimo terzo costituito da diversi fattori disparati, tra cui incendi e movimenti di persone. “Nei primi mesi della guerra, la maggior parte delle emissioni erano causate dalla distruzione su larga scala di infrastrutture civili che richiedevano un grande sforzo di ricostruzione postbellica. Ora, dopo due anni di guerra, la quota maggiore delle emissioni proviene da una combinazione di guerre, incendi paesaggistici e danni alle infrastrutture energetiche”, si legge nel report.
LE EMISSIONI DELLE ATTIVITÀ MILITARI IN UCRAINA
L’attività militare è responsabile di 51,6 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 equivalente. La maggior parte di questa cifra – 35,2 milioni di tonnellate di CO2 equivalente – è stata causata dal consumo di carburante da parte dell’esercito russo, con ulteriori 9,4 milioni di tonnellate dall’uso di carburante da parte dell’esercito ucraino. Secondo una stima del 2022 realizzata da esperti internazionali, tra i maggiori consumatori di carburante al mondo, gli eserciti mondiali rappresentano il 5,5% delle emissioni globali di gas serra.
Secondo il rapporto, la guerra ha aumentato significativamente la frequenza degli incendi paesaggistici nelle zone colpite. Un milione di ettari di terreno è stato bruciato da 27.000 incendi legati alla guerra, causando un danno atmosferico equivalente a 23 milioni di tonnellate di CO2. Il rapporto calcola inoltre che la chiusura dello spazio aereo sopra l’Ucraina e alcune parti della Russia, oltre che le restrizioni sull’uso dello spazio aereo russo da parte di alcuni vettori, hanno creato poco più di 24 milioni di tonnellate di emissioni aggiuntive di CO2. “Le restrizioni e le precauzioni hanno ampiamente ripulito i cieli sopra circa 18 milioni di kmq di Ucraina e Russia, aggiungendo ore ai viaggi tra Europa e Asia, che consumano ulteriore carburante”, conclude il documento.