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Petrolio

Perché l’Unione Europea è divisa sull’embargo al petrolio russo

Per l’ex aiutante di Putin, Andrei Illarionov, “un embargo completo al petrolio russo potrebbe fermare la guerra”

L’Unione Europea questa settimana inizierà le discussioni provvisorie su un potenziale embargo sulle importazioni di petrolio dalla Russia, ma qualsiasi decisione è ancora lontana settimane, data la profonda divisione sulla questione tra gli Stati membri.

Dall’inizio della guerra russa in Ucraina, alla fine di febbraio, l’Europa ha esitato ad imporre degli embarghi all’energia russa, temendo una recessione per le sue economie e prezzi dell’energia record per i consumatori a causa dell’elevata dipendenza dal petrolio e dal gas russi.

Dopo i filmati delle atrocità delle truppe russe in Ucraina, la scorsa settimana l’UE ha adottato un divieto di importazione di carbone russo. L’embargo, tuttavia, non entrerà in vigore prima di agosto, e ciò darà agli Stati membri dell’Unione Europea il tempo di trovare delle forniture alternative sufficienti.

LE DIVISIONI UE SULL’EMBARGO ALLA RUSSIA

Per il petrolio russo, e in particolare per il gas, una decisione di embargo sarebbe ancora più difficile, poiché l’UE continua ad essere divisa sul divieto: gli  Sati baltici e la Polonia chiedono un embargo petrolifero, mentre la più grande economia, la Germania, continua ad opporsi al divieto delle importazioni di petrolio, affermando che è impossibile sostituire immediatamente le forniture russe e che un blocco delle importazioni danneggerebbe troppo la sua economia.

Nel complesso, l’UE ha fatto affidamento sulla Russia per il 26% delle sue importazioni di petrolio greggio, che nel 2020 hanno soddisfatto il 37% del fabbisogno energetico europeo, secondo Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione. Per quanto riguarda il gas, la dipendenza è ancora maggiore: nel 2020 l’UE ha ricevuto il 46% delle sue importazioni di gas naturale dalla Russia.

La crescente evidenza dei crimini di guerra russi, mentre le truppe si ritirano dalle città ucraine, ha suscitato una forte condanna a livello globale e la determinazione in diversi Stati UE a smettere di usare l’energia russa. Molti hanno chiesto un embargo petrolifero per seguire il divieto di importazione di carbone, ma diverse nazioni, guidate dalla Germania, continuano a resistere all’idea di un divieto alle importazione di petrolio.

UNA DECISIONE CHE RICHIEDE TEMPO

Quindi è probabile che le discussioni su un possibile embargo petrolifero alla Russia richiederanno settimane. Anche se venisse introdotto un divieto, potrebbe trattarsi di un embargo graduale per consentire all’Europa di trovare alternative alla fornitura di petrolio russo, come osserva Laurence Norman del Wall Street Journal. Degli alti funzionari dell’UE hanno chiesto un’azione europea sul petrolio russo per privare la Russia di entrate che potrebbe utilizzare nella guerra in Ucraina.

LE PAROLE DI VON DER LEYEN E BORRELL

Annunciando la proposta di vietare il carbone russo – che l’UE ha approvato venerdì scorso – la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: “Abbiamo vietato il carbone, ma ora dobbiamo esaminare il petrolio e le entrate che la Russia ottiene dai combustibili fossili. Dobbiamo davvero fare uno sforzo, ad esempio per trasferire una quota su un conto a garanzia, in modo da limitare davvero la fonte di entrate della Russia dai combustibili fossili. Questo deve finire, ed è il prossimo passo che dovremo fare insieme”.

Josep Borrell, alto rappresentante UE per gli Affari Esteri e la Politica di sicurezza, dopo l’incontro a Kiev con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha dichiarato: “Dobbiamo continuare ad aumentare la nostra pressione sulla Russia: abbiamo già imposto massicce sanzioni, ma ne dobbiamo fare anche sul settore energetico, incluso il petrolio. Lunedì convocherò un Consiglio Affari esteri dell’UE #FAC per discutere i prossimi passi”.

Borrell, il massimo diplomatico dell’Unione Europea, la scorsa settimana al Parlamento Europeo ha detto che l’UE ha speso molti più soldi per acquistare energia dalla Russia che per aiutare l’Ucraina a resistere all’invasione. “Abbiamo dato all’Ucraina quasi 1 miliardo di euro. Potrebbe sembrare molto, ma 1 miliardo di euro è quello che paghiamo a Putin ogni giorno per l’energia che ci fornisce. Dall’inizio della guerra, gli abbiamo dato 35 miliardi di euro, rispetto al miliardo di euro che abbiamo dato all’Ucraina per armarsi”, ha spiegato Borrell.

Tuttavia la Germania, l’Ungheria e l’Austria, così come alcuni altri membri UE, continuano a resistere ad un divieto assoluto sul petrolio russo, sebbene la Germania la scorsa settimana abbia segnalato che quest’anno potrebbe porre fine alla sua dipendenza dal petrolio russo.

Un ex aiutante di Putin, Andrei Illarionov, lo scorso fine settimana ha detto alla BBC che un embargo completo sul petrolio russo potrebbe fermare la guerra di Putin. “È uno degli strumenti molto efficaci ancora in possesso dei Paesi occidentali”.

Ora l’UE dovrà decidere se può sopportare il dolore economico per colpire le entrate di Putin con un embargo petrolifero.

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