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Perché nessuno sa più cosa succede al mercato del petrolio

Sanzioni all’Iran e guerra commerciale Usa-Cina influiscono sul livello dei prezzi senza dimenticare il vertice Opec+ di inizio luglio sui tagli alla produzione

C’è sempre stata molta incertezza sulla domanda e l’offerta di petrolio ma negli ultimi anni questa incertezza è diventata ancora più evidente. Tanto da rendere difficile per gli analisti fare previsioni sul mercato. Come mai?

SEMPRE PIÙ DIFFICILE SAPERE QUALI LIVELLI DI PRODUZIONE BILANCERANNO IL MERCATO

Bloomberg questa settimana ha citato Jeffrey Currie, capo delle materie prime di Goldman Sachs, secondo cui che è diventato “sempre più difficile sapere quali livelli di produzione bilanceranno il mercato”. Currie si riferiva alla decisione che l’Opec+ dovrà prendere all’inizio del prossimo mese per decidere se continuare a tagliare la produzione o iniziare ad aumentarla. L’analista ha attribuito questa maggiore difficoltà alla mancanza di chiarezza sulle esportazioni iraniane e sulla produzione statunitense che risulta, invece, in costante aumento.

SANZIONI ALL’IRAN E GUERRA COMMERCIALE USA-CINA INFLUISCONO SUL LIVELLO DEI PREZZI

Il primo fattore ha reso l’Arabia Saudita riluttante nel mantenere la sua promessa di colmare qualsiasi lacuna lasciata dalle sanzioni americane sul petrolio iraniano: non sapendo infatti esattamente quanto sia profonda la lacuna, Riad rischia di aumentare l’offerta in eccesso nel caso facesse crescere la sua produzione senza stime precise. Quest’ultimo fattore a sua volta, ha però contribuito alle aspettative di un eccesso di offerta globale, fattore che ha spinto i prezzi al ribasso. Se a questo elementi si aggiunge la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina che, secondo l’opinione comune, influirà sulla crescita economica globale emerge un quadro di incertezza che rende molto complicato il lavoro degli analisti.

PETROLIO LEGGERO CONTRO PETROLIO PESANTE

L’analisi del quadro generale tende però a trascurare i dettagli. “Alcuni di questi includono il fatto che qualsiasi eccesso di offerta derivante dalla crescente produzione statunitense sarà eccesso di offerta di greggio leggero, mentre il mercato del greggio pesante oscilla verso un quadro di carenza a causa delle sanzioni del Venezuela e dell’Iran – scrive OilPrice -. Tutte le notizie relative al ribaltamento del mercato petrolifero statunitense in eccesso di offerta si basano su dati sulla produzione nel comparto shale che produce esclusivamente greggio leggero. Ci sono qualità più pesanti prodotte nel Golfo del Messico, ma queste tendono a rimanere fuori dalle storie di eccesso di offerta”.

IL MANTRA DEI TAGLI DI OPEC+ Opec

Poi c’è il discorso legato all’Opec+. Da giorni il mantra ricorrente è capire se i paesi produttori estenderanno o meno i tagli. A dire il vero non si tratta di una questione di poco conto visto che nelle riunioni precedenti il dibattito era piuttosto inutile visto che i tagli erano sostanzialmente voluti da tutti. Ora, invece, gli analisti sono meno sicuri che l’estensione del taglio possa avere semaforo verde e questo anche a causa del fatto che tutta la questione non ruota solo attorno ai prezzi del petrolio. Non è un segreto, infatti, che da quando l’Opec ha iniziato a collaborare con la Russia sui tagli di produzione, ha perso molto della sua influenza: “Mosca è un produttore più grande di Riad e si sospetta che spinga per fare pressione sui prezzi, cosa che i membri dell’Opec non amano vedere – evidenzia OilPrice -. Alcuni arrivano a dire che la Russia sta tirando le fila dell’Opec. La Russia è abbastanza soddisfatta del greggio a basso prezzo, mentre i suoi partner dell’Opec, soprattutto l’Arabia Saudita, hanno bisogno di prezzi del barile più elevati” per esigenze di bilancio. “Non c’è quindi da stupirsi se, prima della riunione dell’Opec+, i media abbiano riferito che Aramco ha esteso la sua offerta di partecipazione in Lng Artic 2 di Novatek, dopo che, secondo quanto riferito in precedenza, la società saudita si era ritirata dal progetto”.

IN POLITICA INTERNAZIONALE VALE LA REGOLA DEL DO UT DES

“Naturalmente, potrebbe essere una coincidenza, ma se c’è una regola nella politica internazionale è che nessuno ottiene qualcosa per niente. Non c’è ragione per cui le relazioni tra Russia e Arabia Saudita dovrebbero essere diverse, per esempio, da quelle tra Stati Uniti e Germania per quanto riguarda l’energia in generale e il gas naturale in particolare. È possibile che la Russia sostenga un’estensione dei tagli nel caso in cui l’Arabia Saudita restituisca il favore in modo appropriato. Ma è anche possibile che qualcos’altro abbia la priorità, come la protezione delle quote di mercato”, spiega ancora OilPrice.

VALORI MEDI DEL GREGGIO ACUISCONO PROBLEMI TRA RUSSIA E ARABIA SAUDITA

“È molto più facile unificare una posizione, quando c’è un’interruzione dell’offerta o una forte domanda, allora sia la Russia sia l’Arabia Saudita potrebbero voler aumentare la produzione”, ha detto Currie a Bloomberg. Eppure in questo momento “si è in un contesto di media grandezza. E questo rende più evidenti le tensioni tra Russia e Arabia Saudita”. Ma naturalmente tutto si chiarirà con la riunione Opec+ prevista per la prima settimana di luglio.

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