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Gasdotto Nord Stream

Perché Nord Stream 2 è tornato sotto i riflettori

L’attacco al leader dell’opposizione russa Aleksei A. Navalny ha rilanciato gli appelli per cancellare il gasdotto Nord Stream 2. Ecco cosa c’è dietro il dibattito.

L’ avvelenamento del leader dell’opposizione russa Aleksei A. Navalny ha rianimato la lunga faida sul gasdotto russo che dovrebbe fornire oltre 55 mld di mc di gas all’Europa.

Il gasdotto da 11 miliardi di dollari e 746 miglia di lunghezza, si estende sotto il Mar Baltico dalla costa russa vicino a San Pietroburgo fino alla Germania. Quando il lavoro è stato interrotto quest’anno a causa delle sanzioni statunitensi, il tubo era quasi completo; rimangono dal terminare solo 50 miglia.

Il progetto era andato avanti nonostante l’opposizione degli Stati Uniti e della maggior parte dei paesi europei a parte a Germania e Francia. Il dibattito ora si è spostato anche in Germania dove ci si interroga sul fatto di supportare l’infrastruttura o cancellarla come rappresaglia per l’avvelenamento del leader dell’opposizione russa.

LE POSIZIONI

“Dobbiamo rispondere con l’unica lingua che Putin comprende, la lingua del gas naturale”, ha detto questo mese il capo della commissione per gli affari esteri del parlamento tedesco, Norbert Röttgen. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha fortemente sostenuto il progetto, sebbene di recente abbia accennato a un certo ammorbidimento della sua posizione. Mentre dalla Russia si respingono qualsiasi ipotesi di collegamento tra il caso Navalny e Nord Stream 2. Parlando ai giornalisti in una teleconferenza, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha chiesto di smettere con il “politicizzare” il Nord Stream 2. “È un progetto commerciale assolutamente in linea con gli interessi sia della Russia sia dei paesi dell’Unione Europea, e principalmente della Germania”, si legge su Al Jazeera.

L’EUROPA NON HA BISOGNO DI NUOVE FORNITURE DI GAS?

La prima domanda da porsi è se l’Europa abbia bisogno di nuove forniture di gas. “Non proprio. Nord Stream 2 duplica non solo un gasdotto esistente sotto il Baltico, Nord Stream 1, ma anche i gasdotti dalla Russia che attraversano l’Ucraina e la Bielorussia e proseguono nell’Europa orientale. Sono già sottoutilizzati e rimarranno tali per anni o decenni, secondo un’analisi di Renaissance Capital, una banca d’investimento di Mosca”, scrive Andrew E. Kramer sul New York Times.

“Il nuovo gasdotto ha la capacità di spedire 55 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno, ma i gasdotti esistenti che attraversano l’Ucraina hanno 77 miliardi di metri cubi di capacità inutilizzata e avranno 102 miliardi di metri cubi di capacità inutilizzata tra due anni, secondo quanto previsto dai contratti tra l’operatore del gasdotto ucraino e Gazprom. Con il completamento del Nord Stream 2, quasi tutto il gas naturale europeo dalla Russia arriverà attraverso i gasdotti sotto il Mar Baltico o attraverso un altro nuovo gasdotto sottomarino, TurkStream, sotto il Mar Nero, a sud”.

ALLORA PERCHÉ LA RUSSIA VUOLE IL GASDOTTO?

E allora perché la Russia vuole il gasdotto? “Perché per Mosca, che usa il gas naturale come strumento politico oltre che come fonte di profitto, la grande domanda non è quanto gas va all’Europa, ma come ci arriva. Quindi per il presidente Vladimir V. Putin, che dirige personalmente la politica energetica della Russia, le rotte di transito sono la considerazione più importante – si legge ancora sul Nyt -. Negli Stati ex sovietici e nell’Europa orientale, le élite locali possono condividere i profitti energetici se promuovono le politiche filo-russe. Se un leader si appoggia all’Occidente, a volte i prezzi aumentano o le forniture vengono ridotte, come è successo due volte in Ucraina. L’unico problema con questo approccio è che gli stessi gasdotti dell’era sovietica che riforniscono quei paesi spediscono anche carburante ai clienti più a ovest in Europa. Mettere la sordina all’Ucraina o alla Bulgaria, ad esempio, ha un impatto anche sull’Europa occidentale, creando una situazione di crisi che fa infuriare le capitali europee mentre taglia le entrate della Russia, circa 48 miliardi di dollari le vendite di gas in Europa lo scorso anno”.

L’AUSTRIA RESPINGE LE RICHIESTE DI STOP AL GASDOTTO

L’Austria, intanto, ha respinto le richieste di fermare il gasdotto Nord Stream 2 in risposta all’avvelenamento di Navalny. Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha dichiarato che il progetto è commerciale e non dovrebbe essere collegato al caso dell’oppositore russi, aggiungendo di essere d’accordo con il presidente austriaco Alexander van der Bellen.

“Nord Stream 2 per noi è un progetto economico, un progetto positivo, perché crediamo che sia positivo avere una maggiore diversificazione e poter utilizzare diverse rotte per la fornitura di energia all’Europa”, ha detto Kurz durante una conferenza stampa a Vienna riportata da S&P Global Platts.

Kurz – che ha parlato a fianco del presidente ucraino Volodymyr Zelensky – ha detto che l’opinione dell’Austria sul Nord Stream 2 è diversa da quella dell’Ucraina, che si è fortemente opposta al gasdotto fin dalla sua nascita. Zelensky ha esortato l’Austria a cercare di vedere la situazione “dal punto di vista dell’Ucraina”.

PERCHÉ LA MERKEL DIFENDE IL NORD STREAM 2?

La Merkel ha giustificato il suo sostegno al gasdotto nell’ambito di una politica più ampia di impegno con Russia e Cina sul commercio. I sostenitori del gasdotto nel suo partito affermano che la Russia dipende più dalle entrate del gas naturale di quanto la Germania dipenda dall’approvvigionamento di gas. “Una volta che il gasdotto sarà acceso, dicono, la Russia avrà meno probabilità di comportarsi male perché tali azioni potrebbero portare a sanzioni. ‘Legare la Russia ad accordi commerciali modererà il comportamento della Russia’, ha detto in un’intervista telefonica Kirsten Westphal, analista dell’Istituto tedesco per gli affari internazionali e di sicurezza”, secondo quanto riporta il Nyt.

CHI SI OPPONE AL NORD STREAM 2 E PERCHE’

Gli Stati Uniti e la maggior parte dei paesi europei a parte Germania e Francia si oppongono al progetto per l’esatta ragione per cui la Russia lo vuole. “Lo vedono come un tentacolo dell’influenza russa, che si insinua in Europa. Negli Stati Uniti, l’opposizione al Nord Stream 2 è una delle poche questioni bipartisan”, scrive il Nyt ricordando che “otto paesi dell’Europa orientale hanno approvato una petizione contro il gasdotto, sostenendo che li lascia vulnerabili al ricatto energetico russo”. E la stessa Italia “si oppone, dicono gli analisti, per la preoccupazione che l’instradamento del gas russo attraverso la Germania anziché l’Ucraina possa rafforzare il peso di Berlino nell’Unione europea”.

LA RUSSIA VA AVANTI

Nel frattempo, la Russia sembra intenzionata a portare a termine il lavoro. La nave Ivan Sidorenko è salpata da San Pietroburgo per il porto tedesco di Mukran, dove sono immagazzinati i tubi per il Nord Stream 2, come mostrano i dati di tracciamento della nave da Refinitiv Eikon, riferisce Reuters.

La Sidorenko fornirà tubi per consentire a un’altra nave russa, la Akademik Cherskiy, di terminare la posa del gasdotto, ha riportato il quotidiano Kommersant, senza citarne le fonti. L’Akademik Cherskiy è attualmente ormeggiato a Mukran, come mostrano i dati di Refinitiv Eikon.

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