Secondo il presidente dell’AIN, Stefano Monti, “recuperare un ruolo di leadership nel nucleare è essenziale per decarbonizzare e migliorare la sicurezza energetica. Oltre alla ricerca, dobbiamo accelerare l’adozione delle tecnologie avanzate già disponibili, per integrare le rinnovabili e affrontare con coraggio la transizione energetica”
Risolvere il trilemma energetico unendo sostenibilità, sicurezza degli approvvigionamenti e competitività è una sfida complessa. La transizione energetica può essere efficace solo con una graduale sostituzione dei combustibili fossili, integrando le fonti rinnovabili e l’energia nucleare in un mix equilibrato.
IL COSTO DELL’ENERGIA ELETTRICA IN ITALIA
“In Italia – scrive su Il Giornale il presidente dell’Associazione Italiana Nucleare, Stefano Monti – il prezzo medio all’ingrosso dell’energia elettrica nel 2023 è stato di 127 €/MWh, il 30% in più rispetto a Germania e Francia e il 50% in più rispetto alla Spagna. Negli Stati Uniti, questi prezzi sono da due a tre volte inferiori. Questa disparità non solo pesa sul sistema industriale europeo, ma ha anche ampliato il divario economico con gli USA: negli ultimi 20 anni il gap di PIL è passato dal 15% del 2002 al 30% del 2023”.
IL RUOLO DEL NUCLEARE NELLA DECARBONIZZAZIONE
L’Unione europea ha posto l’ambizioso obiettivo del net zero al 2050: decarbonizzare non solo la produzione di elettricità – che rappresenta il 20-25% del consumo energetico -, ma l’intero sistema energetico. “Questo – ha aggiunto Monti – richiede un approccio pragmatico e tecnologicamente neutro. Le rinnovabili sono un pilastro fondamentale della transizione, ma non possono essere l’unica soluzione. In Italia il 40% dell’elettricità proviene da fonti rinnovabili, che coprono però solo il 4-5% della domanda energetica complessiva”.
LE RINNOVABILI NON BASTANO
Le rinnovabili, seppur cruciali, presentano dei limiti poiché sono intermittenti, producono esclusivamente elettricità, richiedono ampi spazi, e la loro espansione è costosa. Inoltre, dipendono da materiali critici provenienti soprattutto dalla Cina, con implicazioni per la sicurezza degli approvvigionamenti.
Secondo il presidente AIN, “per raggiungere una decarbonizzazione completa, è necessario affiancare alle rinnovabili altre fonti stabili e scalabili; in questo senso, il nucleare rappresenta un’alternativa, in quanto permette di produrre non solo elettricità, ma anche calore e idrogeno in modo continuo, sicuro e competitivo, senza emissioni di gas climalteranti”.
SUL NUCLEARE L’ITALIA PUÒ CONTARE SU COMPETENZE IMPORTANTI
“L’Italia – ha concluso Monti – ha ancora delle competenze significative nel settore, con 74 industrie e 3.000 addetti impegnati, e molti esperti del nostro Paese all’estero ricoprono posizioni di rilievo. Recuperare un ruolo di leadership in questo campo è essenziale per decarbonizzare, stabilizzare i prezzi e migliorare la sicurezza energetica. Oltre alla ricerca, dobbiamo accelerare l’adozione delle tecnologie nucleari avanzate già disponibili, per integrare le rinnovabili in modo complementare e affrontare con coraggio la transizione energetica”.
LA GIORNATA ANNUALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA NUCLEARE
E proprio di nucleare si è parlato martedì scorso, a Roma, in occasione della Giornata annuale dell’Associazione Italiana Nucleare. Nel corso della giornata istituzioni, stakeholder, esperti internazionali e rappresentanti delle industrie energetiche si sono riuniti per discutere le sfide e le opportunità del nucleare nel rilancio del nostro sistema energetico.
Durante la giornata annuale AIN, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha affermato che “entro fine anno presenteremo una bozza di legge-delega per definire un percorso normativo e un nuovo schema di governance. Perché, se da un lato l’economia e il mondo delle imprese stanno lavorando a progetti a breve e a lungo termine, dall’altro bisogna riformare il sistema delle norme per rendere possibile la produzione in Italia”.
“Le nostre università – ha sottolineato il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso – hanno continuato a sfornare ingegneri nucleari, i nostri centri di ricerca a operare in tal senso e le nostre aziende a continuare a lavorare all’estero, noi oggi siamo nella condizione di rientrare tra gli attori del nucleare di nuova generazione. D’altra parte, questo è necessario per affrontare i nodi del Paese”.
Infine, Francesca Salvemini, Capo Segreteria Tecnica del MASE e responsabile della Piattaforma Nazionale per il Nucleare Sostenibile, ha affermato che “l’Italia ha deciso di guardare al nucleare come a una tecnologia promettente e che può giocare un ruolo da tutti i punti di vista. Gli scenari disegnati dai 7 gruppi che avevamo creato ci hanno portato ad individuare una quota di circa l’11% (ma che può arrivare fino al 22%) di fabbisogno elettrico al 2050. Un altro elemento chiave è la legge delega, che sarà presentata nei prossimi mesi e che, grazie a regole chiare, permetterà di fare investimenti nel settore, attrarre capitali e talenti, fare ricerca e sviluppare un filiera industriale competitiva”.