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Fine Del Mercato Tutelato, Ecco Cosa Cambierà Nelle Bollette

Perché sullo stop alla proroga del mercato tutelato pesa l’altolà di Fitto (e della Meloni)

Il ministro per la sicurezza energetica Pichetto Fratin, in quota Forza Italia, in queste settimane ha provato a esercitare la sua moral suasion anche in Ue spingendo per un rinvio, tra sei mesi e un anno, della liberalizzazione. Un passaggio graduale, soft. Anche la maggioranza era in parte d’accordo per una proroga
Quando ci si trova di fronte a provvedimenti che hanno effetti su circa dieci milioni di persone è chiaro che nessuna forza politica vuole lasciare le proprie impronte sugli effetti negativi, concreti e di immagine, che ne conseguirebbero. Così la nuova spaccatura all’interno del governo si ha sul mercato tutelato dell’energia.

Ieri il Cdm ha varato alcuni provvedimenti sul fronte energetico ma non c’era alcuna proroga al mercato tutelato di cui tanto si è parlato in questi mesi. Il risultato è che famiglie e microimprese dovranno passare al mercato libero dal 10 gennaio per le bollette del gas (anche se prima ci sarà la valutazione di Arera) e da aprile per l’elettricità.

COME NASCE LO STOP AL MERCATO TUTELATO

La fine dei servizi energetici in regime di mercato tutelato era una delle norme previste dal pacchetto di liberalizzazioni con cui il governo Renzi voleva replicare le “lenzuolate” di Prodi-Bersani. Il ddl concorrenza, uscito da Palazzo Chigi nel 2015, è stato approvato nell’agosto del 2017. Il vincolo di legge è stato poi inserito nel Pnrr con Conte (governo giallo-rosa) e poi confermato dal governo Draghi (sostenuto da tutti tranne che da Fdi e la sinistra italiana).

Il ministro per la sicurezza energetica Pichetto Fratin, in quota Forza Italia, in queste settimane ha provato a esercitare la sua moral suasion anche in Ue spingendo per un rinvio, tra sei mesi e un anno, della liberalizzazione. Un passaggio graduale, soft.

CHI ERA A FAVORE DELLA PROROGA DEL MERCATO TUTELATO

A parte le opposizioni, tra le stesse forze di maggioranza si era registrata particolare sensibilità al tema. La Lega, con il deputato economista Bagnai, spiegava che il passaggio al mercato libero “in un contesto inflattivo come quello attuale, caratterizzato da tensioni e volatilità sul mercato dell’energia e dal rincaro del costo del denaro, rischia di compromettere i bilanci di tante famiglie e imprese”.

Appena una settimana fa il neo capogruppo di Forza Italia Gasparri rinnovava l’auspicio che la richiesta di proroga potesse essere accolta “La politica degli aiuti – spiegava Gasparri – continuerà previa autorizzazione dell’Unione europea, dove noi stiamo discutendo. Perché esiste anche l’Unione europea che deve autorizzare delle politiche di aiuti e di sostegni. Il governo italiano sta chiedendo all’Unione europea il permesso di continuare quella politica di aiuti alle famiglie, soprattutto le più deboli e più povere che ne hanno bisogno”.

Anche in Fratelli d’Italia si era registrata questa attenzione al problema. A metà novembre il vicepresidente della Camera Rampelli aveva annunciato l’approvazione di ordine del giorno per dare “mandato al governo italiano di rappresentare a Bruxelles la volontà generalizzata del Parlamento per non abolire il mercato energetico tutelato, rinegoziando le posizioni dei precedenti governi. In cambio del Pnrr furono infatti approvate misure capestro per l’Italia di cui l’abrogazione del mercato tutelato è solo un elemento”.

LO STOP DI FITTO (E DI MELONI)

Dalle ricostruzioni odierne della stampa sembra che a frenare qualsiasi ipotesi di proroga sia stato il ministro Fitto, fedelissimo di Giorgia Meloni, “sposando la linea Draghi sul passaggio definitivo al mercato libero” quale “altro segnale a Bruxelles”. “Proprio per rispettare un impegno preso nell’ambito del Pnrr – scrive Repubblica – che la premier e il ministro decidono di forzare la mano, piegando le resistenze del dicastero dell’Ambiente, che spingeva per un rinvio”. Ancora una volta, quindi, Fitto – per conto Meloni – è riuscito a imporsi politicamente su Lega e Forza Italia, al netto della bontà o meno della decisione.

IL DISTINGUO DI SALVINI: “CONTO CHE FITTO RIMEDI A ERRORE”

Sul mercato tutelato “conto che con il dialogo si riesca a rimediare a un errore che ci siamo trovati sul tavolo” ha detto il leader della Lega Matteo Salvini alla Stampa Estera. Salvini ha parlato delle “interlocuzioni del ministro Fitto con la commissione” auspicando una “soluzione positiva”. Il vicepremier si è detto favorevole alla proroga. “L’interlocuzione con la commissione europea ci sarà, contiamo di risolvere il problema senza gli emendamenti. Anche perché non abbiamo cifre da investire nel settore come Francia e Germania. Conto che si riesca a rimediare ad un obiettivo che purtroppo Draghi e chi c’era prima di lui avevano messo come milestone nel Pnrr”, ha spiegato. Il piano, riferisce Salvini, è “ridiscuterne tempi e modi. Una volta portato a casa questo, finanziariamente ci staremo dentro”, “non è un problema”. “Il problema è che è una trattativa a due”.

Di Riccardi Barbin per Policymakermag

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