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Usa

Rick Perry, segretario all’energia Usa, vuole dimettersi? Ecco perchè

Le motivazioni che si nascondono dietro le possibili dimissioni di Rick Perry, segretario all’energia Usa

Il segretario americano all’energia Rick Perry (equivalente del nostro ministro) dovrebbe annunciare le sue dimissioni entro la fine di novembre. La scelta, ancora non confermata, me nemmeno smentita, potrebbe essere dovuta a più motivazioni messe insieme: l’indagine di impeachment contro il Presidente americano Donald Trump, in cui è coinvolto, e il suo non riuscire a fermare l’avanzata delle rinnovabili (che poco piacciono all’inquilino della Casa Bianca). Andiamo per gradi.

LA DECISIONE

Dopo mesi di indiscrezioni, Rick Perry sarebbe pronto a dimettersi. Dovrebbe annunciare la sua scelta a novembre, secondo Politico.

“I Media hanno più volta annunciato le dimissioni del segretario Perry in questi mesi, ma è ancora il segretario per l’energia”, ha detto la portavoce Shaylyn Hynes in una nota. “Un giorno i media avranno ragione”, ha aggiunto.

L’INDAGINE CONTRO DONALD TRUMP

Ma perchè Perry dovrebbe abbandonare l’incarico? Tra i motivi più plausibile ci sarebbe il suo coinvolgimento nell’ndagine che i Democratici statunitensi starebbero conducendo contro Donald Trump. Sembrerebbe che il presidente statunitense Donald Trump abbia fatto delle pressioni sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky per convincerlo ad avviare un’indagine, in Ucraina, sulle attività del figlio di Joe Biden, Hunter, allora parte del consiglio di amministrazione di un’importante società ucraina del gas. Biden è tra i favoriti delle primarie Democratiche per le prossime presidenziali.

È stata avviata una proceduta di impeachment contro Trump (cosa con pochi precedenti nella politica degli Stati Uniti) che vede coinvolto anche Perry, che ha incontrato il presidente ucraino Zelensky per ben 3 volte in questi anni.

NON HA FERMATO AVANZAMENTO GAS E RINNOVABILI

Se l’indagine, al momento, si presenta come la motivazione più plausibile per le dimissioni delle prossime settimane, è anche vero che il ministro dell’energia non avrebbe centrato gli obiettivi tanti cari a Donald Trump. Come scrive Reuters, infatti, Perry non è riuscito a salvare le centrali nucleari e le centrali a carbone degli Stati Uniti dalla chiusura, mentre avanzano il gas naturale, l’energia solare e quella eolica.

UNA SCELTA CRITICATA

In tanti, queste dimissioni, le aspettavano (e ci speravano). La scelta di Perry da parte di Donald Trump, infatti, è stata molto criticata. Il dipartimento dell’energia si occupa, tra le altre cose, del mantenimento dell’arsenale nucleare del paese; è il principale finanziatore di ricerche scientifiche in vari campi, dalla fisica all’astronomia, ed aiuta a stabilire i parametri per la produzione di energia. Competenze che, secondo tanti, Perry non ha. Gli ultimi due segretari dell’Energia, sotto l’amministrazione Obama, sono stati due scienziati: il premio Nobel per la fisica Steven Chu e il fisico nucleare dell’M.I.T. Ernest J. Moniz.

E c’è di più. Lo stesso Perry, nel 2011, disse che i dipartimenti per il Commercio, per l’Educazione e per l’Energi erano inutili.

CHI E’ RICK PERRY

Facciamo un passo indietro. Perry è stato governatore Repubblicano del Texas dal 2000 al 2015, sostituendo George W. Bush che nel frattempo era stato eletto presidente degli Stati Uniti, ed è stato fra i principali candidati alle primarie Repubblicane del 2012 (vinte poi da Mitt Romney). Nel 2016 Perry ci ha riprovato, ma è stato il primo candidato a ritirarsi – nel settembre del 2015 – a causa dei numeri troppo bassi nei sondaggi.

Dopo aver studiato da veterinario, Perry ha lavorato alcuni anni come pilota dell’aviazione militare americana per poi entrare nell’azienda agricola del padre. Entrò in politica a metà degli anni Ottanta, come Democratico (cambiò partito nel 1989).

Fu eletto alla Camera del Texas nel 1985 e la sua carriera politica è stata sempre in ascesa.

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