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Petrolio

Iraq, ecco cosa vuol fare il nuovo ministro del Petrolio

Thamir Ghadhban pronto a incrementare la produzione di greggio, l’export e a migliorare le infrastrutture

L’Iraq aumenterà la produzione di petrolio e lavorerà con altri paesi Opec per assicurare prezzi “giusti” per acquirenti e produttori. È l’obiettivo che si è prefissato il nuovo ministro del Petrolio iracheno, Thamir Ghadhban che sostituisce l’ormai ex titolare del dicastero, Jabbar al Luaibi.

GHADHBAN: LAVOREREMO PER AUMENTARE LA PRODUZIONE E LA CAPACITÀ DI ESPORTAZIONE DELL’IRAQ

“L’Iraq giocherà un ruolo costruttivo, positivo ed influente in Opec – ha detto Ghadhban in un’intervista dopo l’annuncio del suo nuovo incarico -. Lavoreremo per aumentare la produzione e la capacità di esportazione dell’Iraq e anche per diversificare i terminali di esportazione e migliorare le infrastrutture”.

L’IRAQ AL MOMENTO STA POMPANDO GREGGIO A UN LIVELLO UN RECORD DI 4,78 MILIONI DI BARILI AL GIORNO

Il secondo più grande produttore dell’Opec dopo l’Arabia Saudita, ha ampiamente ricostruito la sua industria energetica dopo decenni di sanzioni e guerre. L’Iraq al momento sta pompando greggio al livello un record di 4,78 milioni di barili al giorno, ha detto al-Luaibi lo scorso fine settimana. Le sue esportazioni sono aumentate negli ultimi anni e hanno raggiunto un massimo biennale di 4,062 milioni di barili al giorno a settembre, secondo i dati raccolti da Bloomberg.

GHADHBAN UNA STORIA COMINCIATA AI TEMPI DI SADDAM HUSSEIN

Subito dopo l’invasione militare guidata dagli Stati Uniti che soppiantò il regime di Saddam Hussein, Ghadhban riunì un team di gestione ad interim per prendere in carico il ministero del petrolio e contribuire ad aumentare la produzione di greggio e le esportazioni. È stato ufficialmente nominato ministro del petrolio nel 2004 e nel 2005. Prima della guerra, era a capo della pianificazione del ministero. Ghadhban è stato addestrato come geologo e ingegnere dei giacimenti petroliferi presso l’Imperial College di Londra. Ha lavorato sui giacimenti petroliferi di Bassora per 16 anni, ha gestito i giacimenti nazionali e nel 1992 è stato promosso a direttore della pianificazione. Più tardi quello stesso anno fu arrestato per ordine del generale Hussein Kamel, genero di Saddam Hussein con l’accusa di disprezzo verso il presidente per aver chiesto riforme democratiche e criticato i palazzi presidenziali, sostenendo le rivolte sciite nel sud. È stato rilasciato dopo 48 giorni di carcere, per poi tornare al ministero con un grado inferiore. Nei giorni scorsi era considerato il candidato dell’Iraq per il posto di segretario generale dell’Opec nella corsa contro l’Arabia Saudita e l’Iran che alla fine è stato vinto dal nigeriano Mohammad Barkindo nel 2016. Dopo dieci è comunque tornato in sella al ministero che aveva guidato ai tempi di Saddam Hussein.

A DICEMBRE INCONTRO OPEC PER FIRMARE ACCORDO PERMANENTE PER INTERVENTI SUL MERCATO

L’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio è pronta a incontrare gli alleati tra cui la Russia a dicembre per la possibile firma di un accordo permanente per una cooperazione riguardante gli intervenire sul mercato, ha detto il ministro saudita dell’energia Khalid Al-Falih durante una conferenza a Riad in settimana. I prezzi del greggio Brent sono saliti del 13 per cento quest’anno, mentre i produttori hanno tagliato la produzione per eliminare l’eccesso.

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