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Petrolio

Petrolio, commercio e non solo. Il Taccuino estero

Alcuni dei principali dossier a cavallo tra energia e geopolitica nel Taccuino estero di Energia Oltre

CHE SUCCEDE A PETROLIO E PETROLIFERI

Partenza in rialzo lunedì per Piazza Affari, che inizia la settimana in territorio positivo nonostante le nuove tensioni fra Usa e Cina. A pochi minuti dall’avvio il Ftse Mib segnava un rialzo dello 0,33% a 20.094 punti. Fra i bancari sono ben comprati Bper (+1,24%) e Unicredit (+0,97%) mentre e’ piu’ timida Intesa Sanpaolo (+0,12%). In rialzo gli industriali, con acquisti sul comparto auto, dove Fca e Pirelli avanzano accoppiate a +0,67%, mentre sono piatte Leonardo e Prysmian; contrastato il lusso, con Ferrari in calo e Moncler in spolvero (+1,34%). Nell’energia bene i petroliferi con Eni (+0,65%) mentre sono contrastate le utilities, con Enel poco mossa (+0,1%) ed Hera in calo. Seduta poco mossa a Wall Street, quella di venerdi’ 14 agosto, con il Dow Jones unico sopra la parita’, dopo una partenza in negativo in seguito al deludente dato sulle vendite al dettaglio di luglio, cresciute dell’1,2% contro attese per un +2,3%; la settimana si e’ comunque chiusa in positivo per tutti i maggiori indici. Il petrolio Wti al Nymex ha perso lo 0,5%, ma ha guadagnato in settimana l’1,9%, chiudendo a 42,01 dollari al barile, dopo il nuovo record negativo in 15 anni per il numero delle trivelle petrolifere statunitensi, secondo il rapporto di Baker Hughes. (Redazione Energia Oltre)

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RIMANDATO IL CONFRONTO SULL’ACCORDO COMMERCIALE USA-CINA

È stata rimandata a data da destinarsi la videoconferenza tra il Rappresentante al Commercio Usa Robert Lighthizer e il vice-premier Liu He che era stata annunciata pochi giorni fa come occasione per fare il punto sulla fase 1 dell’accordo commerciale tra le due potenze.

I DUE CAPO NEGOZIATORI USA DOVEVANO FARE IL PUNTO A SEI MESI DALLA FIRMA DELLA FASE 1 DELL’ACCORDO

Salta dunque il confronto tanto atteso tra i due capo negoziatori di Usa e Cina, che si sarebbe tenuto a sei mesi esatti dalla firma dell’accordo lo scorso 15 febbraio.

Poiché non è stata comunicata nessuna nuova data in cui recuperare, è lecito pensare che ci sia stato qualche problema tra le due delegazioni. In realtà, una fonte al corrente della situazione ha rivelato a Reuters che il rinvio è dovuto ad una concomitante riunione di alti papaveri del partito Comunista nella città di Beidaihe. Ma non pare, in tutta verità, una scusa all’altezza.

IL RINVIO DOVUTO PROBABILMENTE AD UN RITARDO DEGLI ACQUISTI CINESI

La tesi più probabile è invece che gli Usa abbiano voluto concedere più tempo alla Cina affinché raggiunga l’obiettivo prefissato di acquistare beni e servizi dagli Usa per un ammontare superiore a 77 miliardi di dollari rispetto al 2017. Obiettivo che Pechino non è stata in grado di raggiungere a causa dell’emergenza Coronavirus.

Non mancano infatti i segnali che, rientrata l’emergenza, la Cina sia tornata a fare acquisti in massa nel mercato Usa proprio per centrare gli obiettivi dell’accordo con gli Usa.

LA CINA STA ACCELERANDO GLI ACQUISTI SUL MERCATO USA

A tal proposito, Reuters segnala come il Dipartimento dell’Agricoltura abbia appena registrato la vendita di 126 mila tonnellate di soia alla Cina in quello che è stato l’ottavo acquisto significativo nelle ultime settimane da parte di compratori cinesi.

La stessa Reuters ha potuto apprendere da produttori americani che Pechino si accinge ad acquistare almeno 20 milioni di barili di petrolio a cavallo tra questo mese ed il prossimo.

Sarà anche per questi segnali che Donald Trump venerdì ha affermato che l’accordo con la Cina sta “andando molto bene” e che la videoconferenza del 15 sia stata rimandata senza traumi.

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SEUL AVRA’ LA SUA PRIMA PORTAEREI

Il Pacifico sarà più affollato (e pericoloso) negli anni a venire quando la Corea del Sud avrà inaugurato la sua prima portaerei.

L’ACQUISTO INSERITO NEL PIANO NAZIONALE 2021-2025

E’ da anni che le autorità di Seul manifestano interesse per la realizzazione di un “multi-purpose large transport vessel.”, Ma è solo nel piano nazionale 2021-2025 rilasciato il 10 agosto che la portaerei ha fatto ingresso nei piani di spesa della Corea del Sud nell’ambito di un programma chiamato LPX-II ed insieme ad un disegno del futuro vascello il cui contratto è stato vinto dalla Hyundai Heavy Industries nell’ottobre 2019.

LA PORTAEREI OSPITERA’ GLI F-35B

Ma il particolare che ha fatto più clamore è che la nuova portaerei sudcoreana sarà attrezzzata per ospitare gli F-35B, che sono com’è noto gli unici caccia multi-ruolo al mondo a decollo verticale, di cui a disporre nel Pacifico sono solo il Giappone e ovviamente gli Usa. A luglio infatti la Corea del Sud ha annunciato la propria intenzione di acquistare venti modelli del jet realizzato dalla Lockheed Martin.

Questo particolare rende l’imbarcazione più comparabile alla USS America di stanza in Giappone nonostante la differenza di tonnellaggio (la prima dovrebbe pesare solo 30 mila tonnellate contro le 43 mila della seconda).

“La portaerei da 30 mila tonnellate – si legge in una nota del Ministero della Difesa di Seul – potrà trasportare forze militari, attrezzature e materiale e potrà far operare caccia che sono capaci di decollo e atterraggio verticale. (…) Questo permetterà alle nostre forze armate di sopprimere più efficacemente le minacce e di trasferire forze e materiali in una regione disputata giocando un (nostro) ruolo”.

IL COSTO STIMATO DELLA PORTAEREI E’ DI 4 MILIARDI

Nel piano 2021-2025 non viene esplicitato il costo della portaerei, ma secondo fonti del governo Usa una nuova versione della USS America dovrebbe costare intorno ai 4 miliardi di dollari.

122 milioni di dollari è invece il costo unitario fatto pagare dalla Lockheed per ogni F-35B.

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