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Mare Del Nord Investimenti Di Petrolio E Gas

Vincitori e vinti del petrolio a 100 dollari

Da inizio anno il petrolio è salito di oltre il 30% e potrebbe continuare il suo rally fino a toccare quota 100, facendo inevitabili vinti e vincitori

I prezzi del petrolio continuano a salire, mentre il Wti si avvicina ai 75 dollari al barile, il Brent è sopra di 10 dollari, avvicinandosi agli 85. E Bank of America Merrill Lynch sostiene che entro la fine dell’anno il prezzo dell’oro nero potrebbe toccare anche i 95 dollari al barile e spingersi a quota 100.

Un prezzo così, però, porterebbe anche vincitori e vinti, come si legge nel report della BofA
“Cosa succede se il petrolio va a 100 dollari?”.

LA CORSA DEL PETROLIO

Partiamo da qui. Da inizio anno, il prezzo del greggio è salito di oltre il 30%. Diverse le cause della corsa: le sanzioni all’Iran che dovrebbero partire a novembre 2018, dopo l’uscita degli Usa dall’accordo sul nucleare, il crollo di produzione del Venezuela e le difficoltà (sempre di produzione) degli Usa.

VINCITORI E VINTI

Il petrolio a 100 dollari avrebbe i suoi vincitori: A poter gioire, secondo la Bank of America Merrill Lynch,sarebbero gli Stati Uniti, l’Australia e il Brasile che vedono aumentare la loro produzione. E tra i vinti, invece, si collocano Giappone e Gran Bretagna.
Tanto, dipenderà dal dollaro: “Un apprezzamento del dollaro vorrebbe dire un prezzo ancora più elevato per chi importa petrolio. Questo polarizzerebbe ancora di più la situazione: chi importa petrolio soffrirebbe di più, mentre chi esporta guadagnerebbe di più. Al contrario un dollaro debole smusserebbe l’impatto per gli importatori”, dicono gli economisti della Banca.
“Il petrolio a 100 dollari – spiega la BofA – toglierebbe due decimi alla crescita mondiale nel 2019. Non è un forte impatto, ma non va nemmeno sottovalutato. In generale mettiamo il rischio di uno shock petrolifero tra i tre grandi rischi da monitorare, insieme alla guerra commerciale e al sentimento di exit in Europa. Inoltre con l’offerta di petrolio attuale nuove ragioni di riduzione porterebbero a fiammate nei prezzi, creando effetti non lineari sulla fiducia e sulla crescita”.

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