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Petrolio, l’arma per fermare la Corea del Nord

Gli Usa chiedono alla Cina di interrompere le forniture di petrolio a Pyongyang
Dopo il lancio di nuovi missili balistici e le minacce di colpire l’America, gli USA hanno ufficialmente minacciato il regime nordcoreano, intimando nuove e pesanti sanzioni. In particolare, gli Usa hanno chiesto alla Cina di isolare completamente Pyongyang, interrompendo (realmente) le forniture di greggio.
Durante la riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite successiva all’ultimo lancio del missile balistico intercontinentale da parte della Corea del Nord, l’ambasciatrice USA presso l’Onu, Nikki Haley, ha chiesto “chiediamo a tutte le nazioni di tagliare i legami con la Corea del Nord“.
“Pechino fermi la Corea del Nord” ha detto il presidente americano, Donald Trump, discutendo con Xi Jinping, il segretario generale del Partito Comunista Cinese, invitandolo a tagliare le forniture di petrolio indirizzate allo stato di Pyongyang.
La Haley ha inoltre intimato che se la Cina non dovesse interrompere le forniture, gli Stati Uniti avranno modo di prendere in mano la situazione del greggio.
Già a Settembre il Consiglio di sicurezza dell’Onu aveva approvato sanzioni che avrebbero dovuto privare Pyongyang di proventi annuali per oltre 1,3 miliardi di dollari, con tagli per tessile (bando totale) e petrolio.
Proprio gli Usa puntavano sull’embargo totale del petrolio, ma i membri del Consiglio hanno votato per un calo dell’import del 30% e per il divieto assoluto dell’import di gas liquidi. Le misure tagliavano oltre il 55% dell’import di prodotti raffinati, ai quali è stato imposto un tetto di 2 milioni di barili annui. L’export di greggio verso il Nord, invece, non avrebbe potuto superare il livello dei precedenti 12 mesi. A poco, però, sono servite queste decisioni.
Giovanni Malaspina