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Petrolio

Petrolio, mercati pronti alla seconda ondata di Covid-19. L’analisi Rystad

L’effetto sulla domanda di petrolio non dovrebbe essere così distruttivo come durante il primo shock dell’aprile 2020. Questo perché il mondo è meglio preparato a introdurre blocchi più intelligenti e mirati

La probabile seconda ondata di infezione da Covid-19 non dovrebbe compromettere i mercati petroliferi mondiali. È quanto emerge da un’analisi della società di analisi Rystad Energy che ha modificato il suo scenario base per la domanda di petrolio partendo dall’assunto che ci sarà un lieve effetto.

L’AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO BASE

Poiché le infezioni da Covid-19 continuano ad aumentare in tutto il mondo e le implicazioni sulla diffusione della pandemia sono riconosciute nei mercati chiave delle Americhe e dell’Asia, lo scenario base aggiornato presuppone una pausa temporanea nella ripresa della domanda globale grazie alla riapertura dell’Europa e di altre regioni che tuttavia è compensata dagli scoppi di Covid-19 nei paesi popolati e ad alto consumo di petrolio delle Americhe e dell’Asia, come gli Stati Uniti, il Brasile e l’India, tra gli altri.

“C’è un rischio negativo per il nostro caso di base – ha spiegato Rystad Energy -. Abbiamo identificato una categoria di domanda di petrolio a rischio, ovvero il numero massimo di barili che potrebbe andare perso se si ripristinasse un blocco totale a livello globale. In questo scenario peggiore, in cui ritornano le severe misure di blocco, ci aspettiamo che la domanda si riduca di circa 3,7 milioni di barili di petrolio al giorno per il resto del 2020, rispetto al nostro scenario di base aggiornato”.

IL MONDO È MEGLIO PREPARATO

Anche se la malattia non dovesse venire arginata e questa seconda ondata si dovesse manifestare, dunque, “l’effetto sulla domanda di petrolio non dovrebbe essere così distruttivo come durante il primo shock dell’aprile 2020. Questo perché il mondo è meglio preparato a introdurre blocchi più intelligenti e mirati, a gestire le infezioni e anche perché l’economia globale non può semplicemente permettersi un altro crollo economico”, ha avvertito Rystad Energy.

LA DOMANDA

In questo aggiornamento, invece di recuperare gradualmente ogni mese, la domanda globale di petrolio dovrebbe rimanere relativamente piatta da luglio a ottobre 2020 e poi risalire di nuovo a partire da novembre, anche se a un ritmo molto più lento di quanto stimato in precedenza, secondo la società di analisi. Nel mese di luglio la domanda petrolifera dovrebbe attestarsi su una media di 90,2 milioni di barili al giorno per poi migliorare fino ad una media di 90,6 milioni di barili giornalieri ad agosto, settembre e ottobre. A novembre la domanda petrolifera dovrebbe raggiungere i 93 milioni di barili al giorno e a dicembre salire un po’ di più a 94,7 milioni di barili al giorno ma ancora relativamente lontani dal livello medio della domanda pre-Covid di oltre 99 milioni di barili al giorno nel 2019.

La seconda leggera ondata dovrebbe durare fino a gennaio e febbraio 2021. Da marzo 2021 in poi, lo scenario non si dovrebbe discostare da quello precedente di Rystad che non prevedeva una seconda ondata.

L’EFFETTO SUI CARBURANTI

A livello annuale, lo scenario di base aggiornato mostra che la domanda globale di petrolio dovrebbe ora raggiungere 89,7 milioni di barili giornalieri nel 2020 e 97,1 milioni nel 2021.

“Non ci aspettiamo una piena ripresa della domanda nel 2021, in quanto i driver di crescita strutturale non sono ancora pronti a ripartire. Inoltre, alcuni carburanti rimangono marginalmente depressi, con l’attività aeronautica che non si riprenderà completamente prima della fine del 2022, quando, nel migliore dei casi, la domanda di petrolio si avvicinerà ai livelli del pre-virus”, dice Artyom Tchen, analista senior dei mercati petroliferi di Rystad Energy.

L’arresto della ripresa della domanda nel nostro scenario di base aggiornato è dovuto principalmente a un rallentamento della domanda di carburante per il trasporto stradale a partire da agosto, che invece ha goduto di una grande spinta a luglio.

Mentre a giugno il gasolio per autotrazione è sceso di 2,57 milioni di barili giornalieri rispetto alle stime pre-Covid-19, a luglio ha registrato una ripresa, con un ritardo di soli 1,56 milioni di barili. Allo stesso modo, la benzina per autotrasporto è scesa di 2,61 milioni in meno rispetto alle stime pre-pandemiche di giugno e rimarrà indietro solo di 1,71 milioni a luglio.

“Dal mese prossimo, però, il nostro attuale scenario di base mostra che il divario della domanda rispetto alle nostre stime pre-virus si amplierà di nuovo. Il suddetto divario per il diesel raggiungerà 1,63 milioni di barili di petrolio/giorno in agosto, 1,73 milioni in settembre e 1,82 milioni in ottobre, prima di ridursi a 1,49 milioni in novembre e 1,34 milioni a dicembre di quest’anno. Per la benzina, il gap raggiungerà i 2,04 milioni di barili di petrolio/giorno in agosto, 2,01 milioni in settembre e 1,92 milioni in ottobre, per poi ridursi a 1,57 milioni in novembre e 1,40 milioni in dicembre”.

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