“(…) Negli anni ’70 importavamo 25 qualità di greggi da soli 15 Paesi, con i Paesi Opec che ne coprivano circa l’87%, mentre oggi ne importiamo oltre 80 tipi dal doppio dei Paesi, con l’Opec che pesa per meno del 50%»”, continua Murano.
La diversificazione “(…) «è un modo per aumentare la sicurezza energetica, superando le difficoltà di transito che si stanno incontrando nel Mar Rosso. È del resto quanto emerso da una recente analisi condotta tra i nostri associati, da cui si rileva che circa il 78% degli intervistati ha avuto delle conseguenze, seppure in modi e misure diversi, dalle restrizioni alla navigazione nel Mar Rosso, con un impatto in termini di costi stimato in circa 2 dollari/barile»”, si legge sul quotidiano di Confindustria. (Energia Oltre – edl)