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Petrolio, tutti i moniti dell’Iea per il 2023

Secondo l’Agenzia, il 2023 riserverà ancora probabili difficoltà a soddisfare la richiesta di petrolio per via della questione russa

La crisi ucraina, le sanzioni alla Russia, la ricerca di forniture alternative. La questione energetica per i paesi occidentali, e non solo, è sempre più centrale. Nel nuovo rapporto mensile, l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha rivelato che la domanda di petrolio si assesterà sui 2,2 milioni di barili giornalieri per il 2023. Numeri in rialzo, se paragonati agli 1,8 milioni di barili al giorno dell’anno in corso.

UE, GERMANIA E ITALIA AL CENTRO DELLA QUESTIONE ENERGETICA

Prima di vedere meglio questi numeri, però, occorre partire dal contesto. Sono giorni frenetici. In Europa, in Italia, a livello internazionale. Perché la guerra non accenna a placarsi e allora allunga a oltranza – tra le tante cose – anche la questione energetica. Nella giornata di ieri, Gazprom ha annunciato il taglio del 40% alle forniture verso la Germania via North Stream 1. In Europa, gli eurodeputati delle due commissioni competenti del Parlamento Ue si sono opposti all’inclusione del nucleare e del gas nell’elenco delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale (cd. Tassonomia Ue). Cioè, hanno obiettato alla proposta della Commissione di includere specifiche attività energetiche nucleari e del gas nell’elenco delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale coperte dalla cosiddetta Tassonomia UE. In Italia, invece, tiene banco il viaggio in Israele del premier Draghi. Un viaggio che si lega alle visite dei mesi scorsi in Algeria, Azerbaigian, Congo e non solo per ricercare nuovi partner alternativi a Mosca. Un viaggio così importante che ha riportato alle cronache quotidiane la questione del gasdotto EastMed.

I DATI OPEC

Ma la giornata di martedì ha offerto anche il report mensile dell’Opec. “La crescita della domanda mondiale di petrolio nel 2021 è rimasta invariata rispetto al rapporto del mese precedente, attestandosi a 5,7 mb/d. a 5,7 mb/d. Nel 2021, la domanda di petrolio dell’OCSE è aumentata di 2,6 mb/d, mentre quella dei paesi non OCSE ha registrato una crescita di 3,1 mb/d su base annua”, ha sancito tra l’altro il rapporto.

Anche riguardo il lato dell’offerta, i numeri sono stati chiari. “La crescita dell’offerta di liquidi non OPEC su base annua nel 2021 (compresi gli incrementi di lavorazione di 0,1 mb/d) rimane sostanzialmente invariata a circa 0,6 mb/d, per una media di 63,6 mb/d. Tuttavia – specifica ancora il documento dell’Organizzazione – la previsione di crescita dell’offerta di liquidi negli Stati Uniti per il 2022 è rimasta sostanzialmente invariata a 1,3 mb/d. I principali motori della crescita dell’offerta di liquidi per l’anno in corso dovrebbero essere gli Stati Uniti, il Brasile, il Canada, Kazakistan, Guyana e Cina, mentre si prevede un calo della produzione soprattutto in Russia, Indonesia e Thailandia”.

TUTTI I MONITI (E I NUMERI) DELL’IEA

Oggi i moniti sono arrivati dall’Agenzia Internazionale per l’Energia. “L’offerta globale di petrolio potrebbe faticare a tenere il passo con la domanda nel 2023 mentre una Cina in ripresa arriva quando la Russia inizia a sentire tutta la forza delle sanzioni”, ha avvertito oggi l’IEA nel report mensile sul petrolio. Secondo cui, la crescita della domanda di petrolio sarà di 2,2 milioni di barili al giorno per l’anno prossimo rispetto alla crescita di 1,8 milioni di barili al giorno registrata quest’anno. E allora nel 2023 si dovrebbe tornare ai livelli pre-pandemici: con 101,6 milioni di barili al giorno.

Nel contesto odierno, come noto e come ribadito dall’IEA, pesano tanti fattori. Anzitutto, la potenziale perdita di barili russi dato che i paesi dell’UE hanno accettato di vietare il 90% delle importazioni del blocco di greggio e prodotti petroliferi russi, da eliminare gradualmente nei prossimi sei-otto mesi. Poi, la questione pandemica con la ripresa della Cina dai blocchi COVID-19. Infine, i rischi relativi alle riserve di produzione dell’OPEC +. Tant’è che l’offerta globale di petrolio farà fatica a tenere il passo con la domanda nell’anno che verrà.

COSA DICE L’IEA SUI PAESI NON OPEC+

Sui paesi non Opec+, invece, l’offerta aumenterà di 1,8 milioni di barili al giorno l’anno prossimo rispetto a 1,9 milioni di barili al giorno nel 2022. Brasile e Canada sono pronti a raggiungere i loro livelli più alti di sempre per due anni consecutivi, pur osservando che le prospettive russe potrebbero continuare a sorprendere dopo che la produzione è aumentata sorprendentemente a maggio, aggiunge il report.

LA PRODUZIONE DI PETROLIO

Infine, sui dati di maggio, “dopo essere precipitata di 930.000 barili al giorno ad aprile, la produzione totale di petrolio a maggio è effettivamente aumentata di 130.000 barili al giorno a 10,55 milioni di barili al giorno”.

 

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