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Gas

Piano gas, interventi su consumi imprese solo se indispensabili

Il governo vuole accelerare sulle rinnovabili offshore e onshore e sullo sviluppo del biometano, ma anche sbloccare l’iter autorizzativo dei due rigassificatori galleggianti di Snam

Un eventuale intervento sui consumi energetici delle imprese verrà effettuato solo come extrema ratio. È questa la linea del governo che guiderà il piano gas che il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, presenterà la prossima settimana. Piano che – si legge sul Sole 24 Ore di oggi – ripartirà dal documento che Cingolani spiegò a fine luglio e che prevedeva degli interventi crescenti sui profitti delle imprese a seconda degli eventuali ammanchi di gas. Documento in cui si spiegava che gli stoccaggi – che nel frattempo hanno raggiunto un livello di riempimento dell’80% – sarebbero stati lo strumento a cui ricorrere nell’eventualità di uno stop completo del gas russo all’inizio dell’inverno.

LE RISORSE ENERGETICHE DELL’ITALIA PER SOSTITUIRE IL GAS

Come già dichiarato ieri a Rimini dal premier Mario Draghi, anche Cingolani punterà sul fatto che la dipendenza dell’Italia dal gas russo si è ridotta e che, anche se i flussi di gas da Gazprom verso l’Italia dovessero interrompersi, il sistema dovrebbe reggere.

Questo grazie ai flussi aggiuntivi garantiti dall’Algeria (da dove stanno già arrivando 6-7 miliardi di metri cubi in più) e dal Tap (2,5 miliardi in più da oggi a fine dicembre) e a un piano di riduzione dei consumi che non intaccherà le imprese, almeno per il momento, prevedendo però delle misure di contenimento della domanda, come la riduzione di un grado di temperatura del riscaldamento negli edifici residenziali pubblici e privati e di un’ora al giorno.

In più, il nostro Paese potrà sfruttare l’accelerazione sulle energie rinnovabili offshore e onshore (da cui a partire dal 2023, una volta a regime, arriveranno fino a 8 GW in più all’anno) e allo sviluppo del biometano, che dovrebbe portare circa 2,5 miliardi di metri cubi al 2026. A ciò, se dovesse servire, si potranno aggiungere ulteriori 2 miliardi di metri cubi di gas risparmiati facendo operare al massimo le centrali a carbone e a olio.

I DUE RIGASSIFICATORI E IL SONDAGGIO PER LE IMPRESE INDUSTRIALI

Naturale poi che Cingolani tornerà ad insistere sulla necessità di procedere rapidamente con le autorizzazioni per i due rigassificatori galleggianti acquistati da Snam: l’obiettivo del governo è avere operativo il rigassificatore di Piombino non più tardi di gennaio 2023 e quello di Ravenna entro la fine dello stesso anno. Solo così l’Italia potrà sfruttare i flussi aggiuntivi di GNL che inizieranno ad arrivare via Africa già quest’anno (1,5 miliardi di metri cubi in più, per arrivare a quasi 8 miliardi di metri cubi nel 2023), con l’obiettivo di raggiungere l’indipendenza dal gas russo dall’autunno del 2024.

Per il momento quindi nessun taglio drastico per le imprese, che però il governo ha voluto sondare: nelle ultime settimane il gruppo di lavoro istituito dal MiTE sul piano emergenza gas ha inviato un questionario a un campione di aziende di settori industriali (per circa 20 miliardi di consumo) per individuarne le difficoltà energetiche ed avere quindi informazioni utili per eventuali interventi di riduzione della domanda. Riduzione che, però, attualmente resta un’opzione di extrema ratio.

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