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Famiglia Cristiana Piano Mattei

Piano Mattei, che succede fra Libero, Dagospia e Famiglia Cristiana?

Libero e il sito di Roberto D’Agostino hanno messo in una luce negativa l’articolo a firma Roberto Zichittella sulla poca concretezza del piano di Meloni per l’Africa presentato al vertice della scorsa settimana

Il piano Mattei continua a dividere favorevoli e contrari, confermando che su ogni questione politica (e non solo) ciò che passa in primo piano è l’aspetto fazioso e opinionistico. Questa volta, il dibattito è stato mediatico.

CHE COSA HA SCRITTO FAMIGLIA CRISTIANA SUL PIANO MATTEI

Tutto parte da un articolo di Roberto Zichittella, voce anche di Radio3 Mondo, dove si racconta la strategia presentata dal governo italiano a fine gennaio. Nell’articolo si restituisce la cronaca degli ultimi fatti, menzionando ampi virgolettati della premier Meloni pronunciati al vertice ItaliAfrica alla Camera dei Deputati.

Titolo dell’articolo: “Piano Meloni, ora l’Africa attende i fatti”. Una interpretazione non inventata ma basata, oltre che su letture politiche non proprio inedite sulla strategia dell’esecutivo, anche sulle dichiarazioni di tanti leader africani. Uno su tutti, il presidente della Commissione dell’Unione Africana Moussa Faki (ex primo ministro del Ciad). “Che – scrive Zichittella – ha mosso critiche a Roma per una ‘mancata consultazione’ al momento di elaborare il piano. Un tema, quello del mancato coinvolgimento, che era stato sollevato anche da 79 Ong di base nel continente, coordinate dall’organizzazione Don’t Gas Africa”.

Faki ha detto che “l’Africa è pronta a discutere i contorni e le modalità della sua attuazione. Devo insistere sulla necessità di far coincidere le parole con i fatti. Capirete che non possiamo accontentarci delle sole promesse, che spesso non vengono mantenute”, e che “l’Africa non tende le mani ai suoi partner, elemosinando e non offrendo nulla. La nostra ambizione è più alta. Chiediamo un cambiamento di paradigma, un nuovo modello di partenariato che apra la strada a un mondo più equo, più adatto a costruire pace e prosperità attraverso ponti di amicizia e non barriere di sicurezza percepite come barriere di ostilità”.

LA CRITICA DI STORACE E D’AGOSTINO

A commentare negativamente questa chiave di lettura negativa mostrata da Famiglia Cristiana è stato Libero, con la firma di Francesco Storace. Mentre Dagospia ha pubblicato estratti del pezzo di Zichittella titolando così:

Il quotidiano diretto da Mario Sechi, invece, ha commentato titolando che “sull’Africa i vescovi vogliono far litigare Papa e Meloni”. Per Storace, “non c’è ragione di litigare. E nemmeno di segnare zizzania”, come invece – a detta di Libero – fa FC che “va a reclutare Kambo Martial Aste, quasi 37 anni, cofondatore e coordinatore generale dell’African of Young Researchers” o anche aggiungendo “altra benzina, citando la rivista dei Comboniani Nigrizia” per riferire delle critiche dei commentatori africani sul Piano Mattei. “Ma come, finalmente c’è chi vuole aiutare il continente nero ad uscire da una crisi che non finisce mai”, commenta Storace, “ed arriva la scomunica?”.

LA RISPOSTA DI FC A LIBERO E DAGOSPIA

Stamani è arrivata anche la risposta della rivista.

“Le lettrici e i lettori di Famiglia Cristiana sanno benissimo che la nostra testata non ama né i veleni né le polemiche sterili, per questo da tempo ignoriamo gli attacchi facinorosi che piovono sulla nostra rivista da giornali faziosi, che, oltre ad aver archiviato per sempre quella continenza alla quale ci obbliga la deontologia giornalistica anche nel riportare critiche o eventi negativi, rappresentano la realtà alterandola fino a farla aderire al proprio schema ideologico. Ma, come si dice, c’è un limite a tutto”, si legge nell’articolo online. “Sul numero di Famiglia Cristiana in edicola ci siamo occupati del vertice Italia-Africa a Roma e del cosiddetto Piano Mattei. Lo abbiamo fatto con professionalità, riportando le esternazioni del Presidente del Consiglio Meloni e l’analisi autorevole di Andrea Riccardi, che fra l’alto sottolinea l’importanza dell’evento che per la prima volta mette in luce non solo le problematicità del continente africano, ma anche le sue potenzialità in termini di sviluppo ed è entrato quale soggetto attivo nello scenario politico internazionale”, si spiega. “Infine abbiamo dato spazio anche alle critiche sul Piano Mattei, espresse soprattutto dalle organizzazioni giovanili dei paesi coinvolti, che sostanzialmente esprimono il bisogno di essere maggiormente coinvolti nelle decisioni che riguardano l’avvenire della propria terra”.

Per la rivista, “non abbiamo dunque stroncato il Piano Mattei, addirittura per conto del Papa, come riporta il sito Dagospia; né tanto meno demolito lo stesso per far litigare il Papa e la Meloni, secondo quanto riferisce il quotidiano Libero, in questo caso su mandato dei vescovi, che ci avrebbero usato a questo fine”.

“La verità – spiega FC – è che chi sta usando il nome della nostra testata sono gli opposti estremismi, di destra e di sinistra, fra l’altro ben sapendo che la nostra testata pur essendo dichiaratamente e orgogliosamente cattolica, non dipende in alcun modo dalla Santa Sede o dalla Conferenza Episcopale. Quanto scriviamo è il frutto del nostro pensiero e del nostro lavoro, che non è manovrato da nessuno, né schierato in modo preconcetto. Il fatto di aver dato spazio anche alle critiche è solo una garanzia di onesta professionalità che impone di dare voce a tutte le opinioni e non solo a quelle gradite. Anche questo sarebbe un obbligo deontologico per i giornalisti. Mentre le descrizioni da fanta-editoria di cui sopra hanno volutamente ignorato l’accurato editoriale di Riccardi, proprio perché non si adattava al teorema preconfezionato nella propria testa”.

Infine: “Oramai sta diventando un cliché perché anche nel caso del nostro articolo sugli omosessuali credenti dopo le discussioni suscitate dal documento della Congregazione per la dottrina della Fede, Fiducia Supplicans, uno schieramento ci ha dipinti come eretici (non esita a rivolgere quest’accusa persino al Santo Padre), l’altro invece come presunti fautori dei matrimoni gay, omettendo che lo stesso servizio, ancora una volta nella piena correttezza professionale, aveva dato spazio a tutte le voci e a tutte le opinioni, anche a quelle dei vescovi contrari alle benedizioni delle coppie irregolari. In ogni caso, non saranno queste e altre strumentalizzazioni a metterci il bavaglio. Noi continueremo a descrivere i fatti mai separati dai valori, come recita il sottotitolo della nostra testata, per una informazione libera e vera. Ma sul serio però”.

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