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Dal vertice Italia-Africa sul Piano Mattei ai piani di Newcleo per il nucleare sul possibile asse Italia-Francia. Cosa dicono i giornali

Cooperazione in campo economico e infrastrutturale, transizione energetica, migrazioni e sicurezza sul tavolo del vertice Italia-Africa che arriva oggi al Senato. Sul fronte del nucleare Stefano Buono, amministratore delegato di Newcleo, in un’intervista a L’Economia racconta i progetti dell’azienda in Francia e non solo. Ecco cosa dicono oggi i quotidiani

È il giorno del vertice Italia-Africa, l’occasione per la premier Giorgia Meloni di svelare la strategia politica internazionale del governo, rendendo noto il più volte annunciato Piano Mattei e il progetto di creazione di un Fondo multilaterale presso la Banca Africana di sviluppo, i cui soci fondatori saranno Italia ed Emirati arabi uniti, che sottoscriveranno 100 milioni di euro ciascuno alla nascita, ma che sono pronti a ricevere fondi da Arabia Saudita (ne vuole mettere 200), dagli altri Paesi del Golfo e da quelli europei che hanno già mostrato interesse, incluse Francia e Germania.

Sul fronte del nucleare, Stefano Buono, amministratore delegato di Newcleo, racconta a L’Economia  i progetti dell’azienda per quanto riguarda la realizzazione di reattori molto compatti e raffreddati al piombo, che rispetto ai tradizionali reattori ad acqua pressurizzata costano fino a trenta volte di meno e possono adoperare come combustibile scarti di altri reattori. «La nostra tecnologia permette di utilizzare quei rifiuti come combustibile, creando così un circolo virtuoso. Il primo reattore è atteso nel 2031 in Francia, dove abbiamo già avviato una serie di attività con l’autorità della sicurezza nucleare francese, un processo che a giugno termina la sua prima fase e che nel prossimo biennio ci porterà a una pre-autorizzazione per l’avvio della costruzione del nostro primo reattore e del completamento della fabbrica del combustibile, che serve ad alimentarlo. Quasi in parallelo partirà la progettazione di un secondo reattore», spiega Buono.

PIANO MATTEI: AL VIA IL VERTICE ITALIA-AFRICA

“L’obiettivo è presentare ai Paesi africani la nostra visione di sviluppo per l’Africa, che è alla base del Piano Mattei, un approccio nuovo, non predatorio, non paternalistico ma neanche caritatevole: da pari a pari, per crescere insieme. Abbiamo stabilito delle materie prioritarie e dei paesi pilota nei quali avviare i primi progetti”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella giornata di ieri, al Tg1, presentando il vertice Italia-Africa al via a Roma, sottolineando che “i vantaggi per l’Italia sono innumerevoli”.

Il Summit Italia-Africa prosegue oggi al Senato con cinque sessioni di lavoro dove la premier darà i primi dettagli ufficiali sul Piano Mattei e su un progetto sul quale lei stessa si gioca una larga fetta di credibilità, interna e internazionale. Meloni – scrive oggi il Corriere della Sera – ha puntato fra gli altri sui rapporti con l’Unione europea, che nel piano Global Gateway ha già programmato di spendere 150 miliardi in progetti per lo sviluppo in diverse zone del mondo, fra cui l’Africa. Con l’aiuto di Ursula von der Leyen, che ieri, con il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, era in prima fila al Quirinale, la premier punta a mettere anche un sigillo italiano su una parte del Global Gateway, allargando il numero dei progetti destinati (molti già scritti) ai Paesi Africani. Non è stata solo una coincidenza, ieri, il segnale arrivato da Bruxelles, da una portavoce della Ue, che ha messo nero su bianco il fatto che l’Ue «accoglie con favore il Piano Mattei, poiché si adatta bene alla nostra visione congiunta con gli Stati Africani, nonché al piano Global Gateway, che sta avanzando con progetti ambiziosi anche su energia, digitale e sicurezza alimentare» (…).

La messa a terra del Piano Mattei, che oggi in Senato vedrà molti leader Africani discutere i loro progetti con il governo italiano, dovrà essere sviluppata su diversi settori: le politiche migratorie, l’elettrificazione di tante aree che ne sono sprovviste, il dossier di energia con le sue infrastrutture, nuove o da raddoppiare, l’ambito dell’istruzione. Un disegno politico ambizioso – spiega Il Corriere della Sera – per uno Stato che è una media potenza, come l’Italia, ma che ha le carte in regola per marciare se organizzato in modo adeguato.  «L’auspicio è quello di poter realizzare, dopo il dialogo intenso degli anni scorsi, un rapporto ancora più forte tra il continente Africano e l’Italia», ha detto ai suoi ospiti Sergio Mattarella, alla cena che ha aperto il vertice. Citando un proverbio Africano: «Se vuoi andare veloce corri da solo, se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno» .

NUCLEARE, BUONO (NEWCLEO): FRANCIA  PARTNER STRATEGICO

«Ogni mese assumiamo tra le dieci e le trenta persone, entro la fine dell’anno prossimo saremo in mille. La mia è un’impresa assurda e difficilissima, ma l’aspetto meraviglioso è che abbiamo già creato un’azienda che occupa 600 persone in Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia. La maggior parte sono a Torino». A raccontarlo, in un’intervista al supplemento economico del quotidiano Il Corriere della Sera, L’Economia, è Stefano Buono, classe 1966, amministratore delegato di Newcleo che alle spalle ha una laurea in fisica e, soprattutto, nel curriculum un’operazione imprenditoriale nel settore della medicina nucleare applicata in campo farmacologico, che nel 2018 gli ha consentito di vendere Advanced Accelerator Applications (AAA), da lui fondata nel 2002, al gigante farmaceutico Novartis per 3,9 miliardi di dollari. «Quella vendita ha creato le premesse per ciò che sto facendo oggi, sia in termini di dotazione finanziaria, sia in termini di credibilità», spiega. Buono con la cessione di AAA ha incassato circa 200 milioni di euro, che nel 2021 ha in parte reinvestito fondando Newcleo, una nuova avventura imprenditoriale che punta a produrre e commercializzare piccoli reattori nucleari in grado di alimentarsi con gli scarti di altri reattori. Un progetto che complessivamente richiede 3 miliardi di investimenti nel corso dei prossimi sette anni.

Al momento – scrive L’Economia – Buono ha già raccolto 400 milioni di euro da circa 600 investitori, per lo più italiani. «Il 90% dei nostri azionisti ha passaporto italiano». A seguirlo sono stati, tra gli altri, Exor, Kairos, Banca Sella, le famiglie Malacalza, Lefebvre, Rovati, Petrone, Roveda, Bormioli, Colussi, oltre che Paolo Merloni, Benedetto de Benedetti, Ruben Levi e Claudio Costamagna (quest’ultimo ha una lunga consuetudine con Buono, poiché è stato presidente e azionista di AAA fino alla cessione a Novartis).

Da un punto di vista tecnico, Newcleo parte dall’idea di progettare reattori molto compatti e raffreddati al piombo, che rispetto ai tradizionali reattori ad acqua pressurizzata costano fino a trenta volte di meno e possono adoperare come combustibile scarti di altri reattori. «La nostra tecnologia permette di utilizzare quei rifiuti come combustibile, creando così un circolo virtuoso. Il primo reattore è atteso nel 2031 in Francia, dove abbiamo già avviato una serie di attività con l’autorità della sicurezza nucleare francese, un processo che a giugno termina la sua prima fase e che nel prossimo biennio ci porterà a una pre-autorizzazione per l’avvio della costruzione del nostro primo reattore e del completamento della fabbrica del combustibile, che serve ad alimentarlo. Quasi in parallelo partirà la progettazione di un secondo reattore», dichiara Buono.

ASSE PER IL NUCLEARE TRA ITALIA E FRANCIA

L’intera operazione, come ricorda più volte Buono a L’Economia, si regge su un ideale asse per il nucleare tra Francia e Italia. «La Francia per noi è un partner strategico, perché possiede una quantità di materiali di scarto da utilizzare come combustibile in grado di assicurare energia per i prossimi due millenni. L’altro aspetto cruciale è il meccanismo di credito di imposta che Parigi accorda alle imprese che svolgono questo tipo di attività di ricerca. Si tratta — prosegue — di un’agevolazione, diversa da quella italiana. In pratica è possibile recuperare, sotto forma di cash, tutte le spese sostenute in un determinato anno, nell’anno seguente. Per tutti gli investimenti effettuati nel corso dell’anno è inoltre previsto il ritorno in cash al 50% nell’anno seguente. Tra sussidi e credito di imposta, rispetto ai tre miliardi che investiremo, io conto di ottenere dallo Stato francese circa 1,5 miliardi, ecco perché è fondamentale il ruolo del governo francese. Ottenere queste risorse è relativamente lineare, basta rendicontare le spese sostenute, una modalità che conosco bene perché ho già beneficato di questi incentivi con la mia precedente azienda, che era francese. In sostanza, ogni anno — osserva con ironia — hai diritto alla tua bella ispezione da parte del fisco francese, nel mio caso in quindici anni di attività non ho mai pagato un euro di multa. Basta, dunque, seguire rigorosamente le regole di contabilità e di rendicontazione».

Il punto, insomma, è che per beneficare dell’incentivo da 1,5 miliardi – spiega L’Economia – Newcleo deve investire altrettanto. Per questo Buono ha dato mandato ai banchieri di Jp Morgan, Credit Suisse, Ubs e Hsbc di procedere nell’individuazione di nuovi investitori, per completare la seconda fase di raccolta fondi. L’obiettivo è aggiungere ai 400 milioni già in cassa, almeno altri 600 milioni.

«In Italia abbiamo il know how e siano leader nei reattori al piombo, grazie a un progetto voluto da Carlo Rubbia, che in veste di presidente dell’Enea, negli anni 90 ottene un finanziamento di 30 miliardi di lire per costruire un reattore raffreddato al piombo. A realizzare quel progetto c’era Ansaldo e un gruppo di ricerca dove lavoravo anche io. Per costruire quel reattore erano state utilizzate due aziende che abbiamo appena comprato attraverso Newcleo. Le aziende sono Srs, una società di ingegneria, e Fucina attiva nel decommissioning e nelle gestione di scorie nucleari», dichiara Buono.

Nei progetti di medio termine di Newcleo – spiega L’Economia – figura, inoltre, il collocamento in Borsa. «La quotazione è assolutamente prevista, ma non adesso, più avanti. Il nostro non è un investimento finanziario, non ci interessa vendere l’azienda, io vorrei farla prosperare e renderla il leader europeo del settore con una forte connotazione italo-francese», specifica Buono. Un concetto ripetuto spesso dal fondatore di Newcleo è che la paura del nucleare è stata, a lungo, cavalcata dalle lobby del petrolio per contrastare la nascita di un’industria nucleare civile di successo. Per dare forza a questa idea ha da poco finanziato l’ultimo film di Oliver Stone, il documentario «Nuclear Now».

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