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Pichetto: “Scartata l’idea di un deposito dei rifiuti da nucleare”. Dove finiranno ora?

Tramonta definitivamente l’ipotesi del deposito nazionale per i rifiuti radioattivi da nucleare a bassa intensità. “Stiamo studiando nuovi depositi”, ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin durante l’evento organizzato da La Stampa. Dove finiranno ora i rifiuti?

Addio deposito nazionale di rifiuti da nucleare. “Stiamo studiando nuovi depositi di rifiuti radioattivi a bassa intensità”. Le parole pronunciate dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin durante l’evento “Nuove energie” organizzato da La Stampa alle Ogr di Torino, chiudono definitivamente le porte al tanto atteso deposito nazionale dei rifiuti. Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di “andare avanti con i 22 depositi esistenti”. È ancora presto per dire cosa farà il Governo, certo è che il tema dei rifiuti resta un elemento centrale per il rilancio del nucleare nel nostro Paese, come sottolinea da tempo Energia Oltre.

ADDIO DEPOSITO NAZIONALE DEI RIFIUTI DA NUCLEARE

“Abbiamo ormai scartato l’idea di un centro unico, perché è illogico a livello di efficienza, ma si può pensare di andare avanti con i 22 depositi già esistenti”, ha detto ieri il ministro del Mase, Gilberto Pichetto Fratin.

Dopo aver tentato invano di stilare una lista di 51 siti che avrebbero potuto ospitare l’infrastruttura, lo scorso 27 novembre il Mase aveva avviato la procedura di Valutazione ambientale strategica. Spostare da trenta a sessanta giorni la deadline per inviare le candidature per essere inseriti nella Carta Nazionale delle Aree Idone non è stato sufficiente a trovare un Comune disposto ad ospitare il deposito.

IL NODO DEI RIFIUTI

Il nodo dei rifiuti nucleari è centrale per il presente e il futuro energetico del Paese, come segnala da tempo Energia Oltre. In particolare, come sottolineato qualche mese fa dal ministro in un’intervista rilasciata ad Energia Oltre, “la questione seria è quella del deposito di rifiuti a media e bassa intensità”.

Entro la fine di quest’anno rientreranno nel nostro Paese 1.680 tonnellate di combustibile nucleare esaurito spedito nel Regno Unito e 235 tonnellate dalla Francia. Rifiuti che il Paese Transalpino ha anticipato che non tratterà più senza la dimostrazione di effettivi progressi sulle procedure per la realizzazione del deposito nazionale. Un’infrastruttura che non vedrà più la luce, secondo

“Il 70-80% degli ospedali anche quelli più piccoli, trattengono la maggior parte dei rifiuti che producono. Dobbiamo liberarli. Ma anche se un giorno deciderete di rimodernare il vostro ufficio e toglierete l’antifumo, quell’apparecchio dovrà andare da qualche parte».

“Anche la Carta nazionale dei 51 siti idonei è ormai superata. Ecco perché la valutazione che sto facendo a livello ministeriale è creare più depositi, oppure andare avanti su quelli già esistenti”, ha aggiunto Pichetto.

PICHETTO: BENE LO STOP AL GAS RUSSO

Pichetto applaude la scelta dell’Ue di dire stop al gas russo.

“Condivido la scelta dell’Europa di chiudere i ponti entro il 2027. Anche perché, a prescindere dal merito, se l’Unione non facesse così non sarebbe coerente, sembrerebbe tutto uno scherzo. Noi abbiamo contratti a lungo termine con l’Algeria e l’Azerbaigian, abbiamo il rigassificatore di Ravenna”, ha detto il ministro.

“Credo nel nucleare anche per il futuro, dove il modello non è quello del passato. Dobbiamo creare tutte le condizioni per un mix energetico, compreso il nucleare, con il gas di transito. Questa è la nostra sfida. E se nel futuro il nucleare costerà di più del fotovoltaico, saranno le leggi del mercato a decidere”, ha aggiunto.

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