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Ercoli (Snam): “Idrogeno e CCS per la decarbonizzazione. Gli Stati adottino le regole Ue”

L’intervista all’Executive Director Decarbonization Unit di Snam Piero Ercoli, a margine del panel sulla decarbonizzazione di questa mattina a OMC Med Energy 2023 in corso a Ravenna

Nella giornata dedicata alle strategie tecnologiche, industriali ma anche politiche per compiere nel presente e nel futuro la decarbonizzazione, abbiamo intervistato Piero Ercoli, Executive Director Decarbonization Unit di Snam.

Snam è un attore di primo piano nello stoccaggio del gas ma si sta affermando sempre più nella decarbonizzazione. Due leve importanti e collegate per la transizione, per cui serve agire non solo sulle tecnologie ma anche dal lato delle regole e delle policies. A che punto è questo percorso?

Sono ottimista sull’attuazione della decarbonizzazione: ogni giorno lavoriamo e stiamo raggiungendo importanti risultati. Ad esempio, sulla CCS: nell’ultimo anno e mezzo è stata ampiamente inclusa sia a livello europeo che nel Pniec italiano. Riceviamo poi ampio sostegno degli industriali, che mostrano interesse nell’investire in questa tecnologia. Parliamo ad esempio dei cementifici che non hanno grandi alternative. Ma anche dell’emission trading scheme, il cui costo salirà e le quote gratuite andranno a scendere.

Dunque, dobbiamo lavorare per colmare il gap legislativo che esiste. C’è volontà da parte del governo di andare in questa direzione. Con Eni, la fase 1 del progetto sulla CCS di Ravenna vedrà la luce ad inizio 2024. Parleremo quindi non di quello che “dovremo fare” ma di ciò che “è stato fatto”.

Ravenna è il luogo cruciale in questo processo: due espressioni come la CCS e l’idrogeno trovano perfetta espressione. Ma hanno bisogno di logistica. Come la possiamo imaginare? 

Noi immaginiamo una coesistenza di diverse reti: gas naturale, con quantità crescente di biometano, una rete CO2 come qui a Ravenna (che sarà multihub) e una rete idrogeno che fa leva su quella gas esistente. Siamo partner di Hera nel progetto di Modena, anche qui parliamo di cose concrete. Ma serviranno infrastrutture, servirà una logistica per trasportare. Il Nordafrica è una regione chiave in questo senso, tenendo conto che l’80% dei costi riguarda le materie prime e il 20% la logistica.

Sempre sull’idrogeno, allora, cosa manca all’Italia e all’Europa per progredire?

A livello europeo siamo molto avvantaggiati, come Italia siamo in una delle direttrici principali sia per noi che per Austria e Germania. Speriamo che il South Corridor ottenga il riconoscimento che aspettiamo, da lì dobbiamo lavorare all’infrastruttura che abbia caratteristiche di sostenibilità anche finanziaria. Dal punto di vista regolatori attendiamo, invece, il Gas Package e la negoziazione è in fase di trilogo. Adesso sta ai singoli Stati implementare il framework regolatorio.

 

 

 

 

– Leggi anche: Perché la decarbonizzazione arriverà con tante tecnologie

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