Tagli da 3 a 6 miliardi nel Pnrr per ferrovie e Transizione 5.0. Gentile (Ansaldo): “Italia punti su small modular reactors”. I temi di Ecomondo. La rassegna Energia
I progetti e le riforme sono in ritardo e il Pnrr cambia per la terza volta in 2 anni. Sono in arrivo da 3 a 6 miliardi di euro di tagli a Transizione 5.0, che oggi non attrae molto le imprese, e interventi sulle ferrovie. In particolare, finiscono sotto la lente alcuni lotti della Salerno-Reggio Calabria. Fitto sta lavorando a un piano d’emergenza per spostare le risorse ma ha assicurato alla Commissione che l’Italia spenderà tutti i 194,4 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’Italia deve puntare sugli small modular reactors, “una soluzione anche per tutte quelle industrie energivore che non riescono a eliminare il calore dai loro processi”, secondo Daniela Gentile, ad di Ansaldo Nucleare. Gentile stima che l’energia nucleare al 2050 avrà un impatto economico di 50 miliardi, pari a due punti e mezzo di Pil. Domani parte la nuova edizione di Ecomondo, la più grande fiera in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo dedicata alle tecnologie e all’energia. Quest’anno verrà dato grande spazio al tema delle competenze green. Inoltre, sarà inaugurato Circular and healthy city, il distretto dedicato ai progetti e alle soluzioni più innovative per la creazione di città circolari e salubri. La rassegna Energia.
ENERGIA, PNRR: TAGLI A FERROVIE E IMPRESE DA 3 A 6 MILIARDI
“Il governo smonta e rimonta il Pnrr. Per la terza volta in due anni. E deve ammettere, di nuovo, che una parte dei progetti e delle riforme del Piano nazionale di ripresa e resilienza non vedrà mai la luce. Ritardi, troppi. Tempo, poco. Ecco perché Raffaele Fitto sta mettendo a punto il piano d’emergenza. Una revisione tecnica che sposterà tra 3 e 6 miliardi, dalle misure che non vanno a quelle che sono in grado di assorbire più risorse. Il saldo totale non cambierà: l’Italia si impegna a spendere tutti i 194,4 miliardi del suo Piano, è la rassicurazione data alla Commissione europea dal ministro che a dicembre lascerà incarico e deleghe per entrare nella squadra di Ursula von der Leyen. Per questo il fedelissimo di Giorgia Meloni punta a chiudere la revisione tecnica entro la fine dell’anno. E per questo, la settimana scorsa, a valle della visita dei funzionari della Commissione a Roma, ha deciso l’accelerazione. La task force della sua Struttura di missione, a Palazzo Chigi, dovrà trovare la quadra sulle modifiche con i tecnici dei ministeri”, si legge su La Repubblica.
“(…) Sotto osservazione sono finiti i fondi di Transizione 5.0, gestiti dal ministero delle Imprese di Adolfo Urso. I crediti d’imposta per le imprese sono legati alla transizione energetica. Il problema nasce proprio qui: da una prima analisi, il tiraggio è basso, tra il 60% e il 70%. A fare i conti con la revisione sarà anche Matteo Salvini. Sotto l’egida del ministero delle Infrastrutture ci sono i 23,7 miliardi gestiti da Rfi per i lavori sulle ferrovie. (…) la riflessione riguarda alcuni lotti della Salerno-Reggio Calabria. Potrebbero perdere risorse a vantaggio di altre tratte. (…) Ma non sono escluse eccezioni: i soldi potrebbero traslocare altrove, su altri capitoli dispesa”, continua il giornale.
“(…) E soprattutto, è la regola di Fitto, deve essere il soggetto attuatore ad assumersi la responsabilità del mancato rispetto dei tempi. Vale anche il contrario: bisogna garantire prima che gli investimenti siano realizzati entro la metà del 2026. Lo stesso discorso riguarda anche le riforme, in particolare quelle della giustizia: alcune milestone potrebbero slittare. Aggiustamenti che il futuro commissario prova a incassare prima di trasferirsi a Bruxelles. Ma sono anche nodi che lascia al successore. Perchè anche questo implica la revisione del Pnrr: un ministro ad hoc. Giorgia Meloni pensava di affidare le deleghe del Recovery ai suoi sottosegretari a Palazzo Chigi. Convinta che il Pnrr può andare in autogestione. La sesta rata in arrivo, oltre la metà delle dieci tappe. Ma gli aggiustamenti impongono un nuovo regista”, continua il giornale.
NUCEARE, GENTILE (ANSALDO): “MINI REATTORI NECESSARI IN ITALIA”
“Per l’amministratrice delegata di Ansaldo Nucleare, Daniela Gentile, ingegnere, classe 1961, genovese, l’accelerazione sul nucleare in Europa e nel mondo non è solo ragionevole ma anche necessaria: «Indietro non si torna». Tutti pensano che dopo la bocciatura referendaria delle centrali in Italia, nel 1987, lo sviluppo del nucleare sia finito. «Ansaldo Nucleare è la prova che non è così. Con Nira nel passato Ansaldo Meccanico Nucleare ha dato vita agli impianti di Caorso, Trino, Cirene, Pec e Montalto di Castro. Poi, all’estero, ha contribuito a costruire la centrale francese del Superphenix e la prima unità dell’impianto di Cernavoda, in Romania»”, si legge su Il Corriere della Sera L’Economia.
(…) «Stiamo collaborato ai programmi di ricerca sulla fusione nell’ambito del progetto Iter, ai progetti-pilota europei per lo sviluppo degli Small Modular Reactors. Il nostro progetto è tra i nove selezionati dall’European Industrial Alliance per lo sviluppo di un reattore di quarta generazione raffreddato a piombo (Lfr)». (…) «Vogliamo mantenere attivi tutti i filoni, a partire dagli impianti attuali, che richiedono un’estensione della vita utile, come quello di Cernavoda. In questo campo abbiamo partecipato a progetti importanti in Slovenia e Argentina. Insieme con Mangiarotti, Westinghouse e Walter Tosto lavoriamo alla costruzione di settori del “vacuum vessel” di Iter e stiamo sviluppando un complesso sistema di raffreddamento per il Tokamak, il cuore della centrale a fusione (…) l’uranio, contrariamente a quello che si pensa, è localizzato in Paesi più stabili rispetto a quelli in cui ci sono gas e carbone. Un quarto è presente in Australia, un 50% di ciò che resta è in Paesi come Canada, Kazakistan o Namibia. Inoltre per i reattori più avanzati, si userà un combustibile che proviene dai reattori odierni, chiudendo il ciclo delle scorie»”, continua il giornale.
“E in Italia quale tecnologia servirebbe nel medio termine? «Gli Smr: una soluzione anche per tutte quelle industrie energivore che non riescono a eliminare il calore dai loro processi. Si tratta di impianti più contenuti, da 300 megawatt, che possono servire anche interi distretti industriali, in una logica di condivisione degli investimenti. Sarebbe un’iniezione di competitività, visto che ancora nel 2022 le nostre aziende avevano un costo dell’energia superiore del 38%. Oltre al problema di gestire i costi derivanti dalla produzione di anidride carbonica». (…) «Regolando tutto, compresa la gestione dei rifiuti, su cui l’Italia non ha ancora un percorso definito. L’accettabilità sociale si ottiene facendo informazione in modo trasparente. Poi le leve ci sono: esiste una supply chain di una settantina di aziende con 13 mila dipendenti e 4 miliardi di fatturato. Certo, sorgerà anche il tema delle autorizzazioni, come esiste già per le rinnovabili». (…) «Abbiamo calcolato, al 2050, un impatto economico di 50 miliardi: due punti e mezzo di Pil. E non va dimenticato che i processi di elettrificazione e digitalizzazione richiederanno sempre più energia”, continua il giornale.
ENERGIA, I TEMI DI ECOMONDO
“La transizione ecologica europea procede spedita, ma il vero cambio di passo ci sarà quando la maggior parte dei settori produttivi adotterà i principi della circular economy. Solo allora il consumo di risorse e l’impatto ambientale dell’attività umana saranno ridotti al minimo. Per fare il punto sui progressi già compiuti su questo fronte e per discutere di quelli che ancora devono arrivare, esperti, imprenditori e professionisti del settore si riuniranno dal 5 all’8 novembre presso la fiera di Rimini in occasione di Ecomondo, la più grande fiera in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo dedicata alle tecnologie, ai servizi e alle soluzioni industriali nei settori della green e circular economy. L’evento organizzato da Italian Exhibition Group (Ieg) vedrà infatti la partecipazione di oltre 1.600 brand espositori, di cui il 16% proveniente dall’estero. Il programma di conferenze, workshop, convegni e seminari prevede ben 221 appuntamenti.
«Ecomondo rappresenta un appuntamento internazionale imperdibile per le imprese europee che vogliono affermarsi nei mercati globali della green economy – spiega Corrado Peraboni, amministratore delegato di Ieg – L’ampliamento della manifestazione, con l’apertura di due nuovi padiglioni, sottolinea l’importanza crescente di questo evento, che continua ad attrarre eccellenze da tutto il mondo, valorizzando l’industria e l’export italiano su scala internazionale»”; si legge su La Repubblica Affari & Finanza.
“Grande spazio sarà poi dato al tema delle competenze (Green Jobs & Skills), con tour tematici per studenti e operatori del settore e momenti di orientamento per laureandi. Su questo fronte Ecomondo collabora con l’università di Bologna per il progetto Safte – Scuola di Alta Formazione per la Transizione Ecologica”, continua il giornale.
“La principale novità di quest’anno sarà il distretto Circular and healthy city, dedicato ai progetti e alle soluzioni più innovative per la creazione di città circolari e salubri a livello internazionale. All’interno di questo spazio il visitatore potrà esplorare l’interazione tra ambiente urbano, gestione energetica e benessere sociale, offrendo una visione integrata per la transizione ecologicadelle aree metropolitane. Complessivamente l’edizione di Ecomondo di quest’anno si articola in sei macroaree tematiche, ciascuna dedicata a un aspetto cruciale della transizione ecologica e dell’economia circolare. Il settore Waste as resource si concentra sulle innovazioni nel campo della gestione e valorizzazione dei rifiuti. L’area Water Cycle & blue economy affronta invece la gestione sostenibile delle risorse idriche e lo sviluppo dell’economia del mare. La sezione Circular & regenerative bio-economy esplora i processi e i prodotti bio-based, con un focus sulle ultime innovazioni in bioplastiche, biomateriali e bioprodotti. Il comparto Bio-energy & agroecology si concentra sulle energie rinnovabili da biomasse e sulle pratiche agricole sostenibili. (…) Ieg ha annunciato la presenza di 650 hosted buyer e delegazioni ufficiali da 65 Paesi, in particolare da Nord Africa, Europa, Nord America, America Latina e Asia, con un notevole incremento dall’Asia. Ecomondo ospiterà infine la 13ª edizione degli Stati generali della green economy, che proporrà analisi e indicazioni sulle tematiche chiave del Green deal all’avvio della X legislatura europea: decarbonizzazione, transizione energetica, circolarità, sviluppo nature positive, maggior coinvolgimento delle imprese e risorse finanziarie per la transizione”, continua il giornale.