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Polonia

Polonia, carbone al minimo storico: è la fine di un’era (nonostante la politica)?

Nel 2024, la Polonia aveva già raggiunto un record del 29% di elettricità da fonti pulite (contro il 10% del 2015), con eolico onshore (14,9%) e solare (11%) in prima linea. Tuttavia, il carbone restava ancora dominante, con una quota del 56,7%.

Per la prima volta nella sua storia, la Polonia ha prodotto meno della metà della sua elettricità dal carbone. Il dato è riferito ad aprile 2025, quando la quota dell’energia generata da questa fonte fossile è scesa al 49,4%, segnando una tappa cruciale nel percorso del paese verso una transizione energetica più pulita. I dati, diffusi dal think tank Forum Energii, rivelano che la produzione da carbone ha raggiunto 6,5 terawattora (TWh), registrando un calo del 18,9% rispetto a marzo e del 9,6% su base annua.

Il risultato assume particolare rilevanza perché si inserisce in un contesto di lentezza nell’attuazione delle politiche governative per la decarbonizzazione. Forum Energii, allungando la prospettiva all’intero decennio, ha definito “senza precedenti” il cambiamento nel mix elettrico degli ultimi anni, sottolineando che l’utilizzo del carbone è diminuito di 29,9 punti percentuali tra aprile 2015 e aprile 2025.

IL DECLINO DEL CARBONE

L’analisi mostra un netto ridimensionamento di entrambe le tipologie di carbone. La produzione da carbone duro, (litantrace e antracite) è crollata a 4 TWh, con un calo del 20,1% rispetto al mese precedente e del 10,9% su base annua. Anche la lignite (carbone bruno) ha toccato un minimo storico, generando appena 2,5 TWh, il 16,8% in meno rispetto a marzo e il 7,2% in meno rispetto ad aprile 2024.

Questa contrazione riflette sia la chiusura progressiva di alcune miniere sia la crescente competitività delle fonti alternative, sebbene il governo non abbia ancora varato misure strutturali per accelerare l’abbandono del carbone.

CRESCITA DELLE RINNOVABILI E RUOLO DEL GAS NATURALE

Parallelamente, le energie rinnovabili hanno raggiunto il 34,2% della produzione elettrica nazionale, con una generazione complessiva di 4,5 TWh. Un aumento significativo rispetto al 30,7% di marzo e al 32,7% dello stesso periodo nel 2024. Il solare fotovoltaico ha trainato questa crescita, producendo 1,9 TWh (+28,7% su marzo, +32,4% su aprile 2024) e rappresentando il 42,1% dell’output verde. L’eolico, nonostante un calo del 20,5% annuo, ha contribuito con 1,7 TWh (37,2% delle rinnovabili).
Anche il gas naturale ha avuto un ruolo rilevante: gli impianti a gas e quelli di cogenerazione (CHP) hanno generato 1,9 TWh, con un +44,2% su base annua, sebbene in lieve flessione (-5,4%) rispetto a marzo.

DOMANDA ELETTRICA IN CALO, PICCHI COPERTI DALLE RINNOVABILI

Un altro fattore che ha influito sul mix energetico è stato il calo dei consumi. Ad aprile, la domanda di elettricità si è attestata a 12,3 TWh, il secondo livello più basso mai registrato, con un decremento dell’8,2% rispetto all’anno precedente. In questo scenario, le rinnovabili hanno coperto fino al 77% del fabbisogno durante le ore di picco, dimostrando una crescente affidabilità.

Nel 2024, la Polonia aveva già raggiunto un record del 29% di elettricità da fonti pulite (contro il 10% del 2015), con eolico onshore (14,9%) e solare (11%) in prima linea. Tuttavia, il carbone restava ancora dominante, con una quota del 56,7%.

I RITARDI DELLA POLITICA

Nonostante i progressi, la transizione energetica polacca procede a rilento a causa di ritardi legislativi. Il precedente governo guidato dai nazional-conservatori del PiS aveva fissato l’obiettivo di raggiungere il 51% di rinnovabili entro il 2040, affiancate dal nucleare (23%), e avviato progetti eolici offshore nel Mar Baltico. L’esecutivo attuale, guidato da Donald Tusk, ha promesso un’accelerazione, ma nei primi 12 mesi di vita non ha approvato riforme decisive.

Tra i passi avanti figurano l’alleggerimento delle restrizioni per l’eolico onshore e l’intesa con aziende statunitensi per la prima centrale nucleare. Tuttavia – osservano i ricercatori di Forum Energii – mancano ancora documenti strategici come l’aggiornamento della politica energetica polacca al 2040 e il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC), la cui bozza è stata sottoposta a consultazione pubblica lo scorso febbraio. La Polonia, in ritardo sulla scadenza europea del giugno 2024, rischia una procedura d’infrazione da parte della Commissione Ue, insieme ad altri 12 Stati membri.

Il rapporto di Forum Energii sottolinea dunque un cambiamento irreversibile in atto, seppure non ancora sostenuto da una visione politica chiara. La riduzione del carbone e l’ascesa delle rinnovabili appaiono come tendenze consolidate – concludono gli esperti del think tank polacco – ma servono interventi strutturali per garantire una transizione ordinata e allineata agli obiettivi climatici europei.

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