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Giornali

Ponte sullo Stretto, case green e Confindustria: cosa dicono i giornali di oggi

Dall’intervista al numero uno di Stretto di Messina spa Pietro Ciucci al voto di oggi a Strasburgo sulle case green, passando per la fine del giro di consultazioni per l’elezione del nuovo presidente di Confindustria: ecco cosa c’è sui giornali di oggi

L’ad di Stretto di Messina spa ha confermato in una lunga intervista al Sole 24 Ore che il Ponte di Messina sarà pronto entro il 2032 e che i primi lavori partiranno quest’estate. Stop agli incentivi per le caldaie alimentate solo a metano e sostegni per le riqualificazioni profonde degli immobili sono invece i punti più importanti della direttiva europea Case green che oggi dovrebbe essere approvata nel corso della Plenaria di Strasburgo. Infine è terminato ieri a Napoli il giro di consultazioni per l’elezione del nuovo presidente di Confindustria. E la prossima settimana, ha evidenziato La Stampa, Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi comunicheranno chi – tra i 4 candidati – è sostenuto dal 20% del consenso assembleare (176 su 881) necessario a presentarsi alla finale in consiglio generale del 4 aprile.

PONTE STRETTO, CIUCCI: RITORNI PER 4 MLD DI EURO, CANTIERI APERTI ENTRO L’ESTATE

“Sessanta coppie di treni al giorno dai 3-4 del 2022, taglio di 200mila tonnellate di Co2 che diventeranno 700mila con la “sforbiciata” delle navi di medio e lungo raggio e degli aerei. E un aumento totale già nel 2032, primo anno di attività del Ponte, del 31,6% del trasporto su ferrovia, passeggeri e merci. A raccontare i numeri del Ponte sullo Stretto è Pietro Ciucci il numero uno dell’omonima società, la Stretto di Messina, resuscitata dallo stato di liquidazione e rimessa in pista come general contractor della maxiopera da 13,5 miliardi”. È quanto si legge su Il Sole 24 Ore di oggi. “(…) C’è tutto un fronte che contesta l’opera perché, dicono, non utile e antieconomica. Come risponde? ‘Rispondo che per criticare un progetto bisogna conoscerlo e io leggo critiche che davvero non comprendo. Il Ponte sullo Stretto è un’opera di collegamento cruciale per l’economia, non solo quella locale. Innanzitutto esiste un progetto Ponte che vale 13,5 miliardi e che oltre all’infrastruttura prevede ben 40 km di opere stradali e ferroviarie di collegamento’. (…) Ma veniamo ai numeri. Qual è l’impatto costi-benefici? ‘L’analisi sviluppata sulla base delle linee guida del Mit e dei parametri europei evidenzia un valore attuale netto al 2032 di 3,9 miliardi come differenza tra i benefici e il costo per il periodo dal 2032 anno di apertura del collegamento, al 2061 quando cioè terminerà la concessione. Mentre il tasso di ritorno, cioè il rendimento ottenuto rispetto all’investimento, è pari al 4,5% contro lo standard Ue del 3% e già considerato un buon tasso. Questa analisi tiene conto da un lato dell’investimento di 13,5 miliardi per il progetto Ponte e dall’altro dei benefici per il risparmio di tempo e della riduzione di Co2 ottenuti con l’apertura del collegamento’”, prosegue il quotidiano.

“Avete valutato un aumento del traffico? ‘Certamente, con 60 coppie di treni al giorno contro le 3-4 di oggi. E lo spostamento modale sulla ferrovia: dal 3,2% di passeggeri nel 2022 al 27,1% nel 2032 che per le merci passa dal 2,7% al 10,4 per cento. (…) Per concludere conferma che i cantieri partiranno in estate? Sì, confermo, entro l’estate”, si legge sul quotidiano.

CASE GREEN, OGGI IL VOTO. DAL 2025 STOP AI BONUS PER LE CALDAIE

“Stop agli incentivi per le caldaie alimentate solo a metano. Più peso ai sistemi ibridi, come quelli che combinano caldaie e pompe di calore, e all’elettrificazione. Oltre a sostegni per le riqualificazioni profonde degli immobili. La direttiva europea Case green (o, più tecnicamente, Energy performance of building directive, Epbd) andrà al voto oggi durante la Plenaria in corso al Parlamento europeo. E, oltre che sulle ristrutturazioni, si prepara ad avere un forte impatto sui bonus casa. Se, infatti, molti degli sconti attualmente in vigore scadranno alla fine del 2024, già nel 2025 troveremo tracce delle prescrizioni europee nel nostro sistema”. È quanto si legge su Il Sole 24 Ore di oggi. “Il risultato più visibile sarà legato all’ecobonus e agli sconti per le caldaie. (…) Nessuno dubbio, invece, sugli apparecchi ibridi, come quelli che mettono insieme caldaie e pompe di calore, controllate da una centralina unica. (…) Nel finanziamento delle ristrutturazioni, poi, aumenta il peso delle ristrutturazioni profonde: le risorse dei paesi membri dovranno essere destinate, in via prioritaria, a interventi che garantiscano una soglia minima di risparmi. (…)”, prosegue il quotidiano. “Il voto, comunque, non dovrebbe riservare sorprese. Almeno secondo quanto ha detto ieri il relatore, l’irlandese dei Verdi Ciaran Cuffe, nel corso del suo intervento di presentazione del dibattito sul testo. (…)”, conclude il quotidiano.

CONFINDUSTRIA, GARRONE PARTE IN POLE GOZZI SCOMMETTE SULLA CORSA A TRE

“Napoli ha chiuso ieri il giro di consultazioni dei saggi per la designazione del prossimo presidente di Confindustria. A casa del past president Antonio D’Amato – sostenitore di Antonio Gozzi – il leader di Duferco avrebbe incassato l’endorsement di Taranto, Benevento e Avellino, che si aggiunge a Reggio Emilia, incursione siderurgica nella regione compattamente schierata al fianco di Emanuele Orsini, oggi vice presidente di Carlo Bonomi. Queste le voci, che come Confindustria insegna devono essere prese con le pinze. (…)”. È quanto si legge su La Stampa di oggi. “La prossima settimana Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi comunicheranno chi – tra i 4 candidati – è sostenuto dal 20% del consenso assembleare (176 su 881) necessario a presentarsi alla finale in consiglio generale, dove il 4 aprile 184 consiglieri saranno chiamati a designare il presidente che a maggio l’assemblea eleggerà. Sino al 15 marzo i candidati hanno tempo per rastrellare voti, i giochi sono ancora aperti (…)”, prosegue il quotidiano. “Edoardo Garrone è sceso in campo già dotato di supporto assembleare pari al 20%, grazie all’appoggio di Assolombarda e del Piemonte, sponsorizzato dalla past president Emma Marcegaglia e da big quali Marco Tronchetti Provera e Diana Bracco. Il presidente di Erg e del Sole 24 Ore risulta in pole: è il favorito, il suo consenso assembleare pare ormai arrivato al 26-28% e c’è chi sostiene che i saggi starebbero lavorando per compattare l’associazione sull’imprenditore genovese che guidò i Giovani e fece parte delle squadre di Marcegaglia e Luca Cordero di Montezemolo (…)”.

“La seconda certezza è l’imminente uscita di Alberto Marenghi dalla competizione. (…) Su Gozzi è difficile fare previsioni. Negli ambienti concorrenti lo si dà intorno al 15% del consenso assembleare, quindi a rischio fuorigioco, anche a causa di alcune territoriali di peso – leggi Veneto Est – che si sono spaccate e hanno preferito non pronunciarsi. (…) Garrone è già in finale ed è il favorito. A Orsini pare manchi solo il timbro. Gozzi pare destinato a rivelarsi il terzo incomodo. E per la prima volta Confindustria potrebbe dover gestire un ballottaggio finale”, conclude il quotidiano.

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