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Ponte sullo stretto

Ponte sullo Stretto, domani l’ok del Cipess. Salvini: “è un momento storico”

Da domani, con il via libera del Cipess (l’organismo economico interministeriale che valuta la congruità del costo e non il progetto ingegneristico), si potrà firmare un contratto con relative penali per lo Stato o per i privati in caso di inadempienza di una delle parti e mancata realizzazione dell’opera

Il grande progetto del ministro Matteo Salvini è a un punto di svolta. Dopo oltre due anni dall’annuncio, e dal decreto che ha rimesso in piedi le vecchie gare sospese dal governo Monti per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, domani il Cipess approverà il via libera alla spesa di 13,5 miliardi di euro per l’opera.

Al momento non c’è ancora un progetto esecutivo e l’incartamento presentato dal consorzio Eurolink è stato approvato con prescrizioni dal Ministero dell’Ambiente. E non è ancora chiaro se si debba attendere un via libera formale dalla Commissione europea sulla parte delle aree naturali che non si potranno ripristinare, né tutelare. Di certo c’è che il governo Meloni domani arriverà a un via libera, su un’opera definita da Palazzo Chigi “strategica anche a fini militari nell’ambito Nato”, che avrà un effetto immediato: la firma del contratto con i privati del consorzio Eurolink, di cui ha una quota importante Webuild.

MANCA L’ACCORDO TRA LA STRETTO DI MESSINA E CHI REALIZZERÀ IL PONTE

Ad oggi – scrive La Repubblica – non c’è un accordo scritto tra committente, la società statale Stretto di Messina, e chi deve realizzare il Ponte: il cosiddetto decreto Salvini del marzo 2023 stabiliva la firma dopo l’approvazione al Cipess. La stessa cifra fissata nel bilancio dello Stato, 13,5 miliardi, è frutto di un emendamento presentato dai deputati della Lega che hanno ottenuto di stimare l’aggiornamento del costo rispetto alle gare del 2010 attraverso i prezzi medi delle materie prime negli ultimi anni.

Ma con il via libera del Cipess (l’organismo economico interministeriale che valuta la congruità del costo e non il progetto ingegneristico) si potrà firmare un contratto con relative penali per lo Stato o per i privati in caso di inadempienza di una delle parti e mancata realizzazione dell’opera.

SALVINI ESULTA, MA RESTANO ALCUNE INCOGNITE

“Un momento storico”, esulta il ministro Salvini annunciando la convocazione del Cipess per domani. E ha ragione: con il governo Berlusconi l’iter si era fermato al ministero dell’Ambiente e allora, tra l’altro, si prevedeva una spesa quasi a metà tra Stato e privati, e non tutta a carico del bilancio statale.

Al momento, comunque, solo la parte pubblica, che oggi sostiene l’onere del costo, potrebbe venire meno agli impegni, considerando le variabili ancora aperte: manca un progetto esecutivo unico e complessivo, si è previsto di poter andare avanti con i cantieri “a stralci”, e l’Europa potrebbe intervenire ravvisando anomalie nella parte ambientale. E, ancora, restano sullo sfondo le polemiche con l’INGV sulla parte sismica e con l’ANAC che ha definito l’iter messo in piedi da Salvini “sbilanciato a favore dei privati”.

BONELLI: “LO STATO RISCHIA DI PAGARE 1,5 MLD DI EURO DI PENALI AI PRIVATI”

Secondo il co-coordinatore di Alleanza verdi e sinistra, Angelo Bonelli, con la firma del contratto lo Stato rischia di pagare 1,5 miliardi di penali ai privati in caso di mancata realizzazione dell’opera: “nel contenzioso avviato dagli stessi privati nel 2011, quando Monti revocò i contratti, i giudici amministrativi avevano fissato al 10% la possibile richiesta di risarcimento rispetto al costo dell’opera richiesta, che venne poi bocciata in primo grado dai giudici civili, che diedero ragione al governo Monti”.

STRETTO DI MESSINA SPA: “LE EVENTUALI PENALI SARANNO DEL 5% DEI LAVORI NON ESEGUITI”

Dalla Stretto di Messina assicurano che non sarà questa la cifra in ballo, anzi sarà “dimezzata”: “i contratti che stipuleremo a breve con il contraente generale Eurolink, la Parson ed Edison Next saranno pubblici e ovviamente regoleranno possibili penali in caso di blocco dei lavori”. Proseguono dalla Stretto di Messina: “La misura che sarà applicata è pari al 5% dei lavori non eseguiti, fino a un massimo di quattro quinti del valore residuo del contratto. Si tratta della metà del valore del 10% di penali previsto dal codice degli appalti. Si ricorda che il valore del 13,5 miliardi non riguarda l’importo contrattuale”.

Secondo Bonelli il progetto allo stato attuale ha comunque delle lacune e “non ha aiutato a fare chiarezza l’aver esautorato INGV, ISPRA e ANAC dai controlli ambientali e giuridici”.

IL RUOLO DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Sullo sfondo resta il tema del ruolo della Commissione europea: per il governo Meloni questa non si deve esprimere sulla parte ambientale, e quindi non può fermare l’opera; per gli ambientalisti e l’opposizione invece Bruxelles dovrà dire la sua. Bonelli ha chiesto alla direzione Ambiente della Commissione Ue di esprimersi in materia. La risposta: “sono in corso valutazioni”. La partita su questo fronte non sembra chiusa. Ma da domani, una volta firmato il contratto, lo Stato avrà sul groppone impegni vincolanti con i privati.

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