Attualmente, al Ttf di Amsterdam il prezzo è di poco superiore ai 26 euro al MWh. La crisi energetica è ormai passata?
Basta osservare i grafici da inizio gennaio ad oggi per notare continui trend al ribasso. Ma sono diverse settimane, ormai, che i prezzi del gas in Europa fanno registrare minimi continui. Eppure, le tensioni nel Mar Rosso sono state l’ultimo fattore geopolitico ad aggiungersi ad un panorama internazionale che soprattutto dal 2022 a oggi, tra la guerra russo-ucraina e la nuova crisi mediorientale tra Israele e Hamas, è tornato ad essere denso di preoccupazioni.
I PREZZI DEL GAS OGGI SCONGIURANO UNA NUOVA CRISI ENERGETICA
Attualmente, il prezzo al Ttf di Amsterdam è pari a 26,750 euro al MWh. La soglia psicologica dei 30 euro è costantemente evitata con valori più bassi. Anche ieri, come raccontava ieri Sissi Bellomo sul Sole 24 Ore, nonostante il grande freddo sulle sponde dell’Oceano Atlantico.
Siamo ai minimi dal luglio 2023, cioè quando era estate e soprattutto ancora non era arrivato il 7 ottobre, data dell’attacco di Hamas sulla striscia di Gaza.
“Ma è anche un prezzo quasi tre volte più basso rispetto all’inverno del 2023, quando l’Europa si era già adattata alla perdita di gran parte delle forniture di Gazprom”, notava ieri Bellomo sul quotidiano economico. “Ed è un prezzo che in queste prime settimane del 2024 si è ridotto di oltre il 20 per cento: un vero e proprio crollo, che in un contesto come quello attuale lascia a bocca aperta, anche tenuto conto del rallentamento dell’economia, con il suo inevitabile peso sui consumi energetici (oltre che sugli orientamenti dei fondi speculativi)”.
QUALI FATTORI INCIDONO
In termini di fattori, a incidere è l’inverno meno freddo delle attese (e quindi consumi ridotti) e gli stoccaggi pieni dei Paesi europei. I paesi europei hanno riempito i loro impianti sotterranei con gas fino all’obiettivo del 90% per la stagione di riscaldamento già a metà agosto, e all’inizio della stagione fredda avevano accumulato un record del 99,63%. Attualmente, sono pieni al 75% circa come media europea.
LE MOSSE DELL’ITALIA CONTRO LA CRISI ENERGETICA
In Italia, intanto, il 2023 ha rappresentato un anno record per la produzione di energia da fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico). Ma il nostro Paese, con l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, ha intrapreso un percorso di diversificazione delle forniture di gas e petrolio da altri partner come Usa, Norvegia e Qatar (per il Gnl), e da Nordafrica e Azerbaigian per il gas naturale via tubo.
Proprio le recenti tensioni nel canale di Suez provocate dai bombardamenti degli Houthi yemeniti stanno mettendo a rischio i carichi di gas liquefatto in arrivo in Europa da Doha (Nel 2023 15,6 milioni di tonnellate spedite via nave). Ma il lavoro svolto in questi due anni sul fronte della sicurezza energetica sembra rassicurare e proteggere proprio in situazioni come queste. Senza tralasciare il fatto che le importazioni di gas in Italia sono scese di quasi il 12% a 60,6 mld di metri cubi, il valore più basso dal 2015.