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Industria

Quali sono i piani dell’Ue per salvaguardare la propria industria nella transizione verde

L’Ue, affronta il cambiamento climatico con il suo obiettivo di neutralità del carbonio entro il 2050 e i severi obiettivi di emissione per il 2030, e su questo fronte i progressi sono superiori agli sforzi di Stati Uniti e Cina. Ma mentre detiene posizioni forti in alcuni settori verdi, l’industria rischia di essere superata nella tecnologia

L’Unione Europea è all’avanguardia a livello mondiale nella riduzione delle emissioni di carbonio, ma si sta anche muovendo per garantire che la transizione verde non la renda un deserto industriale, con una serie di misure che saranno annunciate la prossima settimana. Riporta Reuters.com.

COSA STA SUCCEDENDO ALL’INDUSTRIA EUROPEA

La competitività industriale dell’Europa rispetto agli Stati Uniti e alla Cina, le due maggiori economie mondiali, è diventata una delle principali preoccupazioni del blocco 30 anni dopo la creazione del mercato unico senza frontiere, che secondo alcuni dovrebbe essere rinnovato. Gli annunci della prossima settimana – scrive Reuters.com – includono proposte legislative per facilitare la produzione nazionale di forniture chiave e snellire le sovvenzioni per i progetti verdi, oltre ad affrontare la questione divisiva degli aiuti di Stato. Questi annunci precedono il vertice dei leader dell’UE che si terrà il 23 e 24 marzo per discutere e orientare la risposta dell’UE.

IL TIMORE  PIÙ GRANDE È L’IRA DI BIDEN

Sono in molti nell’UE a temere che che l’Inflation Reduction Act del presidente americano Joe Biden, che offre 369 miliardi di dollari di sussidi verdi che spesso si applicano solo ai prodotti fabbricati in Nord America, possa attirare le aziende fuori dall’Europa, consentendo agli Stati Uniti di diventare un gigante della tecnologia pulita a spese dell’Europa.

L’UE si considera un campione nell’affrontare il cambiamento climatico, con il suo obiettivo di neutralità del carbonio entro il 2050 e i severi obiettivi di emissione per il 2030, con progressi su questo fronte superiori agli sforzi di Stati Uniti e Cina. Ma mentre detiene posizioni forti in alcuni settori verdi, rischia di essere superata nella tecnologia.

I BREVETTI SONO IN RITARDO

Secondo un rapporto del McKinsey Global Institute, l’Europa è in ritardo rispetto agli Stati Uniti per quanto riguarda i brevetti delle tecnologie digitali e verdi del futuro, e ha dimostrato che entrambi sono indietro rispetto alla Cina e ad altri Paesi dell’Asia orientale nel settore delle tecnologie pulite. L’approvvigionamento di minerali vitali per la transizione verde rappresenta un’ulteriore sfida: la Cina tratta quasi il 90% delle terre rare e il 60% del litio, un elemento chiave per le batterie.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha rafforzato la lezione appresa durante i primi mesi della pandemia COVID-19, ovvero che l’UE non può contare su un unico fornitore per i materiali essenziali, che si tratti di dispositivi di protezione individuale o di petrolio e gas.

I PIANI DELL’EUROPA

L’esecutivo dell’UE – riporta Reuters.com – proporrà una legislazione che consentirà alla regione di estrarre il 10% delle materie prime strategiche che consuma e di aumentare la lavorazione al 40% del suo fabbisogno entro il 2030. La Commissione presenterà inoltre proposte per snellire la concessione dei permessi per i progetti verdi, che attualmente possono richiedere molti anni, e per promuovere gli investimenti nelle “valli” dell’industria a zero emissioni.

C’è poi la spinosa questione dei sussidi e di un eventuale futuro Fondo europeo per la sovranità, un’idea sollevata per la prima volta l’anno scorso dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ma – continua Reuters.com – i membri settentrionali dell’UE, guidati dalla Germania, hanno già messo in guardia contro un nuovo debito comune, sottolineando che ci sono ancora fondi inutilizzati dal fondo di recupero per la pandemia del blocco da 800 miliardi di euro (847,60 miliardi di dollari).

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