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L’energia USA torna a splendere, mentre tutto il mondo invidia l’IRA di Biden

Al CERAWeek il segretario USA all’Energia, Jennifer Granholm, si è vantata che la legge sulle infrastrutture e l’Inflation Reduction Act hanno reso gli Stati Uniti “irresistibili” per gli investimenti nell’energia pulita

I dirigenti dell’energia e i funzionari dell’amministrazione Biden, al CERAweek di Houston, hanno lanciato un messaggio chiaro all’Europa e alle altre regioni che si lamentano del fatto che la spesa per il clima degli Stati Uniti li priverà di investimenti: smettetela di lamentarvi e mettete da parte i soldi per attuare le vostre misure.

Durante un pranzo al CERAWeek, il segretario USA all’Energia, Jennifer Granholm, si è vantata che la legge sulle infrastrutture appena emanata e l’Inflation Reduction Act hanno reso gli Stati Uniti “irresistibili” per gli investimenti nell’energia pulita. Gli oltre 360 miliardi di dollari a sostegno dell’energia pulita e della produzione avanzata, oltre alle preferenze per i contenuti domestici, hanno provocato tensioni con gli alleati, inclusa l’Unione europea.

IL GRANDE SUCCESSO DELLE LEGGI DI BIDEN

Non c’è niente di sbagliato in “una piccola competizione amichevole”, ha commentato Granholm. “Come continuiamo a dire, fatelo. Dovreste fare la stessa cosa, incentivare la produzione di energia pulita anche nei vostri Paesi”.

Alla conferenza energetica le leggi sul clima e sulle infrastrutture firmate dal presidente Biden hanno ricevuto elogi quasi universali dai massimi dirigenti mondiali di combustibili fossili, che hanno assunto un tono più fiducioso rispetto agli scorsi anni.

I COMMENTI DI TOTALENERGIES ED EXXON MOBIL

Un anno di carenza di energia, prezzi volatili e ricalibrazione della catena di approvvigionamento globale in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha sottolineato l’importanza duratura del petrolio e del gas, anche se il mondo tenta di passare a combustibili più puliti.

I miliardi di dollari di incentivi fiscali incorporati nell’IRA significano che le più grandi aziende energetiche e industriali del mondo ora vedono gli Stati Uniti come il luogo più attraente per costruire impianti rinnovabili, di cattura del carbonio e di idrogeno. Questo è un problema per gli alleati in Europa, Canada e altrove, che ora stanno cercando di recuperare il ritardo per attrarre capitali per progetti di energia pulita su larga scala.

“Il mio messaggio ai leader europei è ‘non lamentatevi, fate lo stesso’, ha dichiarato Patrick Pouyanne, amministratore delegato di TotalEnergies SE. L’IRA è “esattamente quello che dobbiamo fare” per accelerare la transizione energetica. “Diciamo ai governi europei: dal momento che volete che investiamo in Europa, dovete mettere gli stessi sistemi incentivi degli Stati Uniti, o anche di più”.

Il CEO di Exxon Mobil, Darren Woods, ha affermato che l’Ue deve prima eliminare la tassa sugli extraprofitti “punitiva” per le compagnie petrolifere, che spazzerà via anni di profitti dai recenti investimenti nelle sue raffinerie europee. Di conseguenza, ha aggiunto, il gigante petrolifero del Texas ha “fatto un passo indietro e rivalutato” l’Europa e ora sta investendo di più negli Stati Uniti.

I TIMORI DEI PAESI EUROPEI

I leader dell’Unione europea sembrano preoccupati. La guerra in Ucraina e il ritiro del gas russo hanno sovralimentato la spinta del continente verso l’energia pulita, ma la strategia a lungo termine potrebbe essere minacciata da aziende come Tesla e Volkswagen, che ora danno la priorità agli investimenti negli Stati Uniti. “La competitività e la resilienza dell’Europa sono in pericolo”, ha affermato l’autorità per il mercato interno Ue in una valutazione.

Una corsa agli armamenti per l’energia pulita sarebbe benvenuta, ha affermato Meghan Nutting, vicepresidente esecutivo per gli affari governativi e normativi di Sunnova Energy International. “Per anni l’Europa ci ha chiesto di fare qualcosa per soddisfare i requisiti dell’accordo sul clima di Parigi: alla fine l’abbiamo fatto, e ora sono preoccupati che lo stiamo facendo”, ha detto lunedì scorso in un panel.

Il potenziale svantaggio di una corsa agli armamenti per l’energia pulita, tuttavia, è che le singole nazioni che investono in tecnologie simili possono “creare un mondo completamente frammentato”, diminuendo le riduzioni dei costi e diluendo qualsiasi risposta veramente globale al cambiamento climatico, ha affermato Joseph Majkut, direttore del Programma Sicurezza Energetica e Cambiamenti Climatici del Centro Studi Strategici e Internazionali.

LE INIZIATIVE IN ITALIA

Per quanto riguarda l’Italia, tra le più recenti iniziative in ambito di energia pulita vanno segnalati due progetti avviati davanti alla costa di Ravenna. Le iniziative riguardano il recente accordo tra Eni e Snam per la cattura di Co2 emessa dalla centrale gas di Casalborsetti e il progetto per stoccarne altre 800mila tonnellate proveniente da aziende hard to abate come Cabot Italiana, HerAmbiente, Marcegaglia, Versalis, Polynt e Yara con Eni e Snam quali partner tecnici. La soluzione tecnologica per l’operazione di cattura della Co2 è allo studio di Rosetti Marino, Nuovo Pignone, Vetrocoke.

A gennaio The International Propeller Club Port of Ravenna ha organizzato un incontro per parlare dei progetti di carbon capture ravennati a cui hanno partecipato la presidente Patrizia Feletig, i vertici di Snam, Eni ed Hera Piero Ercoli, Responsabile dell’unità Decarbonization Projects di Snam, Salvatore Giammetti, Responsabile Carbon Capture, Utilizazion & Storage ENI e Filippo Brandolini, Presidente di HERAmbiente e Vice Presidente Utilitalia. Del resto, come hanno spiegato gli esperti durante il convegno, l’area geografica intorno a Ravenna è perfetta per permettere lo sviluppo della prima iniziativa italiana di sequestro dell’anidride carbonica, poiché ospita dei giacimenti depleti che possono accogliere fino a 500 mld di metri cubi. Inoltre, la posizione strategica nel Nord Italia garantisce la vicinanza alle industrie, la presenza di un porto, delle aziende energivore e delle competenze tecniche necessarie a realizzare le tecnologie.

Progetti che, secondo il consigliere regionale dell’Emilia Romagna, Gianni Bessi, “possono darci quello slancio che, partendo da un tessuto di imprese che ha lavorato per decenni nell’oil&gas e che oggi mette a disposizione straordinarie capacità, catalizzi su Ravenna decarbonizzazione e nuovo sviluppo industriale”.

Il progetto pilota di Casalborsetti lo scorso 26 gennaio ha ricevuto il via libera dal Mase. Il primo step permetterà la captazione di 25.000 tonnellate di anidride carbonica, poi si procederà alla cattura di CO2 prodotta dalla centrale turbogas detenuta da Eni a Casal Borsetti, che verrà poi stoccata negli alvei sottostanti alla piattaforma Porto Corsini Mare Ovest. Il progetto potrebbe portare 500 posti di lavoro, e da tempo Eni ha spiegato il potenziale di raccolta di CO2 dei giacimenti esausti di metano: 500 milioni di tonnellate. Su questo volume si inizierà a ragionare a partire dal 2030, quando il progetto arriverà all’ultima fase e la cattura di anidride carbonica raggiungerà i 16 milioni di tonnellate l’anno.

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