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Trasporto

Quanto inquina davvero il trasporto su strada?

I veicoli che percorrono le strade italiane sono più di quanto pensiamo. La prima analisi sistematica sulla composizione del trasporto stradale di Cluster Tecnologico Nazionale Trasporti

I mezzi che circolano sulle strade italiane sono più di quanto stimiamo. I dati utilizzati fino ad oggi riguardo km percorsi e inquinamento sono parziali e rendono impossibile programmare la strada verso la decarbonizzazione. Sono le indicazioni che emergono dallo studio di Cluster Tecnologico Nazionale Trasporti, intitolato “Paths to 2030: Possibili traiettorie del trasporto su strada per il raggiungimento degli obiettivi del pacchetto climatico EU FitFor55”. L’analisi sistematica sulla composizione del trasporto stradale italiano analizza percorrenze, emissioni di CO2 e consumi energetici attuali proiettandoli al 2030.

I NUMERI DEL TRASPORTO SU STRADA

Auto, moto, bus, veicoli commerciali leggeri e pesanti emettono il 24% delle emissioni totali nazionali, pari a 105 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Se consideriamo anche i quantitativi liberati nell’atmosfera durante produzione e distribuzione di combustibili e energia elettrica (well to whell). Il trasporto merci mediamente inquina di più in rapporto ai chilometri percorsi rispetto ad autobus, moto e autobus. Infatti, i camion e altri veicoli commerciali emettono il 35% della CO2 del trasporto totale su strada, coprendo appena il 18% dei km totali del settore.

Nel 2019 i veicoli passeggeri sono arrivati a percorrere 413 miliardi di chilometri, mentre i mezzi che trasportano merci hanno viaggiato per 90 miliardi di km. In totale, hanno macinato oltre 500 miliardi di chilometri di asfalto. I mezzi che trasportano passeggeri percorrono principalmente le strade comunali (24% contro il 19% delle autostrade). Viceversa i veicoli merci viaggiano principalmente sulle autostrade (29%), che per estensione rappresentano appena il 3% dell’intera rete stradale nazionale.

LA TRANSIZIONE DEL TRASPORTO SU STRADA

Il futuro del trasporto su strada è incerto, a causa dell’esistenza di molte variabili. Le incognite maggiori riguardano l’andamento dell’economia, gli sviluppi industriali e le tendenze dei consumatori. L’associazione di enti di ricerca, università e imprese indica i principali elementi: il Pil, l’evoluzione dell’economia nazionale, l’evoluzione dei traffici, l’efficacia delle politiche di riequilibrio previste dal Pnrr in ambito urbano e extraurbano, i tassi di rinnovo del parco circolante, la percentuale di acquisto di Ev e ibride, le percentuali di produzione dell’elettricità da rinnovabili, la disponibilità di biocombustibili.

Tra i fattori che possono imprimere una direzione decisa alla transizione della mobilità ci sono anche le norme nazionali e comunitarie. Basti pensare alla querelle riguardo il Regolamento UE sulle auto, non ancora conclusa. L’incertezza che regna ancora sul settore spinge i ricercatori di Cluster Tecnologico Trasporti a consigliare un attento monitoraggio della situazione e delle tecnologie più mature, adottando politiche eco-razionali.

GLI SCENARI AL 2030

Le proiezioni di Cluster Tecnologico Trasporti per il 2030 si basano su due differenti scenari definiti “estremi, ossia corrispondenti alla combinazione di tutti i fattori favorevoli (“MAX decarbonizzazione”) e sfavorevoli (“MIN decarbonizzazione”) al raggiungimento degli obiettivi EU”. Nonostante i due modelli siano altamente improbabili, si basano sulle politiche già avviate.

I ricercatori sottolineano che i due scenari forniscono una stima degli effetti che possono verificarsi e del contributo delle diverse componenti. Lo scenario denominato “MIN decarbonizzazione” prevede una riduzione delle emissioni di CO2 del -10 %, mentre quello di “MAX decarbonizzazione” sale fino a -30%. Lo studio mostra che il modello più ottimista sarebbe raggiungibile solo con una forte penetrazione di veicoli ibridi ed elettrici, unita a una maggiore immissione in rete di biocombustibili, in blending o puri, per alimentare i veicoli che non possono essere elettrificati. Il primato negativo spetta al trasporto merci con mezzi pesanti, il più difficile da decarbonizzare tra quelli hard to abate da qui al 2030.

Immaginando poi un maggiore apporto di biocombustibili ed e-fuel, la riduzione delle emissioni di CO2 salirebbero rispettivamente a -29% (“scenario MIN decarbonizzazione”) e -47%.

Infine, lo studio prevede anche l’opzione che tutte le auto acquistate da oggi al 2030 siano Ev. In questo caso, secondo gli studiosi si avrebbe una riduzione delle emissioni del 44,5% nello scenario “Max decarbonizzazione”.

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