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Carbone

Quasi 3.000 impianti a carbone in meno nel mondo per mantenere rotta sul clima. Lo studio TransitionZero

La Cina ha ridotto la quota di carbone nel suo mix energetico totale dal 72,4% del 2005 al 56,8% l’anno scorso, ma il volume di consumo assoluto ha continuato a crescere.

Il mondo dovrà spegnere quasi 3.000 centrali elettriche a carbone prima del 2030 se vuole avere una possibilità di mantenere gli aumenti di temperatura entro 1,5 gradi. Secondo una ricerca del think tank sul clima TransitionZero pubblicato a distanza di pochi giorni dal vertice delle Nazioni Unite COP26 sui cambiamenti climatici a Glasgow, ci sono attualmente più di 2.000 GW di potenza a carbone in funzione in tutto il mondo, e dovrebbero essere ridotti di quasi la metà, attraverso la chiusura di una unità al giorno da ora fino alla fine del decennio.

LO SFORZO PIU’ GRANDE È DELLA CINA

La necessità di chiudere quasi 1.000 gigawatt di capacità a carbone, imporrebbe alla Cina – la più grande fonte al mondo di gas serra climalteranti e proprietaria di circa la metà degli impianti a carbone del mondo – di accelerare il suo passaggio verso un’elettricità più pulita.

“La conclusione logica è che metà dello sforzo dovrà venire dalla Cina”, ha detto Matt Gray, analista di TransitionZero e autore del rapporto secondo quanto riferito da Reuters.

RIDOTTO IL CARBONE NEL MIX CINESE MA I VOLUMI IN TERMINI ASSOLUTI CRESCONO

La Cina ha ridotto la quota di carbone nel suo mix energetico totale dal 72,4% del 2005 al 56,8% l’anno scorso, ma il volume di consumo assoluto ha continuato a crescere. Il presidente Xi Jinping ha giurato all’inizio di quest’anno che la Cina avrebbe iniziato a tagliare l’uso del carbone, ma solo dopo il 2025.

Nel frattempo la strategia cinese nel settore è stata sottoposta a un ulteriore esame nelle ultime settimane, anche se le imprese asiatiche sono impegnate a trovare il volume extra necessario per risolvere una crisi energetica che ha costretto le fabbriche a chiudere e ha messo a rischio il riscaldamento invernale e la fornitura di elettricità.

LA CRISI STA COMUNQUE COSTRINGENDO LA CINA AD ACCELERARE LE RIFORME SUI FOSSILI

Gray ha riferito che il consumo di carbone aumenterà nel breve termine, ma la crisi sta comunque costringendo la Cina ad accelerare le riforme che alla fine aiuteranno il paese a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.

La recente policy volta a costringere gli operatori dei generatori di energia a carbone a vendere l’elettricità attraverso il mercato all’ingrosso li esporrà alla concorrenza delle fonti rinnovabili e sottolineerà ulteriormente la loro mancanza di competitività, ha aggiunto l’analista.

“Penso che sia giusto dire che mantenere le luci accese e mantenere gli edifici caldi sarà la priorità esclusiva del governo cinese con l’arrivo dell’inverno – ha concluso -. Ma la nostra speranza è che questa crisi sia vista come un campanello d’allarme per la dipendenza dal carbone”.

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