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Giorgio Arienti Erion WEEE - RAEE

RAEE, Arienti (Erion WEEE): bisogna semplificare la raccolta, servono campagne informative e maggiori controlli

Secondo il dg del consorzio che tratta i rifiuti elettronici “bisognerebbe aumentare le isole ecologiche e tenerle aperte anche il sabato e la domenica. E poi potenziare i servizi di raccolta domiciliare e predisporre raccolte anche nei posti più frequentati, come le scuole”

L’Unione europea ha messo in mora l’Italia per gli scarsi risultati di raccolta Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche). Nel 2023 sono state trattate 350.000 tonnellate di Raee Domestici, contro un obiettivo di circa 780.000.

Erion WEEE è il maggiore sistema collettivo nazionale per la gestione di tutti i Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). Per conto dei propri soci, effettua il ritiro dei RAEE, sia Domestici che Professionali, e provvede al loro trattamento presso impianti autorizzati, evitando la dispersione di sostanze inquinanti nell’ambiente e garantendo, attraverso il corretto riciclo, il recupero dei materiali da reinserire nel flusso produttivo.

Secondo il consorzio Erion WEEE, tra le ragioni degli scarsi risultati vi sono la normativa italiana e la scarsa consapevolezza dei cittadini. Abbiamo intervistato il Direttore Generale, Giorgio Arienti.

DOTT. ARIENTI, COS’HA PORTATO L’UNIONE EUROPEA A METTERE IN MORA IL NOSTRO PAESE A CAUSA DELLA RACCOLTA DEI RAEE?

“Esistono dei target di raccolta fissati dall’Unione europea – l’ultimo dei quali è entrato in vigore nel 2019 – che prevedono che ogni Stato membro debba raccogliere il 65% delle quantità di nuove apparecchiature immesse sul mercato di negli ultimi 3 anni. L’Italia è in grave ritardo: anziché al 65% arriviamo a malapena al 38%. L’Unione europea è quindi intervenuta avviando una procedura d’infrazione, con la Commissione europea che ha scritto al governo italiano di giustificare entro 2 mesi le ragioni di questo ritardo significativo”.

PERCHÉ NEL 2023 SONO STATE RACCOLTE SOLO 350.000 TONNELLATE DI RAEE DOMESTICI, MENO DELLA METÀ DELL’OBIETTIVO PREVISTO?

“Perché, lungo tutta la filiera, ci sono dei comportamenti sbagliati. Il cittadino italiano mediamente non sa che bisogna fare la raccolta differenziata dei RAEE e quindi li getta nel sacco nero dell’immondizia differenziata. Questo perché non è informato, nessuno gli ha spiegato che i rifiuti delle apparecchiature elettroniche sono importanti. C’è da dire però che non abbiamo modalità facili per esercitare un comportamento virtuoso: se ad esempio ci si deve liberare di un frigorifero ma il negoziante non fa il ritiro 1/1, nessuno ci si carica il frigorifero in auto e lo porta all’isola ecologica, che magari è anche molto distante da casa ed è aperta solo nei giorni feriali…

È vero che i cittadini devono mettere in atto comportamenti virtuosi, ma bisognerebbe incentivarli aumentando il numero di isole ecologiche e aumentando i servizi di raccolta domiciliare, oltre a rendere effettivi i ritiri da parte dei negozianti, in modo tale che tutti i RAEE dalle case dei cittadini finiscano ai consorzi per il riciclo, come Erion WEEE.

Inoltre, ci sono furti nelle isole ecologiche, errori di attribuzione del codice del rifiuto nelle stesse isole… il risultato finale è che il sistema RAEE gestisce 350.000 tonnellate l’anno ma potrebbe gestirne il doppio, ed ecco perché la Commissione europea vuole vederci chiaro: vuole capire cosa sta facendo l’Italia per colmare questo ritardo”.

COSA DOVREBBE FARE L’ITALIA PER MIGLIORARE LA RACCOLTA DEI RIFIUTI ELETTRONICI? 

“Io credo che ci sia da intervenire su tre fronti: innanzitutto bisogna rendere più semplice la raccolta dei RAEE, portarla più vicina ai cittadini, semplificare e rimuovere gli oneri burocratici che la ostacolano. Ad esempio, il ritiro dei RAEE da parte dei negozianti oggi è reso complicato da una serie di oneri burocratici a carico dei negozianti che scoraggerebbero anche le persone ambientalmente più motivate. Il negoziante deve compilare uno schedario in triplice copia, oltre a dover essere iscritto all’albo di gestione dei rifiuti per effettuare i trasporti. Tutte cose che non servono a nulla, se non a complicare la vita e che ostacolano i comportamenti virtuosi.

Bisognerebbe poi aumentare le isole ecologiche e far sì che siano aperte anche il sabato e la domenica, potenziare i servizi di raccolta domiciliare e predisporre delle raccolte anche nei posti più frequentati, come le scuole: oggi se un preside organizza una raccolta RAEE nella sua scuola commette un reato, perché non è un soggetto autorizzato a farlo. Bisogna fare in modo che la raccolta sia semplice.

Un’altra cosa da fare è informare i cittadini, perché se non sono informati poi sbagliano a comportarsi, quindi campagne informative sui media e sui social spiegano cosa sono i RAEE e perché sono importanti. Infine, bisogna predisporre dei controlli, affinché lungo la filiera non avvengano sottrazioni di apparecchi, RAEE che finiscono in posti sbagliati, soggetti che cercano di impossessarsi di alcuni materiali… i controllo sono fondamentali perché esistono soggetti che vogliono intercettare i RAEE e che senza controlli sono avvantaggiati in questa attività illecita”.

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