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Decarbonizzazione come opportunità di crescita per il Paese. Il rapporto del think thank ECCO

Lo sviluppo delle opzioni tecnologiche della transizione, come le filiere dei biocombustibili, l’idrogeno e lo stoccaggio del carbonio (CCUS) dovrebbero essere valutate nell’ottica del percorso verso la neutralità climatica al 2050 Cosa dice lo studio del think thank italiano, ECCO sulla revisione, da parte dell’Italia, del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC)

L’accelerazione dell’innovazione imposta dalla transizione ecologica è una sfida ma è anche un’opportunità per la creazione di nuove catene del valore, nuovi processi e nuovi prodotti. A sottolinearlo è ECCO, il think tank italiano per il clima che ha presentato oggi uno studio sulla revisione, da parte dell’Italia, del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC).

RAPPORTO ECCO: DECARBONIZZAZIONE CORNICE DELLO SVILUPPO DEL PAESE

Nel rapporto presentato oggi da ECCO si evidenzia come nella versione vigente del Piano viene dato poco spazio, nel complesso, alla componente di decarbonizzazione (che comprende lo sviluppo delle rinnovabili). Decarbonizzazione che invece dovrebbe fare da cornice di riferimento per lo sviluppo del Piano stesso, partendo, in primis, dall’energia, impostando in parallelo le basi per la trasformazione di tutti gli altri settori economici: trasporti, civile, fino ai settori più complessi quali l’industria e l’agricoltura.

L’attuale crisi energetica – scrive ECCO – rischia di sovra-rappresentare le problematiche del settore energetico, stabilendo investimenti inutili o potenzialmente dannosi (lock-in). In questo senso, i nuovi investimenti in gas naturale dovranno dimostrarsi necessari rispetto alla futura domanda di gas. Allo stesso modo, lo sviluppo delle opzioni tecnologiche della transizione, come le filiere dei biocombustibili, l’idrogeno e lo stoccaggio del carbonio (CCUS) dovrebbero essere valutate nell’ottica del percorso verso la neutralità climatica al 2050.

L’accelerazione dell’innovazione imposta dalla transizione ecologica è una sfida – sottolinea il think thank italiano – ma è anche un’opportunità per la creazione di nuove catene del valore, nuovi processi e nuovi prodotti. Questa visione complessiva non rientra nella versione attuale del PNIEC. Il suo aggiornamento può tracciare gli assi strategici sui quali costruire una trasformazione industriale, in un mercato globale che si sta spostando in maniera decisa verso il clean tech. Il piano industriale verde proposto dall’Europa riconosce la sfida della trasformazione del settore e rappresenta lo schema di una strategia di sviluppo che dovrà trovare un parallelo nel PNIEC, indirizzando la politica industriale verso investimenti e politiche a sostegno della produzione di prodotti ‘verdi’.

GLI OBIETTIVI DEL PNIEC

Il PNIEC – secondo ECCO – dovrà assicurare il giusto spazio alle dimensioni trasversali della transizione, per garantirne la sostenibilità sociale ed economica. Questo per favorire una decarbonizzazione che sia accessibile, con soluzioni alla portata di tutti e giusta, offrendo opportunità di sviluppo anche per le generazioni future, in linea con i più recenti aggiornamenti della nostra Carta costituzionale

Infine, la strategia di decarbonizzazione definita nel PNIEC non potrà prescindere dalla concreta quantificazione degli investimenti per la transizione in tutta la catena del valore, di un’economia in via di trasformazione verso l’abbandono delle fonti fossili. In questo senso sarà necessario la finanza pubblica, ridefinendo il ruolo di SACE, CDP e Invitalia in ottica di ‘banche per il clima’ anche in funzione della necessità di attivare la leva della finanza privata.

IL COMMENTO DEGLI ESPERTI ECCO

Chiara di Mambro, Responsabile delle Politiche di Decarbonizzazione del think tank ECCO, ha detto: “Il PNIEC è lo strumento chiave per definire la strategia di decarbonizzazione del Paese e va ben oltre la dimensione dell’energia e del clima. Il PNIEC coinvolge tutti i settori dell’economia e della società ed è lo strumento che permetterà di passare da un mondo nel quale sviluppo e benessere erano strettamente determinati dall’utilizzo dei combustibili fossili ad uno nel quale questo legame viene abbandonato progressivamente, nei tempi e nelle quantità definite dalla scienza”.

La strada verso il 2030 – scrive ECCO – verrà definita all’interno del PNIEC e come verrà costruito questo percorso determinerà la prosperità futura delle nostre società. Per questo sarà fondamentale la partecipazione di tutte le rappresentanze, (il mondo imprenditoriale, quello occupazionale, la società civile, le amministrazioni locali e regionali) per garantire una migliore efficacia nella realizzazione del Piano.

Matteo Leonardi, Co-fondatore & Direttore esecutivo, Politiche nazionali del think tank ECCO, in una nota ha detto: “I piani di sviluppo industriale di Europa, Stati Uniti e paesi asiatici mostrano chiaramente che la sfida della competitività si può vincere solo investendo nelle tecnologie della transizione energetica e climatica. Il Piano Energia e Clima è l’occasione per tracciare una nuova visione del Paese e posizionarlo nel contesto globale, concretizzando la decarbonizzazione. Questo momento di aggiornamento è un’opportunità da sfruttare in tutte le sue potenzialità. Il PNIEC deve diventare strumento strategico e rappresentare la collettività. Solo in questo modo potremo assicurare che il nuovo PNIEC possa trasformare le esigenze di decarbonizzazione in opportunità di crescita e sviluppo per il Paese, di maggiore benessere per famiglie e imprese”.

LO STUDIO ECCO

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