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Recovery Fund, ecco cosa propongono Eni ed Enel

In commissione Bilancio alla Camera sono andati in scena le prime audizioni, a cominciare da quella di Lapo Pistelli, direttore Public affairs di Eni

Entrano nel vivo le discussioni sulle Linee guida per la definizione del piano nazionale di ripresa e resilienza che disegnerà il Recovery plan italiano. In tutto 32 pagine con una serie di sfide, missioni e azioni/progetti in tutti i settori economici italiani tra cui il completamento della rete nazionale di tlc in fibra ottica, la graduale decarbonizzazione dei trasporti, il cablaggio in fibra ottica di scuola e università. Ma anche tanta transizione energetica. Per questo oggi in commissione Bilancio alla Camera sono andati in scena le prime audizioni, a cominciare da quella di Lapo Pistelli, direttore Public affairs di Eni e di Carlo Tamburi amministratore delegato di Enel Italia.

COSA PROPONE ENI

Tre i pilastri su cui sta lavorando il colosso italiano: “Il primo, centrale, è il progetto di cattura, uso e stoccaggio della Co2 a Ravenna. La cattura e lo stoccaggio della Co2 sono un elemento essenziale per la decarbonizzazione del sistema energetico mondiale, europeo e anche nostro”. Con la cattura della Co2 a Ravenna “possiamo dar vita alla produzione di energia elettrica decarbonizzata e produrre idrogeno ‘blu’. L’Europa scommette molto sull’idrogeno, e attualmente in Italia l’Eni è il primo produttore e il primo consumatore, ma qua si tratta di avere l’idrogeno per una nuova finalità. Questa cosa può essere o mescolata nei tubi del gas, può essere portata con tubi dedicati a clienti finali e può essere scambiata in modo virtuale con titoli e certificazioni. Le opzioni sul tavolo sono molte, e ne discuteremo con il Governo”.

“Abbiamo comparti come l’acciaio, la carta, la chimica o la raffinazione, che sono molto difficili da decarbonizzare e a cui è ascrivibile il 25 per cento delle emissioni globali: è qui che bisogna promuovere una trasformazione attraverso l’introduzione di nuovi prodotti – ha spiegato Pistelli che ha chiesto un sistema di norme e incentivi in grado di “accompagnarci verso questo sistema che stiamo costruendo”.

C’è tanto da fare poi sulle rinnovabili e l’efficienza, e la cattura “e lo stoccaggio della Co2 rappresenta il 10% della torta: parliamo di 2,3 gigatonnellate in meno di Co2 in atmosfera. Noi abbiamo l’opportunità dei giacimenti esauriti, e abbiamo l’opportunità di costruire un Hub che ha le potenzialità per diventare il più grande al mondo, ed è un vantaggio competitivo che non è sfuggito né alle Commissione europea e né al Governo”.

Altro elemento è la decarbonizzazione del settore dei trasporti. C’è un tema, che non sfugge: “La componente del trasporto pesante, la cui elettrificazione al momento è o complicata o impossibile. Come Paese siamo già un’eccellenza per il trasporto sostenibile a gas Gnl, e stiamo lavorando su soluzioni con biocarburanti per il trasporto aereo o stradale che possano venire da fonti primarie sostenibili non fossili. Queste riducono molto il profilo emissivo del trasporto pesante, e non richiedono di cambiare il mezzo”, ha detto Pistelli.

Infine, Pistelli ha detto che verrà presentato al Governo il progetto per il primo fotovoltaico organico. “Quindi, pellicole ‘bio’ fatte di materiali polimerici semiconduttori dove il silicio è sostituito da elementi bio-fotoattivi. Il secondo progetto vogliamo dedicarlo alle isole minori di questo Paese, ed è uno strumento che sfrutta il moto ondoso per fornire energia in quantità limitate, non parliamo della Sardegna o della Sicilia, e non soltanto quando il mare è agitato. Potrebbe aiutare a liberare le isole minori dalla dipendenza da energia elettrica da gasolio. Sono progetti pronti da essere messi a terra, non futuribili. Queste tecnologie sono pronte, mature e sicure”.

COSA PROPONE ENEL

“Enel chiuderà tutti i suoi impianti a carbone in Italia entro il 2025 e sostituirla con un mix di rinnovabili”, ha detto Carlo Tamburi amministratore delegato di Enel Italia Spa in audizione alla Camera. Tamburi ha sottolineato che “è importante avere le autorizzazioni relative alle chiusure del 2021″ per poi poter chiudere già dal 1 gennaio Brindisi 2, Fusina e La Spezia.

Chiudere le centrali a carbone è possibile e “la sostituzione, per garantire l’adeguatezza e la resilienza del sistema elettrico si può fare con un mix di rinnovabili e nuovi impianti a gas, però è molto importante che si possano avere le autorizzazioni entro la metà del 2021. Le reti di distribuzione devono consentire l’efficienza e la resilienza del sistema, facendo in modo che i nuovi impianti rinnovabili, i 30mila megawatt in più che dovranno esser messi in esercizio, possano essere collegati alla rete senza alcun problema. Infine, c’è l’elettrificazione di servizi finali attraverso città sostenibili e la mobilità elettrica. Questa è la nostra strategia, e noi al Governo abbiamo proposto 10 progetti”.

La transizione verso l’energia pulita “deve avere questa dinamica: e cioè l’eolico in termini di capacità installata si deve raddoppiare, quindi dobbiamo installare nuovi 10000 megawatt di pale eoliche in Italia. E molto di più dev’essere fatto per il fotovoltaico” ha aggiunto Tamburi, spiegando che “se le autorizzazioni non arriveranno in tempi certi o in tempi rapidi o comunque in qualche modo facilitate rispetto a quelle che erano le norme precedenti, questi obiettivi non saranno raggiungibili”.

Nell’ambito del Pniec, ha poi proseguito il manager Enel “l’eolico, in termini di capacità installata, si deve raddoppiare, e dobbiamo installare nuovi 10mila megawatt di pale eoliche in Italia in 10 anni. Molto di più deve essere fatto per il fotovoltaico, che deve passare da 20mila megawatt a oltre 52. Se le autorizzazioni non arriveranno in tempi certi o rapidi, o comunque in qualche modo facilitati, questi obiettivi non saranno raggiungibili”. Mentre un altro progetto “molto interessante è anche quello di creare della produzione di energie rinnovabili finalizzata alla produzione di idrogeno per l’Ilva”.

Infine, l’elettrificazione dei porti: “Abbiamo fatto delle proposte affinché tutta la mobilità delle navi, da crociera e commerciali, possa essere totalmente elettrificata, o comunque effettuata senza utilizzare i motori ausiliari. Questo è un tema che potrebbe unirci alla Spagna e alla Grecia e fare un grande polo del Mediterraneo dei porti sostenibili”.

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