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Rinnovabili

Regolamento Ue sulla semplificazione delle rinnovabili, si punta alla proroga fino a giugno 2025

“Gli investitori e le autorità devono avere chiarezza quanto prima possibile per quanto riguarda il quadro giuridico applicabile da allora in poi per garantire le loro decisioni di investimento e pianificare i loro progetti di conseguenza. È pertanto opportuno adottare un atto giuridico che proroghi l’applicazione di tale regolamento alcuni mesi prima della fine della sua applicazione (…) fino al 30 giugno 2025”, chiarisce Bruxelles nel regolamento sulle rinnovabili

È approdato in Gazzetta Ufficiale Ue il Regolamento (UE) 2022/2577 che istituisce un quadro per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili per contrastare la crisi energetica, ridurre la dipendenza dell’Ue dai combustibili fossili russi e far progredire ulteriormente gli obiettivi climatici europei accelerando il processo di rilascio delle autorizzazioni e la diffusione dei progetti di energia rinnovabile. Il semaforo verde da parte del Consiglio Ue era arrivato lo scorso 22 dicembre insieme al pacchetto dei regolamenti sul rafforzamento della solidarietà negli acquisti di gas.

IL REGOLAMENTO SULLE RINNOVABILI APPLICABILE FINO A GIUGNO 2024 (PER ORA)

Il regolamento, si legge nel testo ufficiale, “si applicherà fino al 30 giugno 2024”. “Dall’entrata in vigore del regolamento (UE) 2022/2577, il livello di preparazione del mercato dell’energia elettrica e la sicurezza dell’approvvigionamento dell’Unione sono migliorati – si legge ancora nel provvedimento -. Tuttavia, permangono gravi rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’Unione. La situazione globale sul mercato del gas resta molto tesa. I prezzi del gas sono ancora considerevolmente più alti rispetto a quelli pre-crisi, con inevitabili conseguenze sul potere d’acquisto dei cittadini dell’Unione e sulla competitività delle imprese dell’Unione. Ciò è aggravato dall’elevata volatilità del mercato derivante, tra l’altro, da circostanze geopolitiche tese. Episodi recenti di significativa volatilità dei prezzi verificatisi nell’estate e nell’autunno del 2023, quando i prezzi sono aumentati di oltre il 50 % in poche settimane, a causa di eventi quali lo sciopero degli impianti australiani di gas naturale liquefatto (GNL), la crisi in Medio Oriente o la crisi l’interruzione del Balticconnector, dimostrano che i mercati sono ancora fragili e vulnerabili anche a shock relativamente piccoli sulla domanda e sull’offerta. In tali condizioni, il timore di scarsità derivante anche da un evento isolato può innescare reazioni sistemiche negative in tutta l’Unione con gravi ripercussioni sui prezzi dell’energia. Inoltre, a causa della significativa diminuzione delle importazioni di gas attraverso i gasdotti russi nell’ultimo anno, la disponibilità di forniture di gas all’Unione è notevolmente diminuita rispetto alle condizioni pre-crisi. Con l’attuale livello di importazioni di gas dai gasdotti, si prevede che l’Unione riceverà circa 20 miliardi di metri cubi di gas russo, circa 110 miliardi di metri cubi in meno rispetto al 2021. Pertanto, permane il serio rischio che si verifichi una carenza di gas nell’Unione”.

LE PREVISIONI DELL’AIE

“I mercati globali del gas rimangono molto tesi e si prevede che rimarranno tali per un certo periodo di tempo. Come osservato dall’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) nel suo Rapporto a medio termine sul gas 2023, l’offerta globale di GNL è cresciuta solo modestamente nel 2022 (del 4%) e nel 2023 (del 3%). Nel suo World Energy Outlook 2023, l’AIE prevede che gli equilibri di mercato rimarranno precari nell’immediato futuro, nonostante il fatto che nuove capacità di GNL siano destinate a entrare in funzione a partire dal 2025”, spiega l’Ue nel provvedimento in Gazzetta.

Energia, in Gazzetta Ue il regolamento sulla semplificazione delle rinnovabili (2)

LA RIPRESA DELLA DOMANDA ASIATICA DI GNL

“Tali gravi difficoltà sono esacerbate da una serie di rischi aggiuntivi, tra cui una ripresa della domanda asiatica di GNL, che potrebbe ridurre la disponibilità di gas sul mercato globale del gas, un inverno freddo che potrebbe portare a un aumento della domanda di gas fino a 30 miliardi di metri cubi, condizioni meteorologiche estreme che potrebbero influenzare lo stoccaggio di energia idroelettrica e la produzione nucleare a causa dei bassi livelli dell’acqua che porterebbero al conseguente aumento della domanda di produzione di energia elettrica a gas, ulteriori interruzioni delle infrastrutture critiche, come gli atti di sabotaggio contro il Nord Stream gasdotti nel settembre 2022 o l’interruzione del gasdotto Balticconnector nell’ottobre 2023, e un deterioramento del contesto geopolitico, in particolare nei paesi e nelle regioni rilevanti per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’Unione, come Ucraina, Azerbaigian e Medio Oriente”, si legge ancora.

RINNOVABILI FONDAMENTALI PER AUMENTARE SICUREZZA APPROVVIGIONAMENTO E PROTEGGERE I CONSUMATORI DALLA VOLATILITÀ

“Dato l’attuale equilibrio tra domanda e offerta, anche una lieve interruzione della fornitura di energia potrebbe avere un ampio impatto sui prezzi del gas e dell’elettricità e potrebbe causare danni gravi e duraturi all’economia europea, incidendo così sulla sua competitività e causando anche conseguenze durature. danno ai cittadini dell’Unione. La situazione attuale espone quindi l’intera Unione al rischio di carenza energetica e di prezzi elevati dell’energia”. Da qui la necessità di una diffusione accelerata per le rinnovabili “per aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento e proteggere i consumatori dalla volatilità dei prezzi riducendo la domanda complessiva di gas dell’Unione – afferma l’Ue -. Nel suo aggiornamento sul mercato delle energie rinnovabili di giugno 2023, intitolato “Quanti soldi stanno risparmiando i consumatori europei grazie alle energie rinnovabili?”, l’IEA ha stimato che i prezzi medi dell’elettricità all’ingrosso sarebbero stati più alti dell’8% in tutti i mercati europei nel 2022 senza le energie rinnovabili aggiuntive installate capacità. Nel 2022, una maggiore produzione di elettricità da fonti energetiche rinnovabili ha sostituito circa 107 TWh di produzione di elettricità da fonti fossili, equivalenti a circa 10 miliardi di metri cubi di gas, e che ha portato a un risparmio stimato di oltre 10 miliardi di euro”.

ACCELERAZIONE IN CORSO…

“Secondo Eurostat, nella prima metà del 2023, la produzione di energia rinnovabile nell’Unione ha raggiunto un livello record in sostituzione di ulteriori volumi di gas. La relazione della Commissione evidenzia inoltre sviluppi positivi in termini di aumento della diffusione delle energie rinnovabili nei mesi successivi all’entrata in vigore del regolamento (UE) 2022/2577. Secondo i primi dati del settore, in tre trimestri del 2023, l’Unione ha installato più capacità solari fotovoltaiche rispetto all’intero 2022. Anche la capacità eolica è aumentata in modo significativo in diversi Stati membri. I dati disponibili raccolti nella relazione della Commissione segnalano inoltre che diversi Stati membri hanno registrato aumenti a due cifre nel volume delle autorizzazioni rilasciate per progetti di energia rinnovabile dall’entrata in vigore del regolamento (UE) 2022/2577. Inoltre, almeno in uno Stato membro, anche i progetti di rete importanti per una maggiore penetrazione delle energie rinnovabili e che ammontano a oltre 2.000 km in totale beneficiano di un processo accelerato di concessione delle autorizzazioni”, spiega Bruxelles.

…MA SERVE PIU’ TEMPO

“Dato che i rischi per l’approvvigionamento energetico e i prezzi persistono, sarebbe ancora necessario un ritmo più rapido di implementazione dei progetti di energia rinnovabile per un certo periodo di tempo dopo la fine di giugno 2024, per eliminare gradualmente le rimanenti importazioni di gas russo – evidenzia l’Unione europea nel regolamento -. Non c’è dubbio che quote più elevate di energia da fonti rinnovabili rafforzerebbero ulteriormente la resilienza dell’Unione. Inoltre, quanto più rapida sarà la diffusione delle energie rinnovabili, tanto maggiore sarà l’impatto positivo sulla resilienza dell’Unione, sulla sicurezza dell’approvvigionamento energetico, sui prezzi dell’energia e sull’indipendenza dai combustibili fossili russi”.

Senza la proroga “si creerebbe il rischio di rallentare il ritmo di concessione delle autorizzazioni e di diffusione delle energie rinnovabili e delle relative infrastrutture, in particolare negli Stati membri che hanno fatto ampio uso di tale regolamento. Ad esempio, secondo la Germania, l’installazione di circa 41 GW di energia eolica onshore potrebbe essere ritardata e richiedere circa due anni in più o in alcuni casi essere interrotta del tutto senza una proroga dell’applicazione del regolamento (UE) 2022/2577, in particolare per quanto riguarda l’accelerazione del processo di concessione delle autorizzazioni per progetti di energia rinnovabile e per le relative infrastrutture di rete necessarie per integrare le fonti rinnovabili nel sistema elettrico. Anche la velocità del processo di concessione delle autorizzazioni per una serie di grandi progetti di reti di trasmissione, per una lunghezza totale di migliaia di chilometri, verrebbe rallentata, secondo le stime, da uno a tre anni”.

PROROGA FINO A GIUGNO 2025

“La necessità di agire è urgente poiché il regolamento (UE) 2022/2577 cesserà di applicarsi il 30 giugno 2024 e gli investitori e le autorità devono avere chiarezza quanto prima possibile per quanto riguarda il quadro giuridico applicabile da allora in poi per garantire le loro decisioni di investimento e pianificare i loro progetti di conseguenza. È pertanto opportuno adottare un atto giuridico che proroghi l’applicazione di tale regolamento alcuni mesi prima della fine della sua applicazione. Inoltre, a causa dell’introduzione di una nuova disposizione, il presente Regolamento dovrebbe entrare in vigore con urgenza il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. L’applicazione delle pertinenti disposizioni dovrebbe essere prorogata temporaneamente e dovrebbe, insieme alla nuova disposizione, rimanere in vigore fino al 30 giugno 2025”, conclude Bruxelles nel provvedimento.

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