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combustibili fossili

Report McKinsey: i combustibili fossili guideranno il consumo energetico globale anche dopo il 2050

Secondo la società di consulenza, “è improbabile che i combustibili alternativi raggiungano un’ampia adozione prima del 2040, a meno che non siano obbligatori, ma le energie rinnovabili hanno il potenziale per fornire il 61-67% del mix energetico globale entro il 2050”

Petrolio, gas e carbone continueranno a dominare il mix energetico mondiale ben oltre il 2050, poiché la crescente domanda di elettricità supererà il passaggio alle energie rinnovabili. È quanto emerge da un nuovo rapporto di McKinsey. L’uso continuato di combustibili fossili rappresenta una sfida importante per il raggiungimento degli obiettivi climatici globali di zero emissioni nette.

Secondo il rapporto, la domanda di elettricità aumenterà principalmente a causa di un aumento previsto del 20-40% nei settori dell’industria e dell’edilizia entro il 2050, con i data center nordamericani considerati i maggiori contributori a tale aumento. Si prevede che l’uso del gas naturale per la generazione di elettricità aumenterà significativamente, mentre l’uso del carbone potrebbe persistere a livelli più elevati.

MCKINSEY: NEL 2050 I COMBUSTIBILI FOSSILI SARANNO IL 41-55% DEL CONSUMO GLOBALE

McKinsey prevede che i combustibili fossili rappresenteranno circa il 41-55% del consumo energetico globale nel 2050, in calo rispetto all’attuale 64% ma superiore alle proiezioni precedenti. Si prevede che la domanda di energia elettrica legata ai data center negli Stati Uniti crescerà di quasi il 25% all’anno fino al 2030, mentre la domanda dei data center a livello globale crescerà in media del 17% all’anno tra il 2022 e il 2030, soprattutto nei paesi OCSE.

È improbabile che i combustibili alternativi raggiungano un’ampia adozione prima del 2040, a meno che non siano obbligatori, ma le energie rinnovabili hanno il potenziale per fornire il 61-67% del mix energetico globale entro il 2050.

COMBUSTIBILI FOSSILI: IL RUOLO DEL GAS NATURALE E DEL CARBONE

L’analisi di McKinsey prevede sia la domanda di energia che il mix di offerta per una serie di tipi di combustibili e regioni fino al 2050. Si prevede che i combustibili fossili manterranno una quota significativa del mix energetico anche dopo il 2050. Negli scenari “Continued Momentum” e “Slow Evolution”, la domanda probabilmente raggiungerà un plateau tra il 2030 e il 2035.

Il gas naturale potrebbe registrare la crescita più significativa, sostituendo in molti casi i combustibili a più elevate emissioni. Anche l’uso del carbone potrebbe persistere a livelli più elevati rispetto alle precedenti previsioni di McKinsey, a seconda dello scenario. È improbabile che i combustibili alternativi cruciali raggiungano un’ampia adozione prima del 2040, a meno che non siano obbligatori. L’attuale enfasi sull’accessibilità economica significa che alcune fonti alternative, come l’idrogeno verde e altri combustibili sostenibili, potrebbero non essere competitive con i combustibili tradizionali nel breve termine.

LE DINAMICHE REGIONALI

Le dinamiche regionali giocano un ruolo importante nei risultati degli scenari. Ad esempio, si prevede che la Cina continuerà a essere leader nell’elettrificazione, seguita da Nord America e India, e si prevede che il consumo di carbone sarà trainato dall’industria pesante nei Paesi ASEAN e in Cina.

Si prevede un aumento della domanda globale di energia, trainata dall’elettrificazione. I data center potrebbero contribuire ad una nuova quota di domanda trasformativa nel breve termine, soprattutto nei paesi OCSE. Di conseguenza, i miglioramenti in termini di efficienza energetica potrebbero non compensare più la crescita della domanda in queste regioni.

LE ENERGIE RINNOVABILI

Le fonti di energia rinnovabili variabili e la generazione a gas probabilmente domineranno la nuova fornitura di energia. Tuttavia, le dinamiche del mercato locale influenzeranno l’adozione di tecnologie pulite e porteranno a diversi percorsi di decarbonizzazione. Nei luoghi in cui il gas sostituisce ampiamente il carbone, l’intensità delle emissioni del settore elettrico diminuirà.

È probabile che le fonti di energia pulita e stabile e le tecnologie di accumulo rinnovabili si espandano. Tali fonti di energia includono l’energia nucleare, l’energia geotermica e l’energia idroelettrica, mentre le tecnologie di accumulo includono batterie e accumulo di energia idroelettrica a pompaggio. Sebbene la loro nuova implementazione su larga scala sia ancora lontana anni, queste tecnologie di produzione di energia e accumulo fungeranno da importanti complementi alle fonti energetiche rinnovabili intermittenti (come l’energia solare ed eolica) e offriranno energia resiliente e competitiva in termini di costi.

INVESTIRE NELLA DECARBONIZZAZIONE

Una visione di sistema potrebbe offrire un percorso più rapido ed economico verso la riduzione delle emissioni. Ad esempio, gli investimenti per la decarbonizzazione del sistema energetico potrebbero potenzialmente avere un impatto maggiore se, anziché perseguire l’ultima piccola percentuale nel settore energetico, fossero impiegati per la decarbonizzazione in altri settori. Ciò eviterebbe i costi più elevati della quota finale di decarbonizzazione del settore energetico senza compromettere gli obiettivi di temperatura dell’Accordo di Parigi.

Le prospettive energetiche globali sono influenzate dall’incertezza geopolitica e dalla crescente priorità dei governi all’accessibilità economica e alla sicurezza energetica rispetto al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Il rapporto di McKinsey cita anche i rischi di recessione energetica, i dazi e l’innovazione tecnologica come fattori alla base della continua dipendenza dai combustibili fossili.

DIAZ (MCKINSEY): “ LA DOMANDA DI PETROLIO NON RAGGIUNGERÀ UN PLATEAU PRIMA DEL 2030″

“Questo è stato probabilmente il nostro più grande cambiamento di mentalità sull’evoluzione del sistema energetico”, ha dichiarato Diego Hernandez Diaz, partner di McKinsey, aggiungendo che la società non prevede che la domanda di petrolio raggiungerà un plateau prima del 2030. Se a ciò si aggiungono le implicazioni economiche regionali e globali di alcuni combustibili fossili, “questo ci porta a prevedere che, entro il 2050, fino al 55% del fabbisogno energetico globale sarà costituito da combustibili fossili”.

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