Riforma rete carburanti in Consiglio dei Ministri, il Governo si prepara a lavorare sulla riforma dei porti, ipotesi Fitto Responsabile dell’Economia della Commissione Ue. La rassegna Energia
Nella riunione del Consiglio dei Ministri convocata per oggi alle 17:30 si discuterà della riforma della rete di distribuzione dei carburanti. Tante le novità, secondo La Stampa, tra cui figurano incentivi significativi per la riconversione dei siti con pompe di benzina e la realizzazione di colonnine di ricarica, l’obbligo di distribuzione di almeno un prodotto diverso da combustibili fossili. Dopo la nomina del presidente delle Autorità di sistema portuale il Governo potrebbe iniziare a lavorare alla riforma dei porti. In ballo c’è un business da 8 miliardi di euro. Von der Leyen potrebbe nominare Raffaele Fitto l quotidiano tedesco Die Welt che, sparigliando le carte, ha scritto che Raffaele Fitto sarà «vicepresidente esecutivo della Commissione e responsabile dell’Economia e degli aiuti alla ricostruzione del Covid», secondo quanto riporta il quotidiano tedesco Die Welt. Una mossa che porterebbe diversi benefici alla Presidente della Commissione Ue. La rassegna Energia.
CARBURANTI, RIFORMA RETE OGGI IN CDM
“All’ordine del giorno del pre consiglio di questa mattina non c’è traccia della riforma delle concessioni balneari, che però potrebbe arrivare comunque «fuorisacco» alla riunione del Cdm convocata per le 17.30 dal momento che tutta la maggioranza avrebbe dato l’Ok all’accordo raggiunto con Bruxelles. Nel menù spunta invece un’altra riforma a lungo attesa e discussa con gli esercenti e gli industriali del settore: quella della rete di distribuzione dei carburanti a cui stanno lavorando da mesi al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Molte le novità a partire da incentivi «significativi» per la chiusura, la riconversione e la bonifica dei siti dove sono presenti pompe di benzina. (…) l’obbligo di distribuzione di almeno un prodotto diverso dai combustibili fossili «perché dobbiamo ridurre il consumo di queste fonti e aumentare la presenza delle fonti alternative, non solo quella elettrica»”, si legge su La Stampa.
“Quindi vengono affrontati i rapporti contrattuali sugli impianti di distribuzione con la garanzia di maggiori tutele a gestori e lavoratori. Sono poi previsti incentivi significativi per dismettere impianti, realizzare nuove stazioni elettriche e favorire la vendita di biocarburanti. Sono previsti anche incentivi e premialità per edifici in cui si trova impianto dismesso e per mantenere i siti produttivi attivi. (…) Siamo tra i primi in Ue per i biocarburanti, ma ci sono anche i sintetici, l’elettrico. Bisogna aprire all’elettrico senza dimenticare le alternative che ci vedono all’avanguardia» e in questo campo , aveva spiegato Urso”, continua il giornale.
ENERGIA, GOVERNO PENSA A RIFORMA PORTI
“L’obiettivo dovrebbe essere quello di aprire la partita una volta che saranno nominati i presidente delle Autorità di sistema portuale, cioè gli enti che gestiscono le banchine italiane, oggi in buona parte commissariati o con presidenti in scadenza. Dopo, i tempi dovrebbero essere maturi per avviare il cantiere della riforma portuale, annunciata due anni fa dal viceministri Edoardo Rixi (l’uomo che ha in mano molti dossier al ministero dei Trasporti) e poi nei fatti rimasta a languire. Alla Camera, in commissione Trasporti, i gruppi parlamentari hanno presentato a suo tempo almeno cinque diverse risoluzioni sul tema riforma, scrivendo cosa ci deve essere dentro e cosa no”, si legge su La Stampa.
“Secondo Srm, il centro studi collegato a Intesa Sanpaolo, il valore economico generato dai porti è di otto miliardi. L’idea nel governo e del ministero dei Trasporti in particolare non è limitarsi a un maquillage dell’attuale legge portuale, ma incidere con un lavoro in grado di resistere nel tempo. Pietra angolare di questa riforma è un super ente di un coordinamento nazionale, con una visione di sistema – ha detto Rixi in un recente forum organizzato dal gruppo Gedi – Altrimenti ci troveremo con altre banchine e infrastrutture inutili. IL soggetto centrale che abbiamo in mente – ha aggiunto – dovrà essere in grado di coordinare la portualità e anche acquisire infrastrutture all’estero”, continua il giornale.
“Il modello a cui Rixi guarda con maggiore interesse è quello dell’Enav, società del governo con oltre il 53%, ma quotata in Borsa con un ampio flottante e un 10% di soci istituzionali, non solo italiani. Che gestisce il traffico areo, ma ha anche consulenze e clienti all’estero. (…) Più praticabile l’idea di una società pubblica nella quale possano partecipare anche gli enti locali, con un’apertura a soggetti privati che comunque rimarrebbero in minoranza. Esempi in giro per il mondo ce ne sono: Psa, che è la più grande società terminalistica al mondo (…) non è altro che l’acronimo di Port of Singapore Autority”, continua il giornale.
PNRR, IPOTESI FITTO RESPONSABILE ECONOMIA UE
“Il punto è che il portafoglio della Coesione, da cui dipendono i fondi strutturali che vanno in aiuto di Regioni ed enti locali, interessa a tanti. Oltre a Italia, Grecia e Bulgaria, ci sarebbe anche la Romania che, per venire incontro alla richiesta della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ha sostituito con una donna, Roxana Mînzatu, il candidato già indicato Victor Negrescu. C’è chi spiega così a Bruxelles l’ipotesi comparsa ieri mattina sul quotidiano tedesco Die Welt che, sparigliando le carte, ha scritto che Raffaele Fitto sarà «vicepresidente esecutivo della Commissione e responsabile dell’Economia e degli aiuti alla ricostruzione del Covid». L’Economia è l’attuale delega di Paolo Gentiloni”, si legge su Il Corriere della Sera.
“(…) Questa soluzione avrebbe il vantaggio di liberare la casella della Coesione che la presidente von der Leyen potrebbe assegnare a chi le è venuta incontro indicando una donna (Bucarest ad esempio ha cambiato il nome in corsa mentre Sofia è stata l’unica capitale a indicare una donna e un uomo come richiesto dalla presidente). Speculazioni che però agitano gli animi. E infatti c’è chi vi vede un tentativo di sondare le reazioni.(…) L’ipotesi a Bruxelles è ritenuta plausibile e perché non si creino malumori tra i Paesi molto dipenderà da come saranno bilanciati gli altri portafogli in termini anche geografici e di famiglie politiche. Un’ipotesi è che l’Italia abbia come direzioni generali quelle che afferiscono a Next Generation Eu (la task force Recovery più la parte competente della Dg Ecfin) e la vicepresidenza esecutiva sia il cluster di riferimento di portafogli economici”, continua il giornale.
“L’Economia è una delega su cui avevano messo gli occhi anche gli austriaci, gli olandesi e pare i danesi (tutti falchi). Pure all’ex ministra delle Finanze Albuquerque veniva data qualche chance. Ma secondo Die Welt, l’olandese Wopke Hoekstra dovrebbe essere il nuovo commissario al Commercio, il ceco Jozef Síkela all’Energia, il polacco Piotr Serafin al Bilancio. Mentre lo slovacco Maroš Šefcovic, confermano più fonti Ue, non avrebbe più una vicepresidenza esecutiva come era circolato nei giorni scorsi ma soltanto il portafoglio alla semplificazione burocratica e alle questioni interistituzionali. (…) Le vicepresidenze esecutive, quindi, andrebbero oltre all’Italia anche alla Francia (Thierry Breton avrebbe il portafoglio industria e autonomia strategica), alla Spagna (Teresa Ribera la transizione ecologica) e alla Lettonia (Valdis Dombrovskis l’allargamento e la ricostruzione dell’Ucraina). (…) La presidente von der Leyen sta procedendo con le interviste ai candidati per comporre il puzzle, che è estremamente complesso perché il tentativo è quello di soddisfare le richieste di tutti gli Stati membri. L’obiettivo è presentare la squadra entro metà settembre, prima della plenaria di Strasburgo. Secondo il quotidiano tedesco potrebbe avvenire già entro la fine di questa settimana. La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha invitato von der Leyen a presentare la proposta di composizione del Collegio alla conferenza dei capigruppo dell’11 settembre”, continua il giornale.