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Piombino

Rigassificatore Piombino, Giani: dopo 3 anni in porto starà a 12 km dalla costa

Sulla localizzazione della piattaforma offshore il governatore toscano ha affermato che “la scelta avverrà entro il 27 ottobre”

Il rigassificatore “Golar Tundra” che Snam costruirà a Piombino rimarrà tre anni in porto e poi, d’intesa con la Regione Toscana, sarà installato su una piattaforma offshore a 12 chilometri di distanza dalla costa, “come quello di Livorno”. A dirlo è il presidente della Toscana e commissario straordinario per il rigassificatore, Eugenio Giani, che ha aggiunto: “i primi elementi che ci sono stati offerti garantiscono quelle condizioni di sicurezza che ci portano a realizzarlo”.

Giani ha ricordato che la Francia sta attrezzando il porto di Le Havre per installare il suo quinto rigassificatore. “Sono convinto che sia un’operazione da fare e chi vuole esprimere una cultura di governo con questa operazione ci si dovrà confrontare”. Infine, sulla localizzazione della piattaforma offshore il governatore toscano ha affermato che “la scelta avverrà entro i termini di legge, ovvero entro il 27 ottobre”.

IL RIGASSIFICATORE E LE POLEMICHE

La Golar Tundra è una nave progettata per trasformare il GNL in arrivo con le navi metaniere dallo stato liquido a quello gassoso, attraverso un cambio di pressione e temperatura. Il progetto del governo per sostituire il gas russo però ha suscitato anche delle polemiche.

Nonostante gli ingenti aumenti del prezzo dell’energia, infatti, i rigassificatori sono considerati da alcuni delle opere ad alto impatto ambientale e sociale. Come si legge in una lettera inviata dal ministro della Transizione ecologica Cingolani alla Commissione Europea, il progetto è stato esentato dall’applicazione delle disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale in quanto “eventuali ritardi o ostacoli suscettibili di impedirne una tempestiva attuazione risultano contrari all’interesse dei cittadini italiani e finirebbero per mettere a repentaglio la sicurezza energetica del Paese”.

IL RISCHIO DI RAZIONAMENTI

Se il rigassificatore di Piombino non entrasse in funzione nella primavera del 2023 – come chiede il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari – l’Italia potrebbe essere costretta ad attuare dei razionamenti di gas. Il ministero della Transizione ecologica ha stimato che nel 2023 il nostro Paese otterrà dal GNL circa un terzo dell’intero piano di diversificazione delle fonti energetiche necessario a ridurre la dipendenza dalla Russia. Senza l’impianto di Piombino si creerebbe un ammanco di circa 2,5 miliardi di metri cubi di gas, con l’Italia che si ritroverebbe quindi a dover individuare delle ulteriori fonti energetiche alternative.

LE PAROLE DI DRAGHI

A ricordare l’importanza del progetto è stato il premier Mario Draghi, che il mese scorso sulla questione si era espresso così: “Dobbiamo accelerare l’istallazione dei rigassificatori a Piombino e a Ravenna. Non è possibile affermare di volere la sicurezza energetica degli italiani e poi, allo stesso tempo, protestare contro queste infrastrutture. Si tratta di impianti sicuri, essenziali per il nostro fabbisogno energetico e per la tenuta del nostro tessuto produttivo. In particolare, dobbiamo ultimare l’istallazione del rigassificatore di Piombino entro la prossima primavera, è una questione di sicurezza nazionale”.

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