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Eolico E Fotovoltaico

Decreto Fer, appelli alle modifiche su geotermico e idroelettrico

Dopo l’Unione Geotermica italiana che ha inviato lettere di preoccupazione e richiesto incontri tecnici al Mise, ora è Assoidroelettrica a parlare di situazione “estremamente critica”. La bozza di Dm.

Si moltiplicano gli appelli per la modifica del nuovo schema di decreto Fer 1 predisposto dal ministero dello Sviluppo economico. Dopo l’Unione Geotermica italiana che ha inviato lettere di preoccupazione e richiesto incontri tecnici al Mise, ora è Assoidroelettrica a parlare di situazione “estremamente critica” mentre solo qualche giorno fa era stata Anie Rinnovabili a parlare di testo migliorato ma con necessità di alcuni interventi proprio su idroelettrico e clausola di salvaguardia tecnologica nei registri.

ANCORA ALCUNI NODI DA SCIOGLIERE NEL TESTO

MiseIl testo del nuovo decreto con gli incentivi alle rinnovabili elettriche più competitive scritto al Ministero dello Sviluppo economico, dopo la revisione del Ministero dell’Ambiente è ora sul tavolo di Arera e della Conferenza Unificata (qui il testo della bozza). Che dovrà sciogliere alcuni nodi come la richiesta di ampliamento della previsione per gli impianti che hanno accesso agli incentivi: la bozza evidenzia, infatti, che tali impianti accedono “a condizione che i relativi lavori di realizzazione risultino dalla comunicazione di inizio lavori trasmessa all’amministrazione competente, avviati dopo l’inserimento in posizione utile nelle graduatorie” ma nei commenti si chiede conto anche di quelli che hanno dato avvio ai lavori pena la decadenza del titolo autorizzativo. Le date di apertura del bando sono realizzate a partire dal 31 gennaio 2019 e a seguire 31 maggio, 30 settembre, 31 gennaio 2020, 31 maggio 2020 e così via fino al 31 maggio 2021.Tra le altre novità già annunciate ci sono il prolungamento temporale delle procedure d’asta, l’incremento della capacità di potenza dei registri e delle aste del gruppo A (eolico e fotovoltaico) e B (idroelettrico, geotermoelettrico, gas residuati da processi di depurazione e impianti a gas di discarica) per i quali si prevedono rispettivamente 920 MW e 100 MW aggiuntivi; le limitazioni al contingente di potenza del comparto idroelettrico a 190 MW rispetto ai 375 della bozza dello scorso febbraio; l’incremento della decurtazione della tariffa incentivante dal 10% al 20% per quegli impianti che utilizzano componenti rigenerate nel comparto eolico.

L’UNIONE GEOTERMICA ITALIANA CHIEDE AL GOVERNO DI NON CONDANNARE A MORTE UN INTERO SETTORE INDUSTRIALE

Il nuovo schema di decreto legislativo “Fer 1” predisposto dal Sviluppo economico “per la prima volta cancella gli incentivi finora garantiti alla produzione di energia elettrica da una risorsa locale e rinnovabile: la geotermia. È un paradosso che si sia giunti a questa scelta proprio quando il clima politico appare fortemente orientato all’uso di risorse energetiche rinnovabili e alla fine della dipendenza energetica, dimenticando che già cento anni fa l’Italia insegnava al resto del mondo come produrre elettricità coltivando il calore della Terra”, ha tuonato Adele Manzella, Presidente Unione Geotermica Italiana. “Eppure oggi un fronte contrario alla geotermia composto da poche persone rischia di porre fine a un’eccellenza italiana, a una produzione energetica rinnovabile, a migliaia di posti di lavoro, a investimenti imponenti e a benefici economici e ambientali – ha aggiunto -. Tutto questo per cosa? I comitati contro la produzione elettrica da geotermia parlano di problemi ambientali, ma non credono ai dati, derivanti da controlli e monitoraggi eseguiti da Enti istituzionali nazionali e regionali, che indicano il contrario e non si preoccupano di conoscere i problemi prodotti dall’uso di altre fonti energetiche, perché toccano a qualcun altro. Nel frattempo l’energia elettrica viene consumata, istante per istante”. L’Unione Geotermica Italiana “ha già inviato al Ministero dello Sviluppo Economico lettere di preoccupazione e richiesto incontri tecnici per fornire informazioni, senza risposta. Ora chiede al Governo di non danneggiare ulteriormente una produzione da fonte rinnovabile e un intero settore industriale che già da anni incontra difficoltà allo sviluppo di una produzione energetica, la stessa che all’estero progredisce e ha successo – spesso con risorse molto meno pregiate di quella italiana. Le scelte energetiche non si dovrebbero fare con colpi di mano, bensì con scelte circostanziate sulla base dei dati prodotti da pareri terzi ampiamente espressi dalle istituzioni preposte”, ha concluso Manzella. anpi

ASSOIDROELETTRICA: ULTIME SPERANZE NEL PASSAGGIO DEL PROVVEDIMENTO IN CONFERENZA UNIFICATA.

“La situazione che si prospetta per il nuovo idroelettrico continua ad essere estremamente critica. L’Associazione, a seguito del tavolo organizzato a Roma lo scorso 16 ottobre, è riuscita a sensibilizzare la Lega, la quale da quel giorno ha rilasciato numerosissime dichiarazioni a cui hanno seguito fatti concreti a supporto della Categoria; purtroppo le altre forze di Governo ad oggi hanno mantenuto una certa posizione sulla linea del passato, volendo di fatto confermare la bozza di Decreto che da giorni è stata divulgata ed inoltrata alla conferenza Stato – Regioni”, osserva Assoidroelettrica. “Le attività dell’Associazione sono quindi indirizzate alla citata conferenza Stato – Regioni, contesto nel quale si ripongono le ultime speranze. Al fine di scongiurare il peggio Assoidroelettrica sta continuando a collaborare in modo costruttivo oltre che con le Istituzioni a tutti i livelli anche con Anbi, Federbim, Legambiente, Uncem”.

PER ANIE RINNOVABILI LA NUOVA BOZZA DEL DM È MIGLIORATA MA NECCESSITA ANCORA DI ALCUNI INTERVENTI

Erano stati invece positivi i primi commenti di ANIE Rinnovabili sulle modifiche apportate nella nuova bozza del Dm Fer “secondo quanto si apprende da testi pubblicati dalla stampa di settore sia per il prolungamento temporale delle procedure sia per l’incremento della capacità di potenza dei registri e delle aste del gruppo A e B per i quali si prevedono rispettivamente 920 MW e 100 MW aggiuntivi. Attenzione però che, fatta eccezione per alcune tipologie, gli impianti che saranno commissionati presumibilmente dopo il 31 dicembre 2020 potrebbero non beneficiare del principio della priorità di dispacciamento in virtù del futuro regolamento europeo del market design incluso nel Clean Energy Package”, avvertiva l’associazione. Secondo il Presidente, Alberto Pinori, “le tempistiche si stanno estendendo eccessivamente visti i passaggi presso l’Autorità per l’Energia e la Conferenza Stato Regioni e soprattutto presso la Commissione Europea, cui la bozza di DM sarà sottoposta. C’è il rischio che la prima procedura possa slittare ulteriormente. Siamo inoltre perplessi per il fatto che non vi è ancora alcuna bozza del secondo decreto ministeriale per lo sviluppo delle FER Innovative”. Anche ANIE Rinnovabili evidenziava gli scarsi progressi sul comparto idroelettrico “per il quale da un lato si limita il contingente di potenza che tra registri e aste cuba 190 MW (nella bozza dello scorso febbraio i MW erano 375, cioè -50%) e dall’altro limita le tipologie di impianto solo a quelle previste dall’art. 4 comma 3 lettere i e ii del DM 23.6.2016 (nella bozza dello scorso febbraio le tipologie di impianto erano anche quelle delle lettere iii e iv e anche quelle dell’art. 3 comma 5 lettera c) punto 2)”.

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