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Eolico E Fotovoltaico

Rinnovabili, aziende energetiche del Golfo pronte a tuffarsi nel mercato

A essere maggiormente interessate alle rinnovabili sono le aziende energetiche dei paesi facenti parte del cosiddetto Consiglio di cooperazione del Golfo che include Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia gli investimenti nelle rinnovabili da qui al 2040 dovrebbero raggiungere la cifra ‘monstre’ di 10 trilioni di dollari. Una somma che fa gola a tutte le aziende mondiali, comprese quelle saudite che, seppur sedute su riserve di petrolio e gas, stanno pensando di aprirsi al mondo e tuffarsi nel ricco settore delle energie pulite.

CHI SONO I PAESI INTERESSATI

A essere maggiormente interessate sono le aziende energetiche dei paesi facenti parte del cosiddetto Consiglio di cooperazione del Golfo che include Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

Già attualmente i Paesi del Golfo, alcuni dei quali bruciano greggio per la produzione di energia, si stanno concentrando su gas e rinnovabili per liberare petrolio da esportare. Secondo uno studio del 2019 dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili di Abu Dhabi, infatti, la regione del Golfo potrebbe risparmiare 354 milioni di barili di petrolio equivalente dall’adozione di energie rinnovabili entro il 2030.

CHI GUIDA L’INCURSIONE NEI MERCATI DELLE RINNOVABILI

ACWA Power, la società in cui il fondo sovrano dell’Arabia Saudita ha una partecipazione del 25%, e Masdar, l’azienda di Abu Dhabi per l’energia pulita facente capo alla Mubadala Investment Co, un fondo che gestisce circa 230 miliardi di dollari di asset, stanno guidando l’incursione regionale nei mercati globali delle rinnovabili.

L’ACWA punta a più che quadruplicare le sue dimensioni nel prossimo decennio, con una maggiore attenzione alle rinnovabili. Attualmente, ACWA ha circa 31 GW di capacità di potenza installata, di cui 4,6 GW sono basati sulle energie pulite in sette dei 12 paesi in cui opera.

“Entro il 2030 cercheremo di essere un’azienda con circa 150 GW di capacità contrattuale, 15 milioni di metri cubi al giorno di acqua desalinizzata – ha dichiarato in un’intervista a S&P Global Platts Paddy Padmanathan, CEO di ACWA Power -. In termini di valore delle attività, ci aspettiamo di superare i 200 miliardi di dollari, quadruplicando le nostre dimensioni nel prossimo decennio. Dei 150 GW, sarei sorpreso se le rinnovabili non fossero almeno 100 GW”.

ACWA, il cui portafoglio vale oltre 45 miliardi di dollari, quest’anno prevede di investire 10 miliardi di dollari in nuova capacità installata, di cui circa 7 miliardi di dollari in rinnovabili. Solo quattro anni fa, gli investimenti nelle rinnovabili erano circa il 50% del totale.

ACWA sta sviluppando progetti rinnovabili in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Vietnam, Sud Africa, Marocco, Egitto e Giordania e prevede di espandersi rapidamente in Africa e in Asia. Ma prevede anche di entrare quest’anno in Azerbaigian, Uzbekistan e Indonesia e nei prossimi anni in Cambogia, Filippine e Myanmar.

“Vogliamo mantenere un business complessivo equilibrato: 50 per cento in Arabia Saudita, 50 per cento al di fuori dell’Arabia Saudita. Al fine di bilanciare tale equilibrio, continueremo a crescere geograficamente altrove come parte del nostro portafoglio globale”, ha detto Padmanathan.

CRESCITA A DUE CIFRE PER MASDAR

Negli Emirati Arabi Uniti, Masdar si sta espandendo rapidamente e conta sulla domanda globale di energia pulita per continuare la sua crescita a due cifre del fatturato. Attualmente l’azienda dispone di 5 GW di capacità installata rinnovabile, pari a 14 miliardi di dollari di investimenti lordi.

“La nostra traiettoria di crescita anno su anno è stata a due cifre in termini di capacità e di ricavi”, ha detto a Platts Mohamed al-Ramahi, CEO di Masdar.

Il suo portafoglio si estende in più di 25 paesi, dall’Arabia Saudita, dove sta sviluppando il primo progetto eolico del paese, all’Australia, dove ha acquisito una partecipazione del 40% in un progetto di waste-to-energy per 511 milioni di dollari.

“L’attuale capacità installata è suddivisa tra i principali mercati primari, la nostra regione guidata dal GCC e il Nord Europa, che sono i principali mercati in cui abbiamo investito 10 anni fa”, ha dichiarato Ramahi aggiungendo che “la crescita più grande che prevediamo per il futuro è quella della nostra regione e del Nord America, perché gli Stati Uniti sono il secondo più grande mercato di energia rinnovabile al mondo”.

Nel Regno Unito, Masdar ha una partecipazione del 35% nel parco eolico di Dudgeon, una partecipazione del 20% nel parco eolico offshore di London Array e una partecipazione del 25% nel progetto eolico galleggiante Hywind Scotland.

“Anche il Nord Europa, in particolare il Regno Unito, sarà una regione di primaria importanza per noi e per la nostra crescita, in particolare nel settore dell’eolico offshore – ha sottolineato Ramahi -. L’Indonesia è il trampolino di lancio nel Sud-Est asiatico, l’opportunità è enorme anche in Malesia”, ha ammesso il numero uno di Masdar.

CRESCITA REGIONALE

Nonostante le aziende energetiche del Golfo abbiano ambizioni all’estero non stanno trascurando il cortile di casa: l’Arabia Saudita ha lanciato il National Renewable Energy Program, che mira ad aumentare la quota di energia rinnovabile nel mix energetico totale, puntando alla generazione di 27,3 GW di energia rinnovabile entro il 2024 e 58,7 GW entro il 2030.

Gli Emirati Arabi Uniti, dove attualmente l’energia è generata principalmente da gas, mirano a produrre il 44% della loro energia da rinnovabili entro il 2050.

“Non c’è nessun altro Paese al mondo che possa dare così tanto volume e opportunità come quella che sta mostrando l’Arabia Saudita nel breve e medio termine, per quanto riguarda rinnovabili e resto”, ha detto Padmanathan.

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